La notte in cui fu costruito il muro di Berlino

Era il fine settimana di 60 anni fa: ci vollero poche ore, migliaia di soldati e tonnellate di filo spinato

Soldati che chiudono una strada con il filo spinato a Berlino Est, agosto 1961. (Photo by Keystone/Hulton Archive/Getty Images)
Soldati che chiudono una strada con il filo spinato a Berlino Est, agosto 1961. (Photo by Keystone/Hulton Archive/Getty Images)

La notte tra il 12 e il 13 agosto del 1961, 60 anni fa, iniziò la costruzione del muro di Berlino, che era lungo 155 chilometri e divise la città in due fino alla fine della Guerra Fredda. Fu messo in piedi tra la mezzanotte e l’alba di un fine settimana d’estate, mentre tanti erano fuori città. Alla sua realizzazione lavorarono migliaia di persone utilizzando tonnellate di filo spinato e separando, da un giorno all’altro, strade, piazze ed edifici. Sempre nell’arco della stessa notte furono interrotti anche tutti i collegamenti urbani: alle 6 di mattina erano già state chiuse quasi duecento strade, una sessantina di incroci e 12 stazioni di treni.

Il muro di Berlino, che divise la città per 28 anni, fu costruito dalla Repubblica Democratica Tedesca (Germania Est, la DDR), alleata dell’Unione Sovietica, per separare Berlino Est da Berlino Ovest, che si trovava nel territorio della DDR ma era amministrata da Francia, Regno Unito e Stati Uniti. La divisione era stata decisa dopo la fine della Seconda guerra mondiale.

Tra il 1949 e il 1961 milioni di tedeschi si erano spostati a Berlino Ovest, attratti dalle maggiori libertà e dalle condizioni di vita migliori: il muro fu costruito per impedire che le persone continuassero ad andarsene. Accadde tutto nel giro di poche ore, senza preavviso.

La sera del 12 agosto Walter Ulbricht, il capo di Stato della DDR, invitò i membri del governo nella sua residenza su un lago a 80 chilometri da Berlino, senza dare spiegazioni. Nel frattempo, nel quartier generale dell’esercito erano arrivate una serie di scatole chiuse, accompagnate dall’ordine di aprirle solo alle 20: erano piene del filo spinato che serviva per imbastire il muro. Verso mezzanotte, Ulbricht disse ai suoi ospiti che erano già in corso delle operazioni per prendere alcune misure di sicurezza al confine tra Berlino Est e Berlino Ovest: era cominciata la cosiddetta “Operation Rose”.

Tra mezzanotte e l’una, più di 40mila soldati si riunirono a Berlino con l’obiettivo di creare due linee di sicurezza intorno al confine per bloccare l’eventuale passaggio di veicoli e persone, lasciando scoperti solo 13 posti di blocco. Avevano con sé circa 150 tonnellate di filo spinato, sistemato in rotoli. Verso l’una di notte vennero spenti tutti i lampioni, e la costruzione del muro cominciò, attraverso un enorme e variegato dispiegamento di forze, che oltre all’esercito comprendeva diverse unità di polizia e anche 12mila membri del “Betriebskampfgruppen” (milizie dei lavoratori), un’organizzazione armata di lavoratori che faceva parte della DDR.

– Guarda anche: Le foto della costruzione del muro di Berlino

L’operazione cominciò a Potsdamer Platz, uno degli incroci più trafficati della città: le forze armate e le milizie cominciarono a circondare col filo spinato Berlino Ovest, che aveva un perimetro di circa 155 chilometri, rompendo anche le strade e i marciapiedi del centro di Berlino per rafforzare le barricate con dei pezzi di asfalto. Attraversarono parchi, cimiteri, piazze ed edifici. In alcuni casi, vennero letteralmente divise le abitazioni attraversate dal confine che le forze armate stavano sigillando: il caso più noto è quello di Bernauer Strasse, in cui le entrate e le finestre al piano terra di alcuni edifici vennero murate, e gli abitanti poterono continuare a entrare nelle loro case solo dalla parte dei cortili che si trovavano a Berlino Est.

Mentre le forze armate continuavano a imbastire il muro, i furgoni dell’esercito distribuivano un numero preciso di soldati in ogni posto di blocco. Su indicazione di Ulbricht, i soldati erano armati in modo sufficiente per spaventare chi avesse voluto passare senza che la situazione sfuggisse di mano. L’obiettivo, infatti, non era scatenare una guerra, ma impedire che gli abitanti di Berlino Est lasciassero la città, costringendoli fisicamente entro i suoi confini.

Poi, verso l’una e mezza, vennero interrotti tutti i trasporti pubblici che portavano a Berlino Ovest: i binari dei treni furono fisicamente sbarrati, mentre le stazioni ferroviarie vennero chiuse. Fu un lavoro enorme, ma Berlino dormiva. Verso le prime ore del mattino, mentre la costruzione del muro era ancora in corso a pieno ritmo, le radio cominciarono a raccontare quanto stava accadendo, e chi si svegliava vedeva dalle proprie finestre i carri armati e la massa di filo spinato al confine. Le forze armate ne avevano usati circa 10mila chilometri.

Alle 6 di mattina i berlinesi si trovarono di fronte a 193 strade chiuse, così come 68 incroci e 12 stazioni dei treni inagibili. Alcuni si chiesero cosa fosse successo, altri urlarono verso le guardie di frontiera, che risposero coi lacrimogeni.

Quando le guardie annunciarono alla città con gli altoparlanti che il confine era chiuso, moltissime persone impacchettarono le proprie cose e corsero alla stazione per raggiungere Berlino Ovest in treno, ma i collegamenti erano già stati interrotti. Provarono allora a telefonare ai loro parenti e amici che vivevano a Berlino Ovest, ma anche i collegamenti telefonici erano stati interrotti. Cominciarono quindi a salutare da lontano dalle finestre di casa, dalle macchine, o arrampicandosi dove potevano.

Due bambine salutano i nonni da un lato all’altro del filo spinato, 14 agosto 1961 (Keystone/Getty Images)

Il muro di Berlino divenne il simbolo della Guerra Fredda, rimase in piedi per 10.315 giorni, e fu abbattuto il 9 novembre del 1989. Più di 5mila persone riuscirono a scavalcarlo e a scappare. Circa 140 morirono nel tentativo di farlo.