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  • Giovedì 26 agosto 2021

In Giappone migliaia di malati faticano a trovare un ospedale

Mentre la situazione epidemiologica nel paese peggiora, il sistema sanitario giapponese sta mostrando inaspettate vulnerabilità

(Carl Court/Getty Images)
(Carl Court/Getty Images)

Da domani, venerdì 27 agosto, 21 prefetture giapponesi su 47 saranno in stato di emergenza a causa della variante delta del coronavirus, e altre ancora saranno in uno stato definito di “quasi emergenza”. Da ormai diversi giorni, i nuovi contagi quotidiani accertati nel paese – in cui è pienamente vaccinato meno di un abitante su due – sono intorno ai 20mila al giorno; e il 25 agosto è stato il 13° giorno consecutivo in cui il numero di pazienti in gravi condizioni, quasi 2mila, è salito fino a un livello mai raggiunto prima. Tutto ciò sta creando problemi al sistema sanitario nazionale, che fatica ad accogliere e curare molti malati, compresi quelli con il coronavirus.

Come ha scritto Bloomberg citando dati ufficiali diffusi dal governo giapponese, sono ormai sei settimane che cresce il numero di casi in cui le ambulanze faticano a trovare un ospedale che accetti il paziente trasportato. Nella terza settimana di agosto (l’ultima per cui sono al momento disponibili dati) è successo più di tremila volte che un malato trasportato da un’ambulanza fosse rifiutato da più di tre ospedali: e in almeno un caso su due i sintomi erano riconducibili al coronavirus.

Anche il Japan Times ha parlato di come, soprattutto nelle città più grandi, i pazienti stiano spesso avendo grandi difficoltà nel «trovare un ospedale disponibile ad accoglierli».

Sempre secondo Bloomberg, questa nuova ondata – definita «la peggiore fin qui» – sta mettendo in evidenza ancor più che nel recente passato una serie di problemi del sistema sanitario giapponese, che prima della pandemia era considerato molto efficiente, ma che ora sta faticando parecchio ad adattarsi all’attuale emergenza.

In Giappone il sistema sanitario dispone di «apparecchiature mediche e letti in abbondanza e offre una copertura sanitaria quasi universale». Il problema è che il sistema dipende in larga parte da ospedali privati, e questo si sta rivelando un problema: «Gli ospedali privati non sono obbligati ad accettare pazienti malati di Covid-19» ha scritto Bloomberg «e nemmeno si coordinano con le amministrazioni locali e con chi gestisce le ambulanze».

Negli ultimi mesi, grazie a una serie di contributi statali, molti ospedali privati – in genere piuttosto piccoli e poco adatti a occuparsi di malattie infettive – hanno aggiunto letti e posti in terapia intensiva, ma a quanto pare non a sufficienza. Per questo, già a inizio agosto il primo ministro Yoshihide Suga aveva annunciato – in quello che il Japan Times ha definito «un radicale cambio di politica» – che ai malati di Covid-19 con sintomi lievi o moderati sarebbe stato chiesto di stare in isolamento senza però andare in ospedale, così da diminuire la pressione sul sistema sanitario.

Il fatto però è che la soluzione proposta dal governo non sta risolvendo il problema, perché i pazienti più gravi, che hanno bisogno di cure ospedaliere, stanno continuando a faticare a trovare un ospedale che li ricoveri.

Visto quanto successo nell’ultimo anno e mezzo e visti i numeri di questi ultimi giorni, riesce difficile pensare che il Giappone possa risolvere a breve la questione. Secondo Bloomberg, servirebbero anzitutto profonde riforme per dare più soldi e maggiore ordine alla «rete di oltre 450 istituzioni pubbliche che operano a livello locale» e, che tra le tante altre cose, «si stanno occupando di trovare gli ospedali per i pazienti». In altre parole, per riuscire a ottimizzare ciò che riguarda le cure di emergenza servirebbe ripensare l’intero sistema.

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