Cosa ha deciso il governo sul Green Pass
Dal 6 agosto sarà necessario per entrare nei ristoranti al chiuso, al cinema e in molti altri posti: per il momento non sono state date indicazioni sul trasporto pubblico
Il governo ha annunciato che dal 6 agosto il “Green Pass”, il certificato che attesta di aver ricevuto almeno una dose del vaccino contro il coronavirus, di essere risultati negativi a un test nelle 48 ore precedenti o di essere guariti dalla COVID-19 da meno di sei mesi, servirà per accedere ai ristoranti al chiuso, al cinema, al teatro, in palestra, ai musei, nelle sagre, negli stadi, ai congressi e ai grandi eventi. Servirà anche per consumare ai bar al chiuso al tavolo, ma non per il servizio al bancone.
L’introduzione delle limitazioni per chi non ha il Green Pass e le modalità con cui regolare il certificato erano state oggetto di discussioni e scontri politici negli ultimi giorni. Alla fine, dopo una riunione della cosiddetta “cabina di regia” e dopo un Consiglio dei ministri, il governo ha approvato il decreto, che deve ora essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Rispetto alle ipotesi iniziali, l’entrata in vigore delle misure è stata posticipata al 6 agosto per dare tempo alle varie attività coinvolte di organizzarsi. A differenza di alcune notizie circolate nei giorni scorsi, per il momento il governo non ha previsto l’utilizzo del Green Pass sui trasporti pubblici, né locali né a lunga percorrenza.
Il Green Pass, che sarà valido anche dopo una sola dose dei vaccini che ne prevedono due (Pfizer, Moderna e AstraZeneca), servirà anche per entrare in piscina, alle fiere, ai convegni, nei parchi divertimenti, nei centri termali. Il governo ha deciso che le discoteche non riapriranno per il momento e ha istituito un fondo per garantire un sostegno economico ai locali costretti a rimanere chiusi.
Saranno modificati i parametri per definire i colori delle regioni associati a differenti restrizioni per contenere l’epidemia. Si passerà dalla zona bianca alla zona gialla quando si supera il 10% dei posti letto occupati da malati di COVID-19 nei reparti di terapia intensiva, e il 15% dei posti nei reparti ordinari oltre al superamento della soglia di 50 casi settimanali ogni 100mila abitanti. Il passaggio da zona gialla ad arancione sarà deciso quando si supera il 20% in terapia intensiva e il 30% nei reparti ordinari. Da zona arancione a rossa oltre il 30% e il 40%.
Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha invitato tutti ad aderire alla campagna vaccinale «per proteggere se stessi e le proprie famiglie». Draghi ha spiegato che il Green Pass «non è un arbitrio, ma una condizione per tenere aperte le attività economiche» e ha detto che «la variante delta del virus è minacciosa: si espande molto più rapidamente di altre varianti. Altri paesi europei sono più avanti di noi nei contagi, ma abbiamo imparato che, senza reagire subito, quello che vediamo succedere in Francia o Spagna dobbiamo immaginare che possa ripetersi in Italia, in assenza di provvedimenti. L’invito a non vaccinarsi è un invito a morire».
Per consentire a tutti di poter accedere ai tamponi rapidi, il governo ha comunicato che la struttura commissariale studierà un protocollo d’intesa con le farmacie e con le altre strutture sanitarie per assicurare la somministrazione di test antigenici rapidi a prezzi contenuti almeno fino al 30 settembre 2021.
Rispondendo ad una domanda sulla possibile introduzione dell’obbligo di Green Pass per accedere ai luoghi di lavoro, Draghi ha risposto che la questione è complessa e va discussa con i sindacati. Già dalla prossima settimana, come ha confermato il presidente del Consiglio, saranno discussi anche altri temi legati alla campagna vaccinale, come il possibile obbligo per gli operatori scolastici, di cui si parla da qualche giorno. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha detto che la scuola è una priorità assoluta e che il governo garantirà ogni sforzo per consentire una riapertura in piena sicurezza e in presenza, dopo oltre un anno di limitazioni.