L’aria condizionata sarà un grosso problema
Si prevede che in futuro sarà sempre più utilizzata, con importanti conseguenze sociali ed economiche, oltre che sull'ambiente
Secondo un rapporto dell’Agenzia internazionale per l’Energia (IEA) citato dall’Economist, nel 2016 l’aria condizionata e i ventilatori hanno contribuito a quasi il 10 per cento dei consumi energetici a livello globale, e dal momento che l’utilizzo dei condizionatori sarà sempre più diffuso ci si aspetta che entro il 2050 i consumi saranno triplicati.
Nonostante in giornate di grande calore come queste migliori decisamente la qualità della vita di chi la utilizza, l’aria condizionata ha un impatto enorme sull’ambiente: più consumi equivalgono in genere a più emissioni di anidride carbonica, ovvero il principale dei gas serra responsabili del cambiamento climatico. E l’inquinamento prodotto dal suo utilizzo aggrava ulteriormente gli effetti del riscaldamento globale, che a loro volta rende l’uso dei condizionatori sempre più indispensabile. Ma non solo: uno studio pubblicato di recente sulla rivista Global Environmental Change evidenzia che un utilizzo ancora maggiore di aria condizionata avrà anche conseguenze sociali ed economiche, specialmente in certi paesi.
Lo studio è stato condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università della California di Berkeley e dell’Università tedesca di Mannheim, e ha preso in considerazione 16 paesi, tra cui Stati Uniti, Cina, India, Italia e Pakistan. I ricercatori hanno raccolto dati sul reddito delle famiglie e sul possesso o meno di un condizionatore, e li hanno messi in relazione con le temperature medie registrate per fare stime sull’andamento dell’utilizzo dell’aria condizionata in futuro.
In base alle analisi effettuate, si prevede che l’utilizzo dell’aria condizionata sarà sempre più diffuso, non soltanto per via dell’aumento delle temperature provocato dal cambiamento climatico, ma anche perché se la potranno permettere sempre più persone. Le analisi dei ricercatori dicono che nel mondo le famiglie che possedevano un condizionatore nel 2020 erano il 35 per cento, e i ricercatori stimano che nel 2050 saranno il 55 per cento. In Italia è stato calcolato che oggi abbia l’aria condizionata il 30 per cento della popolazione: secondo la ricerca nel 2050 sarà il 50.
Il fatto è che non se la potranno permettere proprio tutti, soprattutto nei paesi con economie fragili o comunque quelli dove ampie fasce della popolazione hanno redditi bassi.
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Secondo le previsioni dei ricercatori, in futuro l’aria condizionata sarà sempre più popolare ma continuerà a essere utilizzata soltanto dalle famiglie con reddito medio-alto, come peraltro confermano le osservazioni relative al 2020: questo significa che una fetta della popolazione avrà più benefici di un’altra, che invece risentirà in maniera evidente delle pesanti conseguenze del non averla.
In particolare, in paesi come la Cina la disponibilità economica delle famiglie e quindi l’uso dell’aria condizionata tenderanno ad aumentare: con l’aumento dei salari molte più persone supereranno un reddito di 10mila dollari, il parametro di riferimento considerato nello studio come soglia che divide redditi bassi da redditi medio-alti. In un paese come il Pakistan, il divario sarà ancora piuttosto ampio: si stima che nel 2050 avrà un condizionatore il 38 per cento delle famiglie pakistane a reddito medio-alto, contro il 5 per cento di quelle a reddito basso.
Lo studio indica che al di là dei consumi energetici e dell’inquinamento l’impiego più diffuso di aria condizionata avrà però effetti positivi. È stato calcolato che avere l’aria condizionata in casa salverebbe la vita a milioni di persone vulnerabili che a causa delle ondate di calore sempre più frequenti rischierebbero di morire per problemi cardiaci o per complicazioni legate a patologie già in essere: i ricercatori parlano di 550mila vite all’anno soltanto in India, un paese dove secondo precedenti studi ogni anno muoiono 630mila persone per cause legate al caldo, che entro il 2050 potrebbero diventare quasi 1 milione e mezzo.
Allo stesso tempo, dal momento che le fasce più povere dei paesi più poveri non potranno permettersela, è stato calcolato che anche la popolazione sana che fa parte di queste famiglie avrà più possibilità di subire effetti negativi o comunque di essere meno produttiva in caso di ondate di calore intense o prolungate.
Come aveva evidenziato una ricerca condotta presso l’Università di Harvard nel 2018, nei giorni di temperature sopra la media, senza aria condizionata, si verifica un marcato calo delle funzioni cognitive, e questo potrebbe influire sulle prestazioni di chi studia o chi lavora, con conseguenze anche non trascurabili sull’economia.
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