I dati della settimana su coronavirus e vaccinazioni in Italia
I nuovi casi sono più che raddoppiati, la pressione sulle terapie intensive si è mantenuta bassa e i decessi sono calati
Nell’ultima settimana i nuovi casi di coronavirus sono più che raddoppiati rispetto ai sette giorni precedenti, c’è stato un leggero aumento dei nuovi ingressi in terapia intensiva, mentre è continuato il calo dei decessi che è ormai costante dall’inizio di aprile. La significativa crescita dei contagi è stata causata principalmente dalla variante delta, più contagiosa rispetto alle precedenti versioni del coronavirus: la variante si sta diffondendo molto velocemente in tutte le regioni italiane e, come previsto dalle autorità sanitarie, sarà prevalente in molti paesi europei entro la fine di agosto.
Al momento, a una notevole crescita dei contagi – sono stati 21.491, il 112 per cento in più rispetto ai sette giorni precedenti – non corrisponde un aumento analogo dei pazienti ricoverati in gravi condizioni e dei morti. Per avere un’analisi più certa e affidabile servirà aspettare qualche settimana, ma già ora i dati elaborati dall’Istituto superiore di sanità dicono che la percentuale dei contagi tra le persone vaccinate, soprattutto tra chi ha completato il ciclo vaccinale, è largamente inferiore alla percentuale dei casi tra i non vaccinati.
È la dimostrazione che i vaccini sono efficaci sia per prevenire le forme gravi della COVID-19, sia il rischio di infezione: per chi ha completato il ciclo vaccinale, l’efficacia dei vaccini calcolata dall’ISS è all’88,5 per cento nel prevenire l’infezione, al 94,6 per cento nel prevenire le ospedalizzazioni, al 97,3 per cento nel prevenire i ricoveri in terapia intensiva e al 95,8 nel prevenire la morte.
Nel leggere i dati c’è da prestare sempre attenzione: per esempio c’è da considerare il paradosso per cui contagi, ricoveri e decessi possono diventare simili tra i vaccinati rispetto a chi non ha ricevuto il vaccino. Questo è dovuto al fatto che più aumentano i vaccinati – in Italia è stata superata la metà della popolazione vaccinabile – più aumenteranno i rari casi di contagiati e malati anche tra chi è vaccinato. Considerando i valori percentuali, cioè l’incidenza dei malati sulla popolazione vaccinata e non vaccinata, è evidente che le conseguenze del coronavirus siano più limitate tra chi è completamente vaccinato rispetto a chi ha ricevuto una sola dose o nessuna.
Nell’ultima settimana ci sono stati 74 morti per COVID-19, il 35,1 per cento in meno rispetto ai sette giorni precedenti. Il numero dei decessi non era così basso dalla seconda settimana di settembre 2020, quando erano stati 71. In quella fase dell’epidemia, prima della cosiddetta seconda ondata, i casi erano ancora circa diecimila ogni settimana, poi cresciuti a partire da ottobre.
Il numero dei tamponi eseguiti è cresciuto rispetto ai sette giorni precedenti: ne sono stati fatti 1,3 milioni, mentre dall’8 al 14 luglio erano stati 1,2 milioni. Anche il numero delle persone testate per la prima volta è cresciuto: sono state 318.712.
Nonostante un pur contenuto aumento dei test, nell’ultima settimana c’è stata una significativa crescita del tasso di positività dei tamponi molecolari, come si può osservare da questo grafico. Il tasso di positività dei test antigenici rapidi invece sembra essere sotto controllo.
Quattro regioni hanno superato la soglia di 50 casi settimanali ogni 100mila abitanti: sono Sardegna, Lazio, Sicilia e Veneto. Con un’incidenza sopra questa soglia è prevista la valutazione di un possibile ingresso in zona gialla, con maggiori restrizioni rispetto all’attuale zona bianca, ma l’efficacia dei vaccini ha portato il ministero della Salute e il comitato tecnico scientifico a valutare un cambio dei criteri per stabilire le misure restrittive. L’obiettivo è dare meno peso all’andamento dei contagi e più alla pressione sugli ospedali.
Nonostante il ministro Roberto Speranza abbia confermato che i criteri cambieranno, non ci sono ancora certezze sui dettagli dei nuovi parametri.
Negli ultimi sette giorni alcune province hanno avuto un’incidenza piuttosto alta. In sei province sono stati superati i 100 casi settimanali ogni 100mila abitanti: Ragusa, Caltanissetta, Enna e Agrigento in Sicilia, Cagliari in Sardegna e Verona in Veneto.
La percentuale dei posti letto in terapia intensiva occupati da malati di COVID-19 sul totale dei posti disponibili è rimasta stabile rispetto alle ultime settimane. In tutte le regioni il tasso di occupazione è stato sotto il 5 per cento. Questa percentuale è al centro del dialogo tra il governo e i presidenti delle Regioni che hanno chiesto di rimodulare i criteri per decidere i colori delle regioni e quindi le misure restrittive. Le Regioni hanno proposto di fissare la soglia per l’ingresso in zona gialla a un tasso di occupazione di malati COVID-19 del 20 per cento nelle terapie intensive e del 30 per cento nei reparti ordinari.
Nelle ultime settimane tutte le regioni hanno continuato a dismettere una parte dei posti letto che erano stati allestiti nei mesi scorsi per l’emergenza. Negli ultimi sette giorni l’unica regione che ha aumentato precauzionalmente i posti letto totali è stata il Molise, passata da 32 a 39 posti letto nei reparti di terapia intensiva. Negli ultimi sette giorni c’è stato un aumento dei nuovi ingressi in terapia intensiva, passati da 46 a 72.
Al momento in Italia 36 milioni di persone hanno ricevuto almeno la prima dose del vaccino contro il coronavirus, e di queste 28,5 milioni sono completamente vaccinate: tra loro 1,3 milioni hanno ricevuto il vaccino monodose di Johnson & Johnson e a 847mila è stata somministrata una sola dose in quanto già contagiate negli ultimi sei mesi. Il 60,8 per cento della popolazione quindi ha ricevuto almeno una dose e il 48,2 per cento ha completato il ciclo vaccinale.
Nelle ultime due settimane la campagna vaccinale ha rallentato: sono state somministrate poche prime dosi. Come si può vedere da questo grafico, il calo delle prime dosi ha interessato tutte le fasce d’età e solo negli ultimi giorni c’è stata una leggera ripresa delle somministrazioni giornaliere.
La mappa mostra la percentuale di persone vaccinate in Italia: all’interno di ogni regione si trova la percentuale di persone che hanno ricevuto almeno una dose, mentre il colore indica la percentuale di persone che hanno completato il ciclo vaccinale.
In questo grafico si può osservare l’andamento delle somministrazioni nei vari stati del mondo.