La commissione d’inchiesta sull’assalto al Congresso
Si è aperta martedì a Washington con le testimonianze dei poliziotti feriti, e dopo il boicottaggio del Partito Repubblicano
Martedì si è aperta a Washington la commissione d’inchiesta della Camera sull’assalto all’edificio del Congresso compiuto il 6 gennaio da un gruppo di sostenitori dell’ex presidente Donald Trump, che cercava di fermare il voto di certificazione della vittoria di Joe Biden alle elezioni presidenziali. I lavori della commissione si sono aperti con le testimonianze degli agenti di polizia che furono travolti e picchiati dagli assalitori violenti, e sono stati caratterizzati dalle polemiche politiche, dopo che il Partito Repubblicano aveva di fatto boicottato la commissione.
Le trattative al Congresso sulla formazione di una commissione d’inchiesta sull’assalto del 6 gennaio, in cui morirono cinque persone e più di 140 furono ferite, vanno avanti da mesi: il Partito Democratico avrebbe voluto creare una grande commissione d’inchiesta bicamerale come quella sugli attacchi dell’11 settembre 2001, ma è stato bloccato dal Partito Repubblicano, i cui membri e la cui dirigenza sono ancora in larghissima maggioranza fedeli a Donald Trump. In questi mesi molti parlamentari repubblicani hanno cercato di sminuire la portata degli avvenimenti del 6 gennaio e alcuni, i più estremisti, hanno perfino preso le difese degli assalitori.
I Democratici hanno quindi deciso di creare una “select committee” alla Camera, cioè una commissione speciale per indagare sui fatti del 6 gennaio, e anche in questo caso hanno subìto il boicottaggio dei Repubblicani: Kevin McCarthy, il capogruppo del Partito Repubblicano alla Camera, qualche settimana fa aveva proposto come componenti repubblicani della commissione alcuni dei deputati più fedeli a Trump, che avevano votato contro la certificazione dell’elezione e che in questi mesi avevano sminuito la violenza dell’assalto al Congresso. Dopo che Nancy Pelosi, la presidente della Camera, aveva rifiutato questi membri, i Repubblicani hanno abbandonato la commissione, lasciando i loro seggi vacanti.
Ai lavori hanno partecipato soltanto due Repubblicani, entrambi critici di Donald Trump ed entrambi in polemica aperta con il proprio partito: Liz Cheney e Adam Kinzinger.
In particolare, il discorso di Cheney in apertura dei lavori è stato molto citato, anche per le critiche rivolte al proprio partito: «Siamo così accecati dalle rivalità politiche da gettare via il miracolo americano? Davvero odiamo i nostri avversari politici più di quanto amiamo il nostro paese e rispettiamo la nostra costituzione?».
La parte più importante della prima giornata della commissione d’inchiesta è stata però la testimonianza di quattro agenti della Capitol Police, cioè del corpo di polizia che ha il compito specifico di sorvegliare e proteggere l’edificio del Congresso, e che il 6 gennaio si trovò male armato, mal preparato e in inferiorità numerica. Numerosi agenti furono travolti dagli assalitori rabbiosi, alcuni furono circondati e malmenati. Uno di loro, Brian Sicknick, ebbe due attacchi di cuore a seguito dell’assalto e morì qualche ora dopo.
Tutti e quattro gli agenti hanno fatto testimonianze molto dure e piene di particolari sulla violenza e sul movente politico degli assalitori. Uno di loro, Michael Fanone, ha raccontato di essere stato circondato dagli assalitori trumpiani, che gli hanno preso la pistola e hanno cominciato a colpirlo con le scariche elettriche del suo taser, ripetutamente, mentre attorno a lui alcuni manifestanti incitavano a ucciderlo con la sua stessa pistola. Fanone, come i suoi colleghi, ha criticato i parlamentari che in questi mesi hanno cercato di sminuire i fatti del 6 gennaio: «È vergognoso!», ha urlato, battendo una mano sul tavolo.
Un altro agente, Aquilino A. Gonell, ha raccontato come gli assalitori dentro all’edificio del Congresso continuassero a dire: «Ci ha inviato Trump».
Le udienze della commissione continueranno nelle prossime settimane, e probabilmente i Repubblicani manterranno il loro boicottaggio. Martedì il capogruppo McCarthy, poco prima dell’inizio dell’udienza, ha tenuto una conferenza stampa in cui ha addossato su Pelosi le colpe per l’impreparazione della sicurezza al Congresso il giorno dell’assalto. Anche se su questo tema ci saranno probabilmente altre indagini, numerose inchieste hanno sostenuto che l’amministrazione Trump, allora ancora in carica, abbia avuto un ruolo soprattutto nella risposta molto lenta delle forze dell’ordine dopo l’assalto.