Gli elefanti che vagavano da mesi nel sud della Cina stanno tornando a casa
Dopo un anno e mezzo di marcia, e dopo che le autorità avevano provato in tutti i modi a intervenire sul loro percorso
Lunedì le autorità cinesi hanno detto che il gruppo di elefanti che nell’aprile dell’anno scorso aveva lasciato una riserva naturale del sud-ovest della Cina, iniziando una marcia di circa 500 chilometri e causando danni a edifici e vegetazione, sta tornando piano piano verso casa.
Nei circa 17 mesi in cui gli elefanti sono stati lontani dalla riserva, la loro storia è stata molto raccontata sia sui media nazionali che dai giornali internazionali. Secondo l’agenzia di stampa cinese Xinhua, in questo periodo 25mila agenti di polizia hanno tenuto sotto controllo il loro percorso usando decine di mezzi di pattuglia e droni, e per agevolare il loro rientro ed evitare danni sono state evacuate temporaneamente 150mila persone.
Domenica gli animali sono stati ripresi mentre attraversavano un ponte vicino a Yuxi, nella provincia dello Yunnan, circa 200 chilometri a nord della riserva, seguendo un sentiero che era stato creato appositamente per aiutarli a rientrare.
Tutto era cominciato nella primavera del 2020, quando i 15 animali – sei femmine e tre maschi adulti e sei esemplari più giovani – si erano allontanati dalla riserva naturale Mengyang, che si trova nella prefettura autonoma Dai di Xishuangbanna, una suddivisione amministrativa nella provincia dello Yunnan, poche decine di chilometri a nord del confine con Laos e Myanmar. Da allora, il branco ha percorso più di 500 chilometri spostandosi verso nord, attraversando e danneggiando diverse coltivazioni, e avvicinandosi in più occasioni a paesini e città, con danni stimati intorno al milione di euro.
Nell’arco di questi mesi, tutti i tentativi fatti per persuadere gli elefanti a rientrare alla riserva di Mengyang erano falliti. Per provare a indirizzarli sul percorso verso casa sono state coinvolte centinaia di persone, che hanno adoperato esche e allestito sia recinti elettrificati che nuovi percorsi in diversi punti.
All’inizio di giugno, quando il gruppo di animali era arrivato vicino alla periferia di Kunming – un’area densamente popolata con oltre sette milioni di abitanti, circa 500 chilometri a nord della riserva da cui erano partiti – le autorità locali avevano usato dei camion come barricate per impedire loro l’accesso in città.
Pochi giorni dopo, gli animali erano stati fotografati mentre dormivano nei pressi di Shijie, alcuni chilometri a sud-est di Kunming; da lì, era lentamente ripreso il loro cammino verso la riserva. Durante la marcia, uno degli animali si era separato dal gruppo ed era stato preso dalle autorità, che lo avevano riportato nella riserva.
Non è ancora chiaro come mai il gruppo di animali avesse deciso di abbandonare la riserva.
Gli elefanti hanno strutture sociali piuttosto complesse, organizzate in gruppi di femmine con una stretta parentela, che fanno riferimento a una matriarca; tradizionalmente vivono in aree isolate, lontani dalla presenza dell’uomo, ma non è raro che alcuni di loro si aggirino per piccoli paesi e piantagioni.
Una delle ipotesi più condivise è che la matriarca del gruppo non fosse molto esperta e avesse portato il suo gruppo a vagare tra le province cinesi in cerca di un nuovo habitat.
Come ha spiegato al giornale cinese Global Times il professore dell’Università Normale di Pechino Zhang Li, esperto di conservazione di elefanti, lo sviluppo di nuove opere architettoniche ha modificato le caratteristiche del loro habitat, eliminando gradualmente le «zone cuscinetto» tra le aree in cui vivono e le zone abitate dall’uomo, aumentando così le occasioni di incontro con alcuni esemplari.
La popolazione di elefanti selvatici nello Yunnan è di circa 300 esemplari. Questi animali sono tutelati e trattati con maggiore attenzione dagli anni Ottanta, anche grazie ad alcune leggi per renderli specie protette, che hanno permesso alla popolazione di aumentare di quasi 100 esemplari in circa 40 anni.
La storia degli elefanti che si sono allontanati dalla riserva vagando nel sud della Cina per quasi un anno e mezzo è stata utilizzata anche come strumento di propaganda. A giugno sul Global Times, che è controllato dal Partito comunista cinese, è stato pubblicato un articolo intitolato: «La cura della Cina per gli elefanti itineranti riflette un’adorabile immagine nazionale che l’Occidente non può deformare».