Come si spostano 230mila libri nello stesso momento
Per fare arrivare nelle librerie la grande prima tiratura di "Tre" di Valérie Perrin, la casa editrice E/O si è dovuta ingegnare con la logistica
Quanti libri ci stanno su un bancale? E quanti bancali ci stanno su un camion? E quanti camion carichi di libri possono essere scaricati in un solo giorno in un magazzino? Le risposte a queste domande sono molto importanti quando si devono fare arrivare nelle librerie di tutta Italia 230mila copie di un libro da 624 pagine: un’impresa logistica che solo in rari casi le case editrici si trovano ad affrontare. Negli ultimi mesi lo ha dovuto fare E/O, l’editore della scrittrice francese Valérie Perrin, in vista dell’uscita del suo nuovo romanzo, Tre, pubblicato il 28 giugno e attualmente in cima alla classifica dei libri più venduti.
In media quando una casa editrice pubblica un nuovo libro ne fa stampare qualche migliaio di copie. La grandezza della prima tiratura, cioè della prima stampa, viene decisa in base agli ordini fatti dai librai prima dell’uscita e può variare molto: arriva a varie decine di migliaia di copie solo quando l’autore ha avuto un grande successo commerciale con i precedenti e solo in rarissimi casi supera le 200mila copie.
«Possiamo dire che non succede praticamente mai», dice Gianluca Catalano, direttore commerciale di E/O, che ha coordinato la produzione e la distribuzione di Tre. E proprio perché non succede quasi mai, normalmente gli editori non devono organizzarsi per spostare contemporaneamente tanti libri dal posto in cui vengono stampati (in questo caso tre posti diversi, due a Roma e uno nel Nord-Est) al magazzino del distributore ALI (vicino a Milano) e da lì nelle librerie di tutta Italia.
Il precedente romanzo di Perrin, Cambiare l’acqua ai fiori, è stato il grande caso editoriale dell’ultimo anno, arrivando a vendere mezzo milione di copie in due anni nonostante al momento della pubblicazione la scrittrice non fosse nota in Italia. Per capire cosa significa si può fare un confronto con L’amica geniale di Elena Ferrante, un’altra grande autrice di bestseller pubblicata sempre da E/O: ha raggiunto il milione di copie vendute nell’arco di dieci anni. Non stupisce dunque che per l’uscita di Tre i librai abbiano fatto ordini particolarmente generosi, addirittura più di quelli di La vita bugiarda degli adulti, l’ultimo romanzo di Ferrante, uscito nel novembre del 2019.
Stabilire il numero di copie da stampare è stata la prima cosa da fare per portare il nuovo libro di Perrin nelle librerie, e forse la più semplice. Dopo è venuta la stampa vera e propria, che, spiega Catalano, si è svolta in tre tipografie diverse: non perché un’unica tipografia industriale non sia in grado di stampare 230mila libri tutti in una volta, ma per accelerare i tempi e per prudenza.
Valérie Perrin ha finito di scrivere e rivedere il testo definitivo di Tre insieme alla sua casa editrice francese, Albin Michel, alla fine di marzo. Solo a quel punto E/O ha potuto consegnare il romanzo al traduttore italiano, Alberto Bracci Testasecca. Ogni tanto capita che i romanzi stranieri molto attesi dalle librerie e dai lettori vengano tradotti da più persone insieme, per accorciare i tempi, ma da E/O questa possibilità non è stata nemmeno presa in considerazione, ritenendo che dividendo il lavoro la qualità della traduzione non potesse che risentirne. Bracci Testasecca comunque è stato molto rapido di suo, poi in casa editrice i tre “giri di bozze”, cioè le revisioni sul testo tradotto, sono stati fatti «lavorando giorno e notte» per poter pubblicare il romanzo il 28 giugno, data scelta per uscire il prima possibile tenendo conto dei tempi tecnici di produzione.
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Proprio per contenerli, la stampa è stata fatta in tre diverse tipografie, suddivisione che peraltro aveva un altro vantaggio: in caso di imprevisti in uno degli stabilimenti, ci sarebbero comunque state le copie stampate negli altri due.
Dopo la stampa è venuto il momento più complicato, quello della logistica. Solitamente i libri vengono portati dalle tipografie ai magazzini di chi li distribuisce a bordo di bilici, cioè di quei grossi camion che siamo abituati a chiamare tir. Su un singolo bilico possono stare tra i 30 e i 36 bancali carichi di libri e su un bancale si possono impilare circa 500 libri delle dimensioni di Tre, che con le sue 624 pagine entra a pieno nella categoria dei “mattoni”.
Questo significa che per trasportarne 230mila copie nello stesso momento sarebbe servita una quindicina di camion, contemporaneamente. «Ma sarebbe stato impossibile», spiega Catalano: «I corrieri hanno la loro organizzazione, non hanno così tanta disponibilità. Inoltre la quantità di tempo necessaria per scaricare un bilico in un magazzino è sempre la stessa, e per scaricarne 15 ci sarebbe voluto molto tempo».
Dunque il numero di libri per camion doveva essere ridotto. Al tempo stesso però, per facilitare la successiva fase di distribuzione nelle librerie, bisognava trovare anche spazio per il cartone delle scatole. Normalmente infatti le tipografie, dopo la stampa, impilano i libri sui bancali come sono, con un unico strato di plastica protettiva attorno. Poi una volta arrivate nel magazzino del distributore, le copie vengono liberate dalla plastica, tolte dal bancale e disposte sugli scaffali, fino a che gli addetti al magazzino non le suddividono sulla base degli ordini delle singole librerie e le mettono insieme agli altri titoli che hanno ordinato, a questo punto in scatole di cartone. Seguire questo procedimento di “scarta-metti su scaffale-suddividi” con 230mila libri però sarebbe stata un’impresa da giorni e giorni: da qui la necessità di avere delle scatole già fatte, più semplici da gestire.
Dato che quasi tutte le librerie avevano ordinato almeno 20 copie di Tre, Catalano ha deciso di far mettere i libri in scatole da 20 e, per semplificare ancora di più le cose, di metterle in modo che ognuna avesse una faccia accessibile pur stando sul bancale. In questo modo, nel magazzino del distributore non c’è stato bisogno di smontare i bancali in arrivo dalle tipografie, ma solo di attaccare a ogni scatola un’etichetta con indicata la libreria di destinazione, per poi caricare il bancale già pronto su un camion diretto nella provincia in questione.
Per farlo, nella pratica, Catalano ha dovuto ideare un nuovo modo di mettere le scatole sui bancali, studiandone la disposizione nei minimi dettagli. Poi, dato che così ci sarebbero stati 480 libri per bancale, e dunque sarebbero stati necessari 14 bilici, ha pensato a scatole diverse, di misure personalizzate e non standard. Alla fine, all’inizio di maggio, ha trovato una soluzione per caricare 600 libri inscatolati per bancale, e dunque per riuscire a mettere 230mila copie di Tre in soli 11 camion.
Oltre a questa grande organizzazione per poter fare arrivare Tre in libreria è stato anche necessario affittare un magazzino in più, che il distributore di E/O ha riservato solo al romanzo di Perrin.
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