Gli sport equestri andrebbero aboliti?
Certi gruppi di animalisti lo sostengono da tempo, e se ne sta riparlando per un caso di maltrattamento nel pentathlon moderno alle Olimpiadi
Durante la gara di pentathlon moderno femminile alle Olimpiadi di Tokyo si è verificato un episodio di maltrattamento di un cavallo che ha causato discussioni tuttora in corso e che ha spinto alcuni movimenti ambientalisti a chiedere l’abolizione completa degli sport equestri per salvaguardare il benessere degli animali.
L’episodio di cui si è discusso risale al 6 agosto e coinvolge il cavallo Saint Boy, che durante la gara mostrava molti segni di sofferenza: orecchie all’indietro, agitazione della coda, occhi dilatati, irrequietezza, riluttanza a saltare gli ostacoli. L’atleta tedesca a cui il cavallo era stato assegnato, Annika Schleu, favorita per l’oro, era estremamente tesa, piangeva e frustava e speronava ripetutamente l’animale perché le obbedisse. In un video si è vista anche l’allenatrice di Annika Schleu, Kim Raisner, incitare l’atleta a colpire il cavallo e colpirlo a sua volta con un pugno.
Il pentathlon moderno fu inserito per la prima volta nel programma olimpico nel 1912 e a crearlo fu proprio Pierre de Coubertin, il fondatore del Comitato Olimpico Internazionale (CIO), sul modello di una gara che nella Grecia antica prevedeva che gli atleti si confrontassero in corsa di velocità, salto in lungo, lancio del giavellotto, lancio del disco e lotta. Nel pentathlon moderno ci si confronta invece in scherma, nuoto, equitazione e – in quello che da qualche anno è un evento combinato – anche in corsa e tiro a segno.
La prova di scherma è fatta con la spada, nel nuoto si fanno 200 metri a stile libero, nella combinata si alternano corsa campestre e tiro a segno con pistola laser, mentre nell’equitazione si fa il salto a ostacoli. A differenza del classico sport equestre dove cavalli e fantini si allenano insieme da anni, gli atleti e le atlete del pentathlon moderno devono però cavalcare cavalli che non conoscono: i cavalli vengono infatti sorteggiati appena venti minuti prima della partenza, quindi gli atleti e le atlete hanno poco tempo per prendere confidenza.
A causa dell’episodio ai Giochi olimpici Raisner è stata squalificata dall’UIPM, la federazione sportiva internazionale riconosciuta dal CIO che governa lo sport olimpico del pentathlon moderno. Sempre la federazione ha poi riferito che Saint Boy stava bene e che era tornato nella sua scuderia.
Clearly the horse is in distress as Annika Schleu of #GER in tears struggling to control him. Then her coach Kim Raisner violated the rules by punching the horse. Coach has now been disqualified from #Tokyo2020. Poor horse. #ModernPentathlon
— Aysha Ridzuan (@ayshardzn) August 7, 2021
Le immagini di Saint Boy, Annika Schleu e Kim Raisner hanno causato molte reazioni sui social network e parecchi commenti sui giornali. Secondo alcuni l’episodio ha contribuito a mostrare l’evoluzione dell’opinione pubblica sul benessere degli animali anche nelle pratiche sportive e ha ridato spazio all’ipotesi di abolire gli sport equestri.
Per quanto riguarda il pentathlon moderno, il fatto che gli atleti e le atlete siano associate ai loro cavalli per sorteggio appena venti minuti prima della partenza rappresenta una sfida unica nel mondo dello sport e uno degli elementi che conferiscono a questa specifica disciplina la sua particolarità e imprevedibilità. Per chi si occupa di cavalli, tuttavia, è una pratica arretrata: «Si tratta di una visione assolutamente superata degli sport equestri che va totalmente contro l’idea di collaborazione essere umano/cavallo che è invece oggi valorizzata. Conosciamo forse altri sport in cui i partner sono associati per competere insieme solo venti minuti dopo? Immaginiamo cosa potrebbe accadere nel pattinaggio artistico», ha ad esempio spiegato l’etologa Hélène Roche.
Se all’interno dei circoli equestri i cavalli sanno più o meno come adattarsi ai cambi regolari di persone che li cavalcano, per quanto riguarda il pentathlon moderno si entra nel campo della competizione e delle prestazioni, e dei conseguenti stress a cui viene sottoposto l’animale: «Si ripone sul cavallo tutta la responsabilità di una situazione rischiosa di cui soffrirà lui per primo», ha precisato Roche. Il cavallo, continua, «non è un oggetto, né una macchina», e l’unica cosa che Annika Schleu avrebbe potuto fare era rilassarsi, prendersi del tempo e cercare di rassicurare Saint Boy: però non l’ha fatto.
Per Hélène Roche, «per migliorare le condizioni di vita dei cavalli destinati allo sport equestre, si deve partire da criteri che mettano al centro proprio il cavallo». Roche ha spiegato che dovrebbero essere soddisfatte tre principali condizioni: permettere all’animale di entrare in contatto con i suoi simili, assicurargli libertà di movimento e quella di mangiare fibre a piacimento. Inoltre «è necessario anche essere costantemente attenti ai suoi segnali di disagio e saper rispettare le sue capacità fisiche e cognitive». Una volta soddisfatte le esigenze primarie dell’animale è possibile allenarli, secondo lei.
Altri invece hanno posizioni più radicali e sostengono che non sia accettabile indirizzare l’esistenza di un cavallo verso lo svolgimento di compiti, prestazioni e aspettative umane. L’obiettivo dei metodi che mettono al centro il cavallo e di quelli più tradizionali sono insomma gli stessi: utilizzare un essere senziente per il piacere e la soddisfazione degli esseri umani, che si tratti di guadagno, tempo libero, prestazioni, e così via. Per diversi gruppi di attivisti animalisti, quel che dovrebbe essere centrale è il consenso degli animali o, per lo meno, la messa in discussione delle pratiche di allevamento in cui agli animali vengono imposte una serie di pratiche che non contribuiscono al loro bene e dove ogni ribellione viene punita con atti di maltrattamento.
Qualche giorno fa, e a seguito dell’episodio che ha coinvolto Saint Boy, Annika Schleu e Kim Raisner, la UIPM ha annunciato una revisione del regolamento del pentathlon moderno in vista delle Olimpiadi di Parigi del 2024 e il rafforzamento dell’importanza del benessere del cavallo. La gara potrebbe essere semplificata, con un percorso più breve e ostacoli più bassi.