Come ha vinto Marcell Jacobs
Immagini e numeri di una finale iniziata così-così, proseguita in rimonta e terminata “in controllo” dopo aver toccato i 43 chilometri orari
Domenica pomeriggio Marcell Jacobs ha vinto la medaglia d’oro nella finale maschile dei 100 metri alle Olimpiadi di Tokyo, una gara dominata per anni dal giamaicano Usain Bolt e mai vinta nella storia dei Giochi da un italiano.
Per vincere l’oro olimpico Jacobs ha corso i 100 metri in 9 secondi e 80 centesimi: il suo miglior tempo di sempre, che ha abbassato di 4 centesimi il suo precedente miglior tempo, fatto nella semifinale di poche ore prima; e in semifinale aveva a sua volta migliorato il suo precedente miglior tempo, fatto nelle batterie di qualificazione di sabato.
Fino a prima delle Olimpiadi, invece, il suo miglior tempo – già quello record italiano – era di 9 secondi e 95 centesimi. Con quel tempo, però, nella finale di Tokyo non sarebbe nemmeno arrivato sul podio.
Nel correre i suoi 100 metri più veloci di sempre e vincere così l’oro olimpico Jacobs ha dovuto fare una gara in rimonta, perché il suo tempo di reazione è stato più alto rispetto a quelli di tutti gli altri centometristi al via, e perché i suoi primi metri sono stati più lenti di quelli di alcuni suoi avversari.
Watch the way Marcell Jacobs sprinted ahead of the competition to win the men’s 100-meter dash in 9.80 seconds. Fred Kerley finished in 9.84 and Andre De Grasse was third with 9.89. https://t.co/uqNiPWX2fe pic.twitter.com/wveOjpVyRj
— The New York Times (@nytimes) August 1, 2021
Tra gli otto atleti al via alla finale olimpica, comunque, non c’era un vero favorito.
Non c’era Bolt, che si è ritirato nel 2017. Non c’era il campione del mondo in carica, lo statunitense Christian Coleman, che sta scontando una squalifica per doping. E non c’era nemmeno l’altro forte statunitense Trayvon Bromell, che a giugno aveva corso i 100 metri in 9,77 secondi ma che a Tokyo non è riuscito ad andare oltre la semifinale.
Tra l’altro, gli otto atleti della finale olimpica sono presto diventati sette: in conseguenza della squalifica per falsa partenza del britannico Zharnel Hughes, che era in quarta corsia, alla destra di Jacobs, il quale, a differenza di molti altri centometristi al via, non ha quasi nemmeno reagito alla falsa partenza di Hughes ed è restato sui blocchi.
Alla seconda partenza, quella buona, Jacobs è stato meno veloce nello scatto rispetto a quasi tutti i suoi avversari. Fred Kerley, statunitense in quarta corsia, ha avuto un tempo di reazione allo sparo pari a 128 millesimi di secondo; quello di Jacobs è stato invece di 161 millesimi. Pochissimo, in termini assoluti; non poco in una gara che si vince o si perde per centesimi di secondo.
I primissimi metri di Jacobs – che prima dei 100 metri si era dedicato soprattutto al salto in lungo – sono stati quindi in rimonta, con una corsia vuota alla sua destra e con l’atleta che era partito più forte di tutti ancora più a destra.
Come mostrano le immagini e come racconta il New York Times dopo avere incrociato dati e oltre 100 fotografie scattate agli atleti durante la finale, Kerley è stato in testa per i primi 20 metri circa. E la sua velocità è sempre stata di pochissimo superiore a quella di Jacobs: non solo è partito “prima”, è anche stato più veloce nel primo quinto di gara.
Se si guarda un’analisi di chi è stato più veloce metro-per-metro durante tutta la gara, si nota che oltre a Kerley, anche il cinese Su Bingtian e lo statunitense Ronnie Baker – rispettivamente in sesta e settima corsia – nel primo quarto sono stati in alcuni tratti più veloci di Jacobs.
Tra il 25esimo e l’85esimo metro Jacobs è stato però il più veloce ad ogni metro, cosa che gli ha permesso di recuperare lo svantaggio e accumulare un po’ di vantaggio che gli è tornato utile nella parte finale di gara, per resistere al recupero dalla nona corsia del canadese Andre de Grasse e a quello di Kerley (Kerley è stato più veloce di Jacobs negli ultimi 5 metri).
Kerley, infatti, è arrivato a gareggiare i 100 metri dopo aver avuto un’ottima carriera nei 400: è un atleta che quindi fatica nella prima parte di gara, ma che poi riesce a fare grandi finali, in progressione.
In effetti Kerley ha recuperato qualcosa verso il traguardo, ma non abbastanza per superare Jacobs, che nel fare il movimento finale prima della linea d’arrivo ha perfino trovato tempo e modo di dare un’occhiata alla sua destra, per controllare la posizione degli avversari.
Jacobs ha vinto in 9 secondi e 80 centesimi: 4 in meno rispetto a Kerley e 9 in meno rispetto a de Grasse (che nella foto qui sotto non si vede).
Con il suo “vecchio” record italiano, il 9,95 fatto prima delle Olimpiadi, Jacobs sarebbe arrivato quinto, insieme a Baker, lo statunitense in settima corsia.
Nella finale olimpica la velocità media di Jacobs è stata di poco inferiore ai 37 chilometri orari. La massima – più alta di quella di ogni altro avversario e raggiunta al 72esimo metro, più in là rispetto a quasi tutti gli altri – è stata di poco superiore ai 43 chilometri orari (una velocità che molti faticano a toccare in bicicletta).
È interessante riguardare la gara a velocità ridotta: per farlo basta andare sulle “Impostazioni” del video YouTube e scegliere di diminuire la velocità di riproduzione (con la premura, però, di togliere prima l’audio, che altrimenti l’effetto non è granché piacevole).
Dopo la gara, e prima di complimentarsi per aver fatto «qualcosa di fantastico», Kerley ha detto di Jacobs: «Non sapevo davvero niente di lui». Ora invece Jacobs è il vincitore della gara olimpica dei 100 metri piani, dopo tre vittorie consecutive di Bolt, il più popolare personaggio dell’atletica leggera di questo secolo.
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