Perché la Sicilia non passerà in zona gialla
C'entra un dato utilizzato dall'Istituto Superiore di Sanità sulle terapie intensive, che viene aggiornato una sola volta al mese
Il ministero della Salute ha deciso che anche la prossima settimana tutte le regioni italiane rimarranno nella zona bianca, la più bassa per quanto riguarda la restrizioni per il coronavirus. In base ai dati del monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) nessuna regione ha superato le soglie che determinano il passaggio in zona gialla: eppure da giorni si parlava di una possibilità che la Sicilia da lunedì prossimo potesse non essere più in zona bianca.
Nei giorni scorsi molti giornali avevano scritto che la Sicilia sarebbe passata “di sicuro” in zona gialla a causa dei dati sulla pandemia registrati martedì 17 agosto dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (AGENAS) e ripresi da molti giornali. I dati di martedì infatti sono quelli su cui si basano le decisioni settimanali del Ministero della Salute sul colore delle varie regioni, che vengono prese ogni venerdì.
Martedì 17 agosto in effetti secondo i dati dell’AGENAS la Sicilia aveva superato tutte le soglie critiche che determinano il passaggio in zona gialla. Ma a differenza di quanto scritto da molti il calcolo del ministero non avviene sui dati dell’AGENAS bensì su quelli del monitoraggio settimanale dell’ISS, i cui dati sui letti disponibili delle terapie intensive vengono aggiornati solo una volta al mese.
In Sicilia la situazione dei contagi da coronavirus e dell’occupazione dei reparti ospedalieri per i malati di COVID-19 è la peggiore d’Italia. Già la scorsa settimana la regione aveva rischiato di passare in zona gialla, rimanendo in zona bianca per pochissimo.
Per passare in zona gialla è necessario che l’incidenza settimanale dei contagi sia pari o superiore a 50 ogni 100.000 abitanti, e che contemporaneamente l’occupazione dei posti letto in ospedale per pazienti ricoverati per la COVID-19 sia superiore al 15 per cento e quella dei posti in terapia intensiva sia superiore al 10 per cento. Secondo i dati dell’AGENAS martedì 17 agosto la Sicilia aveva superato tutte e tre le soglie necessarie per passare in zona gialla: aveva infatti registrato un’incidenza settimanale dei contagi superiore a 50 ogni 100.000 abitanti, un’occupazione dei posti letto in ospedale per pazienti ricoverati per la COVID-19 del 16,5 per cento e un’occupazione dei posti in terapia intensiva del 10,1 per cento.
– Leggi anche: Come ripartirà la scuola
Secondo i dati del monitoraggio settimanale, però le cose stanno diversamente per quanto riguarda le terapie intensive: la cabina di regia ha detto che il tasso di occupazione delle terapie intensive siciliane martedì 17 agosto era del 9,2 per cento, quindi al di sotto della soglia critica, mentre ha confermato i dati riguardo agli altri reparti e all’incidenza dei contagi. Questa discrepanza nei dati si deve al fatto che, secondo il decreto legge del 23 luglio n. 105, il calcolo dei posti letto in terapia intensiva a disposizione delle regioni viene effettuato sulla base di un dato comunicato dall’ISS al ministero all’inizio del mese.
AGENAS, invece, riporta in tempo reale anche i posti letto aggiunti o tolti dalle varie regioni per far fronte all’emergenza coronavirus: questi ultimi dati sono quindi variabili e non fissi come quelli comunicati dall’ISS. I dati di AGENAS vengono però utilizzati per calcolare il tasso di occupazione nei reparti ordinari, e di conseguenza si assiste a questa differenza tra le due rilevazioni.
In molti nei giorni scorsi avevano accusato la Sicilia di aver aumentato il numero dei posti letto (si parla di più di 100 posti aggiunti nel corso di agosto rispetto a luglio) per “manipolare” il monitoraggio e abbassare il tasso di occupazione degli ospedali, in modo da evitare il passaggio in zona gialla. In realtà i dati delle terapie intensive sono manipolabili solo fino a un certo punto, dato che il numero totale dei posti disponibili può essere modificato solo con cadenza mensile.