Da lunedì si può accedere al “bonus rottamazione TV”
Cose da sapere per chi vuole rottamare la sua tv e beneficiare del buono fino a 100 euro, o per chi è ancora incerto
Da oggi, lunedì 23 agosto, i residenti in Italia in possesso di un televisore non idoneo agli standard di trasmissione del digitale terrestre che stanno per essere introdotti possono rottamarlo e beneficiare del cosiddetto “bonus rottamazione TV”, che permette di ottenere in cambio un buono del 20 per cento (fino a un massimo di 100 euro) sul prezzo di un nuovo televisore. In base a un recente decreto del ministero dello Sviluppo economico, infatti, dal primo gennaio del 2023 i televisori che non supportano gli standard di trasmissione DVB-T2 e HEVC Main 10 non saranno più utilizzabili, se non con l’ausilio di un apposito decoder.
Ecco alcune informazioni utili per sapere se il televisore che si ha in casa continuerà ad andare bene o se dovrà essere sostituito, e come si può accedere al “bonus rottamazione TV”. Questo buono andrà ad aggiungersi al “bonus TV” che era disponibile già dal 2019 e poteva essere erogato secondo alcune condizioni.
Cosa cambia e cosa c’è da sapere
Se si ha acquistato un televisore prima del 2018, a partire da settembre quel televisore potrebbe non essere compatibile con i nuovi cambiamenti che riguardano il segnale del digitale terrestre. In sostanza, tra poche settimane comincerà il passaggio dall’attuale sistema di trasmissione DVB-T1 al sistema di generazione successiva DVB-T2: questo comporta che chi ha un televisore vecchio potrebbe avere problemi con la qualità della visione di alcuni canali e da giugno 2022 smetterà completamente di vederli.
Chi è in questa situazione e vuole continuare a guardare la tv può quindi scegliere di acquistare un decoder, cioè un dispositivo che converte le informazioni e le rende decifrabili anche per un televisore vecchio, oppure sostituire il vecchio televisore e beneficiare del “bonus rottamazione TV”.
Come capire se un televisore va sostituito
Chi non sa se il proprio televisore sia compatibile con il nuovo sistema di trasmissione DVB-T2 del digitale terrestre può verificarlo facilmente sintonizzandosi sul canale 100 o 200: se appare una schermata con la scritta “Test HEVC Main10”, anche su uno solo dei due canali, vuol dire che il televisore va bene così. Se invece non si vede niente, significa che il televisore non è abilitato ai nuovi standard e dovrà essere sostituito entro il prossimo giugno.
A settembre inoltre comincerà il passaggio a MPEG4, uno standard che le tv supportano già da una decina d’anni e che quindi creerà problemi solo a chi ha televisori molto vecchi. In questo caso, per verificare la compatibilità è sufficiente sintonizzarsi sui canali dal 501 in poi. Se si ricevono i programmi allora vuol dire che il sintonizzatore è compatibile con MPEG4 e che non c’è fretta di cambiare la tv.
Come accedere al “bonus rottamazione TV”
Il “bonus rottamazione TV” permette a tutti i richiedenti di avere uno sconto del 20 per cento fino a un massimo di 100 euro sull’acquisto di un televisore. Non vale invece per l’acquisto di un decoder. Per accedere al bonus non ci sono requisiti reddituali o patrimoniali, e quindi non serve presentare il proprio ISEE, il sistema che misura la condizione economica delle famiglie italiane. Bisogna solo rottamare un televisore acquistato prima del 22 dicembre 2018 ed essere in regola coi pagamenti del canone Rai o esentati.
Il buono si può richiedere fino al 31 dicembre del 2022 attraverso un modulo apposito, che può essere consegnato direttamente al rivenditore del nuovo televisore, il quale si occuperà di smaltire quello vecchio. Nel caso in cui si voglia rottamare il televisore da sé, si può consegnare il modulo all’isola ecologica in cui lo si porta, che certificherà l’avvenuta rottamazione.
Il contributo introdotto dal governo può essere usato una sola volta da ogni residente (identificato attraverso il codice fiscale) per l’acquisto di un solo televisore che rientri nell’elenco delle apparecchiature idonee pubblicato dal ministero, e si applica al suo prezzo finale comprensivo di IVA. L’erogazione del contributo dipende però dalla disponibilità dei fondi stanziati, ovvero 250 milioni di euro: esauriti i fondi, non sarà più possibile ottenere i contributi, a meno di nuovi stanziamenti.
Che differenza c’è con il “bonus TV”?
Il “bonus TV” introdotto nel 2019 ha un valore massimo di 50 euro e può essere richiesto dalle famiglie con un ISEE non superiore ai 20mila euro. Vale sia per l’acquisto di un televisore sia per l’acquisto di un decoder, e se il prodotto che si sceglie di acquistare costa meno di 50 euro, il buono coprirà tutto l’importo. Chi ha i requisiti può richiedere sia il “bonus TV” che il “bonus rottamazione TV” e ottenerli entrambi. Se cumulato col nuovo contributo, il “bonus TV” sarà però fruibile fino a un massimo di 30 euro.
Per ottenere il “bonus TV” occorre presentare in negozio un modulo dove si dichiara di avere i requisiti necessari e lo sconto sarà applicato direttamente dal venditore al momento dell’acquisto. Alcuni negozi online come MediaWorld permettono di fare l’ordine online con ritiro in negozio per la consegna del modulo firmato. In maniera simile al “bonus rottamazione TV”, il buono introdotto nel 2019 non vale per l’acquisto di tutti i decoder o televisori, ma solo di quelli elencati in questa lista.
Se non volessi sostituire il televisore?
Per chi non vuole comprare un nuovo televisore perché quello che ha funziona ancora bene e preferisce non affrontare una spesa importante, il decoder è una buona soluzione provvisoria. L’unica cosa da verificare al momento dell’acquisto è che il dispositivo che si acquista sia dotato di tuner DVB-T2 con la codifica HEVC a 10 bit.
Il costo di questi apparecchi può variare dai 15 ai 100 euro, il che li rende sicuramente un’alternativa più economica rispetto a un televisore nuovo, anche tenendo conto del bonus appena introdotto. Come già detto, l’acquisto dei decoder non è coperto dal “bonus rottamazione TV”, ma soltanto dal “bonus TV” del 2019.
Come scegliere un decoder
Oltre a verificare che il decoder sia compatibile agli standard DVB-T2/HEVC Main 10, è utile conoscere qualche altra informazione sul suo prezzo e sulle sue funzionalità. I decoder più economici non hanno una memoria interna per salvare i programmi registrati, ma spesso hanno un ingresso per chiavette USB o per schede di memoria esterne. Tra le funzionalità più diffuse anche nei modelli economici c’è il PVR, ovvero Personal Video Recording, per registrare i programmi tv e rivederli quando si vuole.
Un’altra delle caratteristiche da verificare è che il decoder supporti i canali con risoluzione HD: tra i decoder in commercio in questo momento lo fanno quasi tutti, ma è sempre meglio controllare. Chi usa servizi cosiddetti “pay TV”, inoltre, deve verificare anche che il decoder abbia almeno un ingresso per le “smart card” di questi programmi.
Molti dispositivi possono connettersi a internet tramite chiavetta USB WiFi o cavo Ethernet, una cosa utile per aggiornare il software del decoder di tanto in tanto ed evitare che diventi obsoleto nel giro di poco tempo. I modelli più sofisticati (e più costosi) di decoder invece si collegano direttamente al WiFi, rendendo più semplice e veloce accedere a servizi aggiuntivi o in alcuni casi a piattaforme come YouTube e RaiPlay. Tra i modelli di decoder più avanzati ci sono anche quelli “combo”, per chi ha un’antenna parabolica e oltre ai programmi del digitale terrestre vuole vedere anche quelli satellitari.
– Leggi anche: Come prepararsi al nuovo digitale terrestre