C’è un focolaio a Capri, isola “Covid-free”
La scoperta di almeno quindici casi ha messo in dubbio l'utilità della discussa vaccinazione di massa anticipata
Dall’inizio di maggio in molti luoghi di Capri sono stati posizionati cartelli con la scritta “Capri, isola Covid-free” (cioè senza Covid) per celebrare la fine della campagna vaccinale di massa che ha consentito di proteggere quasi tutta la popolazione dell’isola più nota dell’arcipelago campano, in anticipo rispetto al resto d’Italia. I cartelli rimarranno almeno fino alla fine della stagione estiva, ma già da qualche giorno Capri non può più essere considerata “Covid-free” perché la scorsa settimana sono stati trovati i primi nuovi casi, e lunedì l’ASL Napoli 1 Centro ha confermato di aver scoperto un focolaio sull’isola.
Secondo l’azienda sanitaria, ci sono almeno quindici persone contagiate. Sono tutti turisti, non sono in gravi condizioni e sono stati subito messi in isolamento per impedire al virus di diffondersi. Il fatto che non siano residenti dell’isola suggerisce che la copertura vaccinale stia funzionando, ma il focolaio dimostra che accogliendo turisti è molto probabile che il coronavirus arrivi comunque sull’isola, e circoli perlomeno tra i non vaccinati arrivati dalla terraferma. E quindi che attualmente, per un’isola turistica come Capri, non si possa parlare di località “Covid-free”.
Domenica 11 luglio sono stati trovati i primi due casi. Due donne, sorelle, turiste francesi, vaccinate solo con la prima dose, erano sull’isola di Capri da qualche giorno e dopo aver accusato qualche lieve sintomo hanno deciso di sottoporsi a un tampone in farmacia. Una delle due donne è risultata positiva, mentre la positività della sorella è emersa solo dopo un controllo dell’azienda sanitaria. Sono state accompagnate in una struttura protetta e lì rimarranno ancora per una settimana, dopo aver già trascorso gli ultimi sette giorni in camera. È stato fatto un tentativo di tracciamento dei contatti, anche se è molto complesso ricostruire con precisione in quali posti sono state le due donne e per quanto tempo.
Il primo focolaio dopo la campagna di vaccinazione di massa è stato scoperto lunedì 19 luglio. L’azienda sanitaria non ha dato numeri precisi: martedì si è parlato di una dozzina di turisti infettati, mercoledì le fonti sentite dal Corriere del Mezzogiorno hanno detto che si tratta di una quindicina. Di questi, quattro sono stati individuati dopo una festa privata a cui ha partecipato una novantina di persone.
I turisti contagiati sono in parte stranieri di nazionalità messicana, portoghese, spagnola, francese, ma ci sono anche italiani arrivati da Milano, Roma, Padova e Napoli. Sono asintomatici o con lievi sintomi come tosse, raffreddore e mal di gola. Dalle prime ricostruzioni sembra che la maggior parte si sia infettata durante una festa privata, altri in un locale, ma anche in questo caso è complesso ricostruire tutti i contatti. I turisti sono stati isolati in attesa del trasferimento nel “Covid center” allestito all’ospedale del Mare, a Napoli.
La scoperta dei nuovi casi rischia di rendere inutili tutte le discussioni che avevano preceduto la campagna di vaccinazione di massa sulle isole dell’arcipelago campano. Gli sforzi politici e organizzativi erano stati notevoli, e avevano coinvolto i sindaci dei comuni delle isole, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e la struttura commissariale guidata da Francesco Figliuolo. Se fossero stati seguiti i criteri del piano vaccini nazionale, che prevedeva l’apertura delle somministrazioni per fascia d’età, sarebbe stato impossibile proteggere le isole entro l’inizio di maggio, come è successo. È stata necessaria un’autorizzazione in deroga, che aveva consentito di anticipare le vaccinazioni a tutti gli abitanti di Capri, Ischia e Procida.
Non era stato un accordo semplice. Come spesso è successo negli ultimi mesi, i rapporti tra De Luca e la struttura commissariale sono stati tesi e concilianti, a fasi alterne. Alla fine di marzo De Luca aveva usato la sua influenza per convincere Figliuolo che sarebbe stato opportuno vaccinare gli abitanti delle isole per limitare gli effetti dell’epidemia sulla stagione turistica. Una scelta che aveva fatto discutere: molti sindaci campani e i sindacati dei pensionati avevano protestato contro la decisione di privilegiare Capri, Ischia e Procida.
De Luca aveva poi annunciato di aver raggiunto l’obiettivo l’8 maggio con un discorso in piazza Umberto I, conosciuta come la “piazzetta” di Capri. Quel giorno alle spalle del presidente della Regione c’era uno dei cartelli con la scritta “Capri, isola Covid-free”. «Capri è l’immagine turistica dell’Italia nel mondo», disse De Luca. «Oggi da qui parte un messaggio di bellezza e di serenità».
In un certo senso l’obiettivo è stato raggiunto, perché il messaggio è arrivato ai turisti, che dall’inizio della stagione estiva hanno affollato le strade, le piazze e le spiagge. Ma proprio l’arrivo dei turisti da molti paesi del mondo ha riportato il coronavirus sull’isola. Come ha detto Bruno D’Orazi, assessore alla Sanità del comune di Capri, c’era già la percezione che sarebbe stato difficile rimanere a lungo “Covid-free”. «Non siamo su un atollo sperduto del Pacifico», ha detto l’assessore a Repubblica Napoli.
Eppure i controlli non mancano. Grazie a un accordo con gli albergatori, tutti i turisti che arrivano e ripartono sono sottoposti a test antigenici rapidi eseguiti in un laboratorio dell’isola o in farmacia anche se, com’è noto, l’affidabilità dei test rapidi non è tale da garantire l’individuazione di tutti i contagiati. In più bisogna considerare che molti turisti arrivano a Capri con yacht e motoscafi, impossibili da controllare.
«Era chiaro che aprire le porte al turismo, statisticamente, ci avrebbe portato qualche contagio. I contagi riguardano esclusivamente turisti che hanno partecipato a cene e feste probabilmente non applicando le regole anti Covid», ha detto il sindaco di Capri, Marino Lembo. «Ma rispetto all’elevato numero di sbarchi giornalieri e alla massiccia presenza di centinaia di turisti stranieri negli hotel dell’isola, una decina di episodi sono davvero poca cosa». Secondo Lembo, il fatto che siano stati individuati i contagiati è la dimostrazione che il piano “Covid-free” è efficace.