Cosa non ha funzionato in Germania
Le alluvioni erano state previste dai meteorologi, ma il modo in cui funziona il sistema di allarme e la diffidenza della popolazione hanno ritardato le evacuazioni
L’enorme quantità di pioggia che nella notte tra il 14 e il 15 luglio si è riversata in diversi paesi dell’Europa centrale ha causato gravissime alluvioni, più di 200 morti e circa un migliaio di feriti. In Germania, il paese più colpito, le piogge erano state ampiamente previste dai meteorologi, ma il particolare funzionamento del “sistema di allarme” per questi eventi e la diffidenza di molte persone hanno causato ritardi nelle evacuazioni e aggravato il bilancio dei danni.
Ora che la situazione sta tornando gradualmente alla normalità si sta discutendo di cosa non abbia funzionato nel sistema di allarme e prevenzione, e se si sarebbe potuto fare qualcosa per evitare una simile catastrofe.
Non ci sono dubbi che le alluvioni, le più gravi da quelle che colpirono l’Europa centrale nell’agosto del 2002 causando un centinaio di morti, siano state provocate in parte dal cambiamento climatico, ma l’attenzione di climatologi ed esperti del settore si sta concentrando anche sui ritardi con cui i singoli stati federati tedeschi hanno provveduto a mettere in sicurezza la popolazione, e sul fatto che la stessa popolazione non abbia dato ascolto agli avvertimenti dei giorni precedenti.
Il primo segnale di allarme era stato diramato già nel fine settimana precedente dall’EFAS, l’osservatorio europeo sulle alluvioni che nel caso di pericolo avverte le autorità nazionali del rischio di forti piogge ed esondazioni dei fiumi europei. Le informazioni erano state trasmesse al Deutscher Wetterdienst (DWD), il servizio meteorologico tedesco che aveva a sua volta avvertito le autorità degli stati federati interessati dal rischio di alluvioni.
Qualcosa però nella “catena di comunicazioni” non ha funzionato, o quantomeno non come avrebbe dovuto: in alcune zone le autorità locali hanno avvertito in tempo la popolazione e fatto evacuare le abitazioni, mentre in altre le comunicazioni sono arrivate in ritardo o in maniera confusa.
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Hannah Cloke, idrologa che ha contribuito a creare l’osservatorio europeo sulle alluvioni dopo il disastro del 2002, ha detto a Politico che un numero così alto di morti è dovuto a «un fallimento colossale del sistema» e che non credeva possibile «che così tante persone potessero morire per un’alluvione nel 2021». Cloke ha aggiunto che, nonostante l’allarme lanciato dall’EFAS, la popolazione di diverse città tedesche ha sottostimato il pericolo: «La vista di persone in macchina o che cercavano di attraversare acque profonde mi riempie di orrore, poiché questa è la cosa più pericolosa che si possa fare durante un’alluvione».
Come ha raccontato il Wall Street Journal, dopo che l”EFAS aveva lanciato l’allarme, lunedì il sistema meteorologico tedesco aveva elaborato una previsione secondo cui il mercoledì successivo quasi certamente forti piogge avrebbero interessato la Germania occidentale. A quel punto erano stati avvertiti immediatamente il governo centrale e quelli statali, oltre che i servizi di Protezione Civile. Sarebbe dovuta iniziare da subito l’evacuazione degli edifici delle zone interessate dalle alluvioni, ma così non è stato.
«Abbiamo dato l’allarme il prima possibile», ha detto Uwe Kirsche, portavoce del servizio meteorologico, «ma in quanto autorità federale il DWD non è responsabile delle evacuazioni o di altre misure di questo tipo: questo spetta alle autorità locali». Molte critiche sono state rivolte dai partiti di opposizione anche al ministro dell’Interno, Horst Seehofer, responsabile della supervisione di eventi come le alluvioni, che si è difeso dicendo anche lui che l’ordine di evacuazione spettava alle autorità locali e non al governo centrale.
Il 12 luglio quindi il DWD ha diramato l’allarme, ha scritto sui social media delle alluvioni previste per mercoledì notte, ha inviato una notifica su un’app utilizzata da più di 10 milioni di tedeschi e i servizi meteorologici televisivi hanno a loro volta avvertito dei rischi.
Ciononostante le autorità di molte città non si sono mosse rapidamente per ordinare l’evacuazione degli abitanti, e sono state colte di sorpresa quando verso la mezzanotte di mercoledì 14 luglio nella Renania-Palatinato e nella Renania Settentrionale-Vestfalia, le due aree più interessate dalle alluvioni, sono caduti 10-15 centimetri di pioggia, una quantità che in condizioni normali in quelle zone cade in un mese.
La situazione, ha scritto il Wall Street Journal, non è stata facilitata nemmeno dal grande scetticismo della popolazione nei confronti dei servizi meteorologici, che ha avuto effetti rilevanti: molte persone hanno aspettato fino all’ultimo momento utile per lasciare le proprie case, credendo che le previsioni fossero eccessivamente allarmistiche. Alcune delle zone in cui le evacuazioni hanno funzionato meglio sono quelle in cui sono ancora in uso le sirene utilizzate durante i raid aerei nella Seconda guerra mondiale, dismesse in gran parte della Germania.
In diverse aree solo il suono delle sirene avrebbe convinto le persone a lasciare le case: secondo Ulrike Schmidt-Kessler, portavoce della città di Wuppertal, nella Renania Settentrionale-Vestfalia, le sirene si sarebbero rivelate più efficaci degli strumenti digitali di allarme «dato che non tutti hanno un’app e non possiamo fare affidamento sui telefoni cellulari perché la connessione può perdersi in caso di alluvioni, come è effettivamente accaduto».
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