Com’è fatto l’incendio più grande degli Stati Uniti

È il Bootleg Fire, in Oregon, che sta causando enormi nuvole di fumo e sta modificando le condizioni meteo locali

Sisters, Oregon, Stati Uniti (USDA via Getty Images)
Sisters, Oregon, Stati Uniti (USDA via Getty Images)

Il “Bootleg Fire” è il più grande incendio attivo negli Stati Uniti, e uno dei più estesi mai registrati nello stato dell’Oregon, dove si sono sviluppati diversi altri incendi nelle ultime settimane. È iniziato il 6 luglio scorso e da allora ha bruciato quasi 1.500 chilometri quadrati di territorio e prodotto enormi colonne di fumo e cenere, alte migliaia di metri e che stanno influendo sulle condizioni meteo locali.

L’incendio è stato causato da un prolungato periodo di siccità e da una anomala ondata di calore, che aveva interessato parte del Nord America occidentale tra la fine di giugno e i primi giorni di luglio. Secondo gli esperti, il cambiamento climatico ha contribuito a rendere più frequenti ed estesi questo tipo di incendi, che si sono sempre verificati in natura, ma in condizioni meno estreme e su porzioni di territorio più contenute.

Il Bootleg Fire è una chiara dimostrazione di questo fenomeno. La quantità di calore prodotta dalle fiamme sta influendo sugli strati più bassi dell’atmosfera, comportando repentini cambiamenti nella direzione e nell’intensità dei venti. Le fiamme si diffondono rapidamente tra le foreste inaridite dalla recente ondata di calore.

Braci e ceneri vengono trasportate a distanza dai venti e cadendo al suolo causano l’avvio di nuovi focolai, che alimentano il fronte dell’incendio e contribuiscono a farlo avanzare velocemente, spesso con dinamiche imprevedibili per i vigili del fuoco intenti a contenerlo.

Il Bootleg Fire osservato dai satelliti (NOAA, NASA Goddard Space Flight Center, CIRA)

Lo scorso giovedì, per esempio, lungo il margine settentrionale dell’incendio era stato sparso liquido ritardante per provare a far rallentare l’avanzata delle fiamme. Il tentativo non è però andato a buon fine a causa dei venti e del passaggio delle ceneri oltre la linea creata dai vigili del fuoco. Episodi analoghi si erano verificati nei giorni precedenti lungo gli altri margini dell’incendio.

Un DC-10 scarica liquido ritardante sul Bootleg Fire in Oregon, Stati Uniti (Bootleg Fire Incident Command via AP)

In un certo senso è l’incendio stesso a creare le condizioni che favoriscono la sua diffusione, grazie alle dimensioni che ha assunto. Il calore prodotto e il fumo influenzano le condizioni meteo a livello locale, e rendono più probabili cambiamenti repentini difficili da prevedere.

(Google)

Negli ultimi giorni il Bootleg Fire ha portato alla formazione di colonne di fumo alte fino a 10mila metri, spinte dall’aria calda che si produce al suolo tra le fiamme. Queste grandi colonne si raffreddano man mano che raggiungono l’alta quota, collassando poi su loro stesse e tornando verso terra con la produzione di folate di vento in ogni direzione. Queste violente correnti spingono ceneri e braci e favoriscono l’ulteriore espansione dell’incendio.

Una nube ad alta quota creata dal Bootleg Fire in Oregon, Stati Uniti (Bootleg Fire Incident Command via AP)

La scorsa settimana, una colonna di fumo si è innalzata fino a 14mila metri e ha prodotto una tempesta di fulmini, con ulteriori rischi per la produzione di nuovi focolai al suolo. Sono stati anche osservati alcuni vortici di fuoco, lingue di fuoco che si avvitano su loro stesse spinte dalle correnti e dall’alta temperatura dell’aria, e che possono durare fino a qualche minuto.

Neil Lareau, un esperto di incendi boschivi dell’Università del Nevada, ha detto al New York Times che ci sono dati per ritenere che il Bootleg Fire abbia anche causato un “tornado di fuoco”, molto più grande e distruttivo rispetto a un vortice di fuoco. Questi fenomeni, raramente osservati, portano alla formazione di grandi vortici alti centinaia di metri e con venti che superano i 100 chilometri orari. Hanno una maggiore durata rispetto ai vortici di fuoco e si producono quando una corrente ascensionale di aria calda si solleva da un incendio, risucchia l’aria circostante e inizia a muoversi in circolo a causa del vento.

Un vortice di fuoco osservato durante un incendio vicino a Sydney, in Australia, nel dicembre del 2019 (David Gray/Getty Images)

L’ipotesi di Lareau è stata definita plausibile dai responsabili del vigili del fuoco, che hanno però precisato di non averne osservato direttamente uno nel corso delle loro attività di contenimento dell’incendio. Più in generale, la durata e l’intensità del Bootleg Fire è ciò che sta sorprendendo gli esperti, considerato che fenomeni di questo tipo possono durare settimane, ma di solito proseguendo con fasi discendenti dopo un picco di pochi giorni.

L’intensità deriva da un circolo vizioso che si è creato in seguito alla combinazione di condizioni atmosferiche, del territorio e delle aree boschive interessate. Gli alberi e il resto della vegetazione avevano un livello di umidità molto basso a causa dell’ondata di calore di fine giugno, che aveva contribuito a inaridire il territorio. Più il legno degli alberi è secco, più le fiamme riescono a propagarsi velocemente, perché minore energia viene impiegata per l’evaporazione dell’acqua. E in assenza di umidità la temperatura media dell’incendio è più alta, cosa che favorisce la propagazione delle fiamme.

Oregon meridionale, Stati Uniti (Bootleg Fire Incident Command via AP)

Influendo sulle condizioni atmosferiche, a volte incendi così grandi e diffusi portano alla formazione di piogge, che contribuiscono a spegnere le fiamme e a far raffreddare il suolo. Attualmente non sembrano però esserci le condizioni perché ciò avvenga con il Bootleg Fire, che secondo gli esperti continuerà a bruciare ancora per diversi giorni. Altri incendi di dimensioni più contenute stanno interessando l’Oregon, complicando ulteriormente le attività dei vigili del fuoco.

Territori dei Klamath, Oregon, Stati Uniti (John Hendricks/Oregon Office of State Fire Marshal via AP)

Gli incendi boschivi negli Stati Uniti occidentali, come in altre aree del mondo, sono un fenomeno naturale che contribuisce a ripulire il sottobosco e a favorire la nascita di nuova vegetazione.

Negli ultimi decenni, anche a causa del riscaldamento globale, gli incendi sono però diventati molto più estesi e di maggiore durata, tali da rendere più difficile il recupero naturale delle aree interessate. I vigili del fuoco in questi casi lavorano per contenere gli incendi, in modo da evitare che continuino a propagarsi e che si estinguano naturalmente, dopo avere bruciato la porzione di territorio entro la quale sono stati contenuti. Anche queste attività di contenimento sono diventate più difficili, a causa di incendi sempre più grandi ed estremi.