Da febbraio il 98,8% dei morti di COVID-19 non aveva completato il ciclo vaccinale
Lo dice l'Istituto superiore di sanità, che ha analizzato i dati delle persone morte negli ultimi mesi
Dall’1 febbraio al 21 luglio, il 98,8% delle persone che sono morte di COVID-19 non aveva completato il ciclo vaccinale. Il dato è stato pubblicato dall’Istituto superiore di sanità.
L’ISS ha scelto di iniziare l’analisi dall’1 febbraio perché a partire da quella data erano trascorse cinque settimane dal completamento del ciclo delle persone che si sono vaccinate per prime, soprattutto gli operatori sanitari. In totale, al 21 luglio erano 22,1 milioni le persone vaccinate con ciclo vaccinale completo (è completo dopo che sono passati 14 giorni dalla seconda dose).
I dati in sostanza dicono che dall’1 febbraio al 21 luglio i morti per COVID-19 che avevano completato il ciclo vaccinale sono stati 423, pari all’1,2% dei 35.776 morti totali. Il 98,8% dei morti, quindi, non aveva completato il ciclo vaccinale.
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I tempi considerati sono importanti e sono anche un limite dell’analisi, perché nei primi mesi della campagna vaccinale la maggior parte della popolazione non poteva avere accesso ai vaccini. Al contrario, negli ultimi mesi considerati dall’analisi, giugno e luglio, una quota significativa della popolazione aveva completato il ciclo vaccinale.
Per avere un quadro più preciso sarebbe stato interessante confrontare l’andamento giornaliero o settimanale della differenza tra i morti non vaccinati e i pochi che avevano completato il ciclo vaccinale; oppure fare un approfondimento su una specifica categoria, come quella degli operatori sanitari. Per questo l’ISS, nelle note del rapporto, ha specificato che l’analisi «non può fornire informazioni circa l’efficacia della vaccinazione ma viene fornito con finalità puramente descrittive».
L’analisi di un campione di 70 cartelle sanitarie tra i 423 morti con ciclo vaccinale completo ha permesso di capire alcuni dei motivi del decesso. L’ISS ha segnalato che l’età media di queste persone era «decisamente elevata», 88,6 anni. In totale, l’età media dei pazienti deceduti e positivi a SARS-CoV-2 è 80 anni. Inoltre, queste persone soffrivano di un numero medio di patologie alto, cinque, rispetto alle 3,7 rilevate tra la popolazione generale considerata nello studio: le complicanze più diffuse sono state l’insufficienza respiratoria acuta e le sovrainfezioni.
L’ISS ha aggiunto che ci possono essere due possibili spiegazioni. La prima è che pazienti anziani e con diverse patologie sono più a rischio: possono avere una risposta immunitaria ridotta rispetto alla popolazione generale e, anche se vaccinati, possono essere più soggetti alle complicanze causate dalla COVID-19. La seconda spiegazione è più statistica: l’analisi dell’ISS analizza soprattutto le morti tra gli anziani perché sono stati i primi a essere vaccinati.