Uno dei più antichi quotidiani d’Europa rischia di chiudere
L'austriaco Wiener Zeitung fu fondato nel 1703, ma il suo futuro dipende da una decisione del cancelliere Sebastian Kurz
Il Wiener Zeitung, uno dei quotidiani più antichi d’Europa tuttora pubblicati, rischia di chiudere a causa delle nuove politiche previste dal governo del cancelliere austriaco Sebastian Kurz. Fondato nel 1703 con il nome di Wiennerisches Diarium (“il Diario di Vienna”), il Wiener Zeitung ha raccontato più di tre secoli di storia dell’Austria, e per decenni è stato la gazzetta ufficiale del paese; oggi è controllato interamente dal governo, ma dall’anno prossimo per il giornale le cose potrebbero mettersi molto male.
Per legge gli annunci di lavoro della Pubblica amministrazione e i bilanci annuali delle imprese austriache devono essere pubblicati sul Wiener Zeitung, cosa che da un lato gli ha attirato diverse critiche, ma dall’altro gli garantisce buone entrate, e un fatturato di circa 20 milioni di euro all’anno. Entro la fine del 2022, però, il governo austriaco prevede di allinearsi a una normativa europea che prescrive la diffusione dei documenti relativi alle imprese soltanto in formato digitale. Non è però l’unica cosa che minaccia la sua sopravvivenza: ha un ruolo infatti anche la sua posizione nei confronti di Kurz.
Domenica 8 agosto il Wiener Zeitung ha festeggiato il suo 318mo anniversario. Fu aperto da una società privata ma passò sotto il controllo dello stato a partire dal 1857, quando la famiglia reale degli Asburgo si rifiutò di rinnovare la licenza ai proprietari per il modo in cui il giornale aveva sostenuto le idee liberali emerse dai moti del 1848. Per dare l’idea della sua longevità, nel 1768 il Wiener Zeitung raccontò di un dodicenne «particolarmente talentuoso», riferendosi a Wolfgang Amadeus Mozart, e anche dopo essere stato chiuso dai nazisti, nel 1939, riprese le pubblicazioni nel 1945, con la fine della Seconda guerra mondiale.
Nonostante oggi abbia una circolazione relativamente contenuta, il Wiener Zeitung è letto per lo più da un pubblico istruito ed è considerato un simbolo dell’informazione di qualità e indipendente.
Rispondendo alle critiche ricevute dai partiti dell’opposizione sull’applicazione delle norme europee, ad aprile Kurz aveva detto che il Wiener Zeitung «dovrebbe diventare LA ‘bacheca’ digitale e trasparente della repubblica». Le sue dichiarazioni però avevano attirato ancora più critiche, perché sembravano sminuire la storia di un giornale di più di trecento anni. In seguito, Kurz aveva aggiunto che «non è compito della repubblica gestire e finanziare un quotidiano».
A maggio diversi politici molto noti in Austria, tra cui l’ex cancelliere socialdemocratico Christian Kern, avevano firmato una lettera aperta per chiedere che il giornale venisse preservato. Nella lettera sottolineavano che «ogni voce persa nel mercato dei giornali erode la varietà e il pluralismo dei media», soprattutto «in un momento in cui il giornalismo di qualità sobrio, basato sui fatti e indipendente è più importante che mai». Peraltro in Austria, un paese di quasi 9 milioni di abitanti, ci sono soltanto 14 quotidiani: per fare un confronto, la Svizzera ha più o meno lo stesso numero di abitanti e 44 quotidiani soltanto in tedesco.
Ma oltre alla burocrazia c’è anche un altro motivo per cui il futuro del Wiener Zeitung è a rischio. Secondo Politico, infatti, c’entra anche il modo in cui il quotidiano si occupa della figura di Kurz, in particolare rispetto alle indagini in cui è coinvolto.
Il Wiener Zeitung non è particolarmente critico nei confronti di Kurz, ma non lo sostiene nemmeno apertamente. I giornali che invece lo appoggiano, o che quantomeno ne parlano in maniera positiva, sono prevalentemente i tabloid, i più letti nel paese assieme al Kronen Zeitung, che è tendente al centrodestra ed è il principale quotidiano austriaco. In un certo senso, quindi, il Wiener Zeitung non è funzionale alla strategia mediatica del cancelliere, dice Politico.
Negli ultimi mesi però Kurz ha subìto pesanti critiche per il grosso scandalo di corruzione in cui è coinvolto. Il cancelliere austriaco è indagato per aver dichiarato il falso davanti a una commissione d’inchiesta parlamentare su un caso di corruzione che aveva fatto cadere il precedente governo, nel 2019. Secondo alcuni osservatori, inoltre, avrebbe tentato di manipolare i media e di intimidire i giornalisti più agguerriti, provando a offrire presunti vantaggi economici ai tabloid garantendo loro ricavi tramite le pubblicità del governo, per ingraziarseli.
Da questo punto di vista, secondo parte della redazione del Wiener Zeitung – composta da circa 60 giornaliste e giornalisti –, Kurz potrebbe invece decidere di sfruttare il giornale tornando a utilizzarlo come strumento per far circolare le idee del governo, salvando così sia il quotidiano, sia la sua reputazione. Nel frattempo, il direttore Walter Hämmerle sta cercando di coinvolgere investitori esterni e di trovare le risorse per continuare a pubblicare il Wiener Zeitung e a mantenere alta la sua qualità.
– Leggi anche: I giornali che ricevono i contributi pubblici in Italia