Claude Joseph, primo ministro ad interim di Haiti, ha detto che si dimetterà
Claude Joseph, primo ministro ad interim di Haiti, ha detto al Washington Post che si dimetterà, lasciando quindi il potere ad Ariel Henry, che era stato nominato nuovo primo ministro dal presidente Jovenel Moïse due giorni prima di essere ucciso. Dopo la morte di Moïse, avvenuta nella notte tra il 6 e il 7 luglio, Joseph aveva preso il comando della polizia e dell’esercito e aveva introdotto per due settimane lo stato di emergenza (état de siège), un regime che tra le altre cose prevede il divieto di organizzare eventi e amplia i poteri della polizia.
Nonostante Henry sostenesse di essere il primo ministro legittimo, Joseph si era rifiutato di lasciare la carica, che deteneva già prima della morte di Moïse. Lunedì ha detto al Washington Post di aver però deciso di dimettersi, dopo averne discusso per diversi giorni con Henry. «Tutti quelli che mi conoscono sanno che non sono interessato a questa battaglia, né a nessuna presa di potere. Il presidente era un mio amico. Mi interessa solo che sia fatta giustizia per lui».
Secondo le ultime ricostruzioni l’assassinio di Moïse sarebbe stato compiuto da sette mercenari colombiani che facevano parte di un gruppo più ampio composto da ventisei persone: nella notte tra il 6 e il 7 luglio sono entrati nella residenza del presidente senza che venisse opposta alcuna resistenza da parte della sicurezza, ed è su questo che si sono concentrate le indagini e gli interrogatori. Il sospetto, fin dall’inizio, è che fossero coinvolte anche delle persone haitiane vicine al presidente.
Alcuni giorni fa era stato arrestato Christian Emmanuel Sanon, uno dei presunti organizzatori dell’assassinio di Moïse, che sarebbe arrivato nel paese dalla Florida, negli Stati Uniti, pochi giorni prima dell’uccisione: avrebbe avuto l’intenzione di diventare presidente al posto di Moïse e avrebbe reclutato alcuni degli assalitori con la promessa di assumerli poi come sue guardie del corpo personali. Giovedì scorso era stato arrestato anche il capo della sicurezza della residenza privata del presidente.