Laurel Hubbard ha annunciato il ritiro dal sollevamento pesi
Lunedì era diventata la prima atleta transgender a partecipare ai Giochi olimpici, poi era stata eliminata alla prima gara
Martedì Laurel Hubbard, prima atleta transgender a partecipare ai Giochi olimpici, ha annunciato che si ritirerà dalla competizioni professionistiche di sollevamento pesi, dopo essere stata eliminata lunedì nel corso della gara 87 chili: Hubbard veniva data tra le favorite per una medaglia, ma non è riuscita a completare nessun sollevamento valido.
«Ho raggiunto ormai una certa età; anzi, a essere onesti l’ho raggiunta qualche tempo fa. La mia attività sportiva è ormai dovuta a quantità enormi di anti infiammatori e probabilmente per me è il momento di pensare di appendere le scarpe al chiodo e concentrarmi su altre cose nella mia vita».
Hubbard è neozelandese, ha 43 anni e prima di aver completato il suo percorso di transizione nel 2013 aveva gareggiato nelle categorie maschili senza particolari successi. A giugno aveva ottenuto i requisiti per partecipare ai Giochi Olimpici, sia grazie alle linee guida stabilite nel 2015 dal Comitato Olimpico Internazionale (CIO) per la partecipazione delle atlete transgender alle categorie femminili sia per via della riduzione del numero di gare richieste per la qualificazione decisa dalla Federazione mondiale di sollevamento pesi (IWF).
Nonostante questo, la sua partecipazione ai Giochi olimpici aveva creato numerose polemiche, anche tra le altre atlete, alcune delle quali avevano sostenuto che Hubbard avesse un presunto vantaggio biologico rispetto alle altre donne.
Dopo la gara di lunedì, Hubbard aveva ringraziato il pubblico, che l’aveva incitata calorosamente, e il CIO per averle consentito di partecipare.
Annunciando il suo ritiro, Hubbard ha detto di non sentirsi come un modello da seguire, ma ha aggiunto di essere ben consapevole che il suo è stato un passo importante. «Non sono sicura che essere un modello da seguire sia qualcosa a cui potrei aspirare, ma spero piuttosto che la mia presenza qui [a Tokyo] possa essere un incoraggiamento. Spero che le persone che stanno affrontando difficoltà o problemi nella loro vita, non necessariamente legate allo sport, vedano che ci sono opportunità nel mondo, opportunità di vivere in maniera autentica e così come siamo».
«Non penso che [la mia partecipazione alle Olimpiadi] sia un evento storico. Penso che più entriamo in un mondo nuovo e pieno di comprensione, più la gente comincia a capire che le persone come me sono semplicemente persone», ha aggiunto Hubbard.