A Pompei è stata scoperta una delle tombe meglio conservate di sempre
Appartiene a un ex schiavo, Marcus Venerius Secundio, poi diventato un'importante figura della città
Nel sito archeologico di Pompei, la città distrutta da un’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., è stata scoperta una delle tombe meglio conservate mai trovate in zona. La scoperta è stata annunciata dal direttore del parco archeologico Gabriel Zuchtriegel. La tomba si trova nella necropoli di Porta Sarno, nell’estremità orientale del sito, non lontano dal principale anfiteatro della città antica.
Da quando nel 2014 sono riprese sistematiche campagne di scavo, a Pompei gli archeologi continuano a rinvenire edifici e reperti di grande rilevanza: soltanto negli ultimi mesi sono stati ritrovati un carro da parata praticamente integro e un’antica tavola calda con un bancone dipinto estremamente ben conservato. Circa un terzo della superficie della città antica deve ancora essere scavato.
Dalle iscrizioni nella tomba scoperta nelle ultime settimane sappiamo che appartiene a Marcus Venerius Secundio, un ex schiavo che nel corso della sua vita era riuscito ad arricchirsi e a guadagnare una posizione di rilievo in città. Lo testimonia il fatto che gli furono attribuite importanti cariche onorifiche come quella di custode del tempio di Venere e di sacerdote del culto dell’imperatore. Dopo la morte fu poi sepolto in una tomba a forma di tempietto con un corredo piuttosto ricco. Ma l’interesse degli archeologi si concentrerà probabilmente sul suo scheletro.
Marcus Venerius Secundio fu sepolto probabilmente qualche decennio prima dell’eruzione. Il fatto che il suo corpo fu mummificato – anche se non è ancora chiaro per quale motivo – e che la sua tomba finì sepolta dalle ceneri come la maggior parte della città antica, ha permesso che il suo corpo rimanesse eccezionalmente conservato. Sulla sua testa, per esempio, si distinguono ancora i capelli e un pezzo dell’orecchio sinistro. Si stima che al momento della morte Marcus Venerius Secundio avesse circa 60 anni, e quindi fosse molto anziano per gli standard dell’epoca.
La tomba di Marcus Venerius Secundio ha confermato inoltre una tesi che gli storici avevano sviluppato da qualche tempo, e cioè che poco prima della sua distruzione Pompei fosse diventata una città talmente fiorente e cosmopolita che venivano organizzati regolarmente spettacoli teatrali in lingua greca, oltre a quelli ordinari in latino. Un’iscrizione trovata nella tomba ricorda infatti che a un certo punto Marcus Venerius Secundio organizzò dei LUDOS GRAECOS ET LATINOS, cioè «spettacoli in greco e latino» in lingua latina.
«Anche per chi come me si occupa di archeologia funeraria da tempo, la straordinaria ricchezza di dati offerti da questa tomba, dall’iscrizione alle sepolture, ai reperti osteologici e alla facciata dipinta, è un fatto eccezionale», ha spiegato l’archeologo e antropologo Llorenç Alapont, che lavora all’università di Valencia e coordina un progetto di scavo di due necropoli a Pompei.
Nel breve termine la tomba di Marcus Venerius Secundio non sarà visitabile perché si trova appena al di fuori dell’area aperta al pubblico, peraltro a pochi metri dai binari della ferrovia circumvesuviana. L’amministrazione del parco ha avviato uno studio di fattibilità per includerla nella zona aperta al pubblico.