Una squadra di separatisti potrebbe giocare in Champions League
Lo Sheriff di Tiraspol può diventare la prima squadra moldava a qualificarsi ai gironi, anche se non vuole rappresentare la Moldavia
Dopo il 3-0 con cui ha battuto a sorpresa la Dinamo Zagabria nell’andata dei playoff di UEFA Champions League, lo Sheriff di Tiraspol è a un passo dalla qualificazione alla fase a gironi. Se nel ritorno in programma a Zagabria la prossima settimana riuscirà a difendere il risultato, sarà la prima squadra moldava a partecipare al torneo più ambito del calcio europeo.
Paradossalmente, però, lo Sheriff non vuole rappresentare la Moldavia, bensì la Transnistria, lo stato separatista autoproclamatosi indipendente agli inizi degli anni Novanta e da allora governato di fatto da un’amministrazione autonoma filo-russa non riconosciuta dalla comunità internazionale.
La Transnistria è una sottile striscia di territorio che si trova tra l’Ucraina e la Moldavia, nella regione della Bessarabia. Ci vivono tra le 500 e le 600mila persone e nel corso del Novecento è stata a lungo contesa tra Romania e Unione Sovietica. In periodi diversi ha fatto parte di entrambe, e questo ha contribuito a creare divisioni ancora nette nella popolazione.
Dopo la caduta dell’Unione Sovietica e l’indipendenza della Moldavia, la Transnistria rimase annessa a quest’ultima, ma durò poco. Spinta dalla maggioranza di cittadini russi e ucraini al suo interno, si dichiarò indipendente e nel 1992 transnistriani e russi combatterono per l’indipendenza contro moldavi e romeni. Dopo quattro mesi di combattimenti e un migliaio di morti, ottennero l’istituzione di una repubblica di fatto indipendente, riconosciuta però come parte della Moldavia dalla comunità internazionale.
L’entità statale transnistriana è sostenuta quasi parallelamente dalla Sheriff, un conglomerato spesso descritto come «uno stato nello stato» per la capillarità delle sue attività e per i legami con la politica. Il gruppo fu fondato a Tiraspol nel 1993 da Viktor Gushan e Ilya Kazmaly, due funzionari del ministero dell’Intero locale provenienti però dal KGB sovietico. Sheriff iniziò a prosperare grazie a stretti legami con il primo presidente transnistriano, Igor Smirnov, e nel 2016 ha sostenuto l’elezione dell’attuale presidente, Vadim Krasnoselsky, dopo che il presidente uscente, Yevgeny Shevchuk, aveva provato a prendere le distanze dal conglomerato.
Nel corso degli anni Sheriff è diventata una sorta di monopolio locale. Possiede l’unica rete televisiva privata della regione, l’unica azienda di telefonia mobile e poi stazioni di servizio, supermercati al dettaglio e all’ingrosso, concessionarie, una influente casa editrice, svariati impianti di produzione alimentare e le famose distillerie Kvint. Ha istituito anche un partito, Rinnovo, affiliato ufficialmente a Russia Unita, il partito di maggioranza russo.
È presente anche nello sport e soprattutto nel calcio, dal 1997, con lo Sheriff Tiraspol, che dal 2000 alla passata stagione ha vinto diciannove dei ventuno campionati moldavi disputati. Gushan, il co-fondatore del gruppo, ne è il presidente: la sua proprietà ha approfittato delle condizioni precarie del calcio moldavo per stabilire un predominio ventennale che ha portato anche a una presenza stabile nei turni preliminari delle coppe europee e alcune apparizioni ai gironi di Europa League.
Per anni la nazionale moldava ha dovuto accettare di giocare nella separatista Tiraspol a causa delle pessime condizioni degli impianti della capitale Chisinau. Lo Sheriff ha infatti uno dei centri sportivi più grandi e attrezzati dell’Est Europa: è composto da due stadi all’aperto e uno al coperto, di otto campi da allenamento, un complesso residenziale per dipendenti e calciatori, un hotel e una scuola calcio, il tutto costato circa 200 milioni di dollari.
Molti ex allenatori e giocatori stranieri passati per Tiraspol, compreso Roberto Bordin, ora allenatore della nazionale moldava, hanno spesso raccontato che l’organizzazione e le infrastrutture dello Sheriff, oltre a non avere simili in Moldavia, non si vedono nemmeno in certe società europee.
Il club è stato costituito per essere l’immagine di uno stato semi-indipendente poco conosciuto e per rafforzare il peso della Transnistria in Moldavia, anche se di giocatori moldavi o transnistriani ne ha appena 7 su 29 attualmente in rosa. La maggior parte è straniera, proveniente soprattutto da Est Europa, Sud America e Africa. La squadra sta vincendo il campionato ininterrottamente da sei anni: l’ultimo lo ha concluso a 99 punti segnando 116 gol e subendone soltanto 7 in 36 partite.