«Prima finiremo, meglio sarà»
Il presidente Joe Biden ha confermato che l'esercito statunitense lascerà l'Afghanistan entro la fine di agosto, nonostante il caos all'aeroporto di Kabul
Martedì il presidente statunitense Joe Biden ha detto che le attività di evacuazione condotte dagli Stati Uniti all’aeroporto di Kabul dovranno terminare il prossimo 31 agosto, senza possibilità di ulteriori rinvii come era stato richiesto nei giorni scorsi da alcuni governi alleati. Biden ha detto che «prima finiremo, meglio sarà», citando un alto rischio di subire attentati da parte di alcune organizzazioni terroristiche in Afghanistan.
Dalla conquista di Kabul da parte dei talebani a metà agosto, migliaia di persone, sia stranieri che afghani, hanno provato a lasciare l’Afghanistan imbarcandosi su un volo in partenza dall’aeroporto della città. Biden ha confermato gli sforzi da parte degli Stati Uniti per garantire la loro evacuazione, ma secondo vari osservatori non sarà possibile soddisfare tutte le richieste entro la fine di agosto.
Negli ultimi nove giorni quasi 71mila persone sono state trasferite in aereo da Kabul verso altri paesi, grazie al lavoro di circa 6mila soldati statunitensi, un migliaio di loro colleghi britannici e alcuni altri piccoli contingenti da altri paesi nell’ambito delle missioni NATO. In questi giorni i militari stranieri si sono occupati di garantire la sicurezza nell’aeroporto e di controllare chi avesse i requisiti per lasciare il paese, ma lo hanno dovuto fare in condizioni estremamente difficili e caotiche, con migliaia di persone che ogni giorno provano a raggiungere la zona per lasciare il paese.
Un portavoce dei talebani nelle ultime ore ha detto che le vie di accesso all’aeroporto sono state bloccate per motivi di sicurezza, con maggiori controlli per chi si avvicina alla struttura. Non è però chiaro se le nuove limitazioni stiano impedendo di fatto ai cittadini afghani di raggiungere l’aeroporto.
A Kabul è stato inoltre richiesto alle donne di rimanere in casa per non meglio specificati motivi di sicurezza, una decisione che a molti ha ricordato le strette limitazioni e le violazioni dei diritti delle donne imposte durante il precedente periodo in cui i talebani governarono il paese.
Negli ultimi giorni il ritmo dei trasferimenti verso l’estero è aumentato sensibilmente, con oltre 21mila persone evacuate da domenica 22 agosto. Non è però chiaro come potrà essere mantenuto lo stesso ritmo nel momento in cui gli Stati Uniti dovranno iniziare a organizzare il trasferimento dei propri militari, riducendo il numero di soldati disponibili per organizzare le attività di controllo e sicurezza nell’aeroporto.
Anche per questo motivo nei giorni scorsi diversi governi europei avevano invitato gli Stati Uniti a rivedere i piani, estendendo la scadenza oltre il 31 agosto.
In una riunione a distanza del G7 (Stati Uniti, Canada, Germania, Francia, Giappone, Regno Unito, Italia e una rappresentanza dell’Unione Europea), Biden ha spiegato di non potere superare la scadenza del 31 agosto sia per motivi di sicurezza sia per la scarsa collaborazione da parte dei talebani, che negli ultimi giorni hanno continuato a sostenere la necessità per gli Stati Uniti di lasciare il paese entro la fine del mese.
Gli altri leader del G7 hanno preso atto della decisione statunitense, consapevoli di non avere molte alternative nel momento in cui l’esercito degli Stati Uniti non sarà più presente in Afghanistan. Nelle dichiarazioni dopo la riunione hanno confermato il loro impegno per permettere al maggior numero possibile di persone che ne abbiano titolo di lasciare il paese, offrendo loro ospitalità e assistenza.