Cosa succede all’Inter
A pochi giorni dalla nuova stagione, il ridimensionamento della squadra iniziato dopo la vittoria dello Scudetto non è ancora finito
A meno di tre mesi dalla fine dell’ultimo campionato di Serie A, l’Inter non è più la squadra che ha vinto lo Scudetto. Le complicate situazioni economiche del club unite a quelle della sua proprietà, il gruppo cinese Suning, ne hanno ridimensionato valore e ambizioni, oltre a creare malumori e perplessità nel suo ambiente e tra i tifosi.
L’Inter di oggi non ha più Antonio Conte, l’allenatore a cui era stata riconosciuta gran parte del merito per la vittoria netta di uno Scudetto che mancava da undici anni. Non ha più Achraf Hakimi, il terzino destro marocchino che da solo aggiungeva valore all’intera squadra, e a brevissimo non avrà più il suo giocatore più simbolico, Romelu Lukaku, centravanti belga autore di 64 gol in due stagioni.
Conte era stato il primo a lasciare l’Inter: non essendo disposto a sottostare ai tagli alla spesa previsti dalla società, a maggio aveva risolto il suo contratto con un anno di anticipo. Dopo Conte l’Inter si è privata di Hakimi, acquistato un anno fa per un prezzo stimato in 40 milioni di euro (più 5 di eventuali bonus) e venduto al Paris Saint-Germain per circa 60 milioni di euro (più 11 di eventuali bonus). Dopo la cessione, l’amministratore delegato Giuseppe Marotta aveva detto che con i soldi incassati l’Inter «avrebbe potuto respirare» e quindi evitare «altre cessioni dolorose».
A meno di un mese dall’inizio del campionato, però, la cessione di Lukaku al Chelsea è ormai vicina alla conclusione per un prezzo stimato attorno ai 115 milioni di euro. Secondo indiscrezioni, il Chelsea avrebbe approfittato della situazione economica dell’Inter per mettere in difficoltà la proprietà con un’offerta sostanziosa per un giocatore di cui inizialmente non era prevista la cessione. Lo stesso Lukaku si sarebbe convinto del trasferimento visto il ridimensionamento dell’Inter, con cui difficilmente avrebbe potuto ripetere i successi della passata stagione.
Quest’ultima cessione ha creato malumori tra i tifosi e secondo la stampa anche all’interno della società, con la parte sportiva del club in disaccordo con quella prettamente dirigenziale. Ha inoltre peggiorato la percezione delle difficoltà economiche, di cui si parlava da mesi ma il cui periodo peggiore sembrava passato.
In una stagione e mezza disputata durante la pandemia, l’Inter ha perso tra i 150 e i 200 milioni di euro. Le perdite sono state simili a quelle degli altri grandi club europei, ma a peggiorare la situazione si sono aggiunte quelle del gruppo proprietario, non così ingenti, ma sufficienti ad avviare un rigido piano di contenimento. Come ha scritto Marco Bellinazzo sul Sole 24 Ore, durante la pandemia il conglomerato Suning ha sofferto la crisi della vendita al dettaglio (il suo settore di maggior interesse) e gli effetti di alcuni investimenti intrapresi nel momento sbagliato, come l’acquisto delle attività cinesi della catena Carrefour.
Per arginare le difficoltà, Suning ha ricevuto per tempo 1,14 miliardi di euro da entità statali cinesi in cambio del 17 per cento delle quote del suo settore e-commerce. Nonostante gli imprevisti e i conseguenti tagli alle spese secondarie, il gruppo è rimasto comunque uno dei più redditizi in Cina, con un fatturato annuo compreso tra i 50 e i 60 miliardi di dollari.
L’Inter è stata una di quelle attività secondarie a cui Suning ha smesso di erogare credito, dopo anni in cui ci aveva investito complessivamente 700 milioni di euro. Senza nuove immissioni di denaro, e senza la liquidità garantita da biglietti e abbonamenti, dall’agosto del 2020 l’Inter ha prima bloccato e poi diminuito le sue spese. Dopo la vittoria dello Scudetto, la proprietà ha imposto una diminuzione di almeno un decimo del monte ingaggi e circa 80 milioni di euro di guadagni dalla compravendita di calciatori.
Nel frattempo, per garantirsi liquidità e quindi la continuità di gestione, la società creata da Suning per controllare l’Inter ha ottenuto un prestito di 275 milioni di euro dal fondo americano Oaktree. Secondo gli accordi, se Suning non dovesse riuscire a ripagarlo entro tre anni, il fondo potrà rilevare l’Inter a poco più della metà della valutazione di circa 1 miliardo di euro fatta dalla proprietà (metà in cui sono compresi oltre 300 milioni di debiti pregressi).
La costruzione della squadra sta proseguendo in vista della prossima stagione. Conte è stato sostituito con Simone Inzaghi, un allenatore meno esperto ma che potrà far proseguire il progetto tecnico nella stessa direzione. Hakimi e Lukaku verranno invece rimpiazzati utilizzando soltanto una parte minima degli introiti derivati dalle loro cessioni. Le ultime dichiarazioni del presidente Steven Zhang, figlio del fondatore di Suning, risalgono a inizio giugno, quando aveva detto: «Come tutti i più grandi club del mondo, stiamo affrontando una situazione economica complicata e ci stiamo adattando a una fase complessa del settore. Dobbiamo essere coraggiosi e resilienti per adeguarci alla pressione finanziaria sul club».
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