I talebani sono a 50 chilometri da Kabul
Ora stanno cercando di isolare la capitale, dove stanno arrivando migliaia di profughi e sono cominciate le operazioni di evacuazione delle ambasciate straniere
Venerdì i talebani hanno preso il controllo della città di Pul-i-Alam, nella provincia di Loghar, circa 50 chilometri a sud della capitale dell’Afghanistan, Kabul: una delle poche grandi città del paese ancora controllate dal governo centrale. L’intelligence statunitense stima che i talebani potrebbero essere pronti per attaccare Kabul tra circa un mese, ma in tutta la città sono già in corso le operazioni di evacuazioni del personale diplomatico e delle molte migliaia di cittadini afghani che avendo collaborato con gli Stati Uniti sarebbero a rischio in caso di riconquista da parte dei talebani.
L’offensiva dei talebani per riprendere il controllo dell’Afghanistan era cominciata a inizio luglio, dopo l’avvio del ritiro dell’esercito statunitense dal paese (secondo i piani approvati dal presidente Joe Biden, il ritiro si concluderà entro il prossimo 11 settembre). Si pensava che l’esercito e la polizia del governo centrale, per anni sostenuti ed equipaggiati dagli Stati Uniti, avrebbero potuto tenere testa ai talebani, ma in poche settimane è diventato chiaro che non è così.
Nell’ultima settimana i talebani hanno conquistato alcune delle città più importanti del paese – tra cui Herat, Kandahar e Ghazni – senza di fatto incontrare resistenza da parte delle forze governative. Anche nelle città maggiormente difese dal governo, esercito e polizia si sono di fatto sgretolati, tra fughe e diserzioni. Venerdì, il Pentagono ha detto che i talebani stanno cercando di isolare Kabul, prendendo il controllo di passaggi di frontiera, delle principali strade e di tutte le vie di comunicazione usate per ragioni economiche e commerciali. Il timore di molti ora è che i talebani possano in poco tempo ottenere nuovamente il controllo di tutto il paese, anche se è probabile che il governo centrale proverà a difendere con maggiore forza le aree che ancora controlla.
A Kabul l’esercito statunitense ha cominciato l’evacuazione del personale diplomatico e dei cittadini afghani che dopo aver lavorato per l’esercito ora rischiano ritorsioni da parte dei talebani. Il personale dell’ambasciata ha ricevuto l’ordine di cominciare a distruggere documenti, materiale riservato e qualunque cosa sia meglio non lasciare nelle mani dei talebani (come bandiere statunitensi che potrebbero essere usate per video o materiale di propaganda).
Un contingente di 3.000 soldati statunitensi sta arrivando in città in queste ore per aiutare con le operazioni di evacuazione; secondo un portavoce dell’esercito sarà possibile evacuare migliaia di persone ogni giorno. Circa 5.000 altri soldati che si trovano in basi in Qatar e Kuwait sono invece pronti ad essere inviati a Kabul in caso ce ne dovesse essere bisogno nelle prossime settimane.
Anche altri paesi che avevano uffici diplomatici a Kabul, tra cui Spagna, Danimarca, Paesi Bassi e Norvegia, hanno cominciato le operazioni di evacuazione del personale e il Regno Unito ha annunciato l’invio di circa 600 soldati che per le prossime settimane aiuteranno le operazioni di abbandono del paese. L’ambasciata britannica, così come quella della Germania, resteranno per ora aperte con il minimo indispensabile del personale; le ambasciate di Danimarca e Norvegia, invece, verranno subito chiuse.
Intanto, migliaia di profughi in fuga dalle zone conquistate dai talebani stanno arrivando verso Kabul e le ultime città ancora sotto il controllo del governo. A Kabul in migliaia si sono accampati intorno alla città in campi profughi improvvisati, mentre molti altri dormono nelle strade.