Danish Siddiqui, fotoreporter di Reuters e vincitore di un Premio Pulitzer, è stato ucciso in Afghanistan
Danish Siddiqui, fotoreporter di Reuters, è stato ucciso in Afghanistan mentre seguiva uno scontro tra le forze di sicurezza afghane e i talebani vicino a uno dei principali passaggi di frontiera che collegano l’Afghanistan con il Pakistan, chiamato Spin Boldak, a sud della città di Kandahar. Due giorni fa i talebani avevano detto di avere preso il controllo del valico e le forze speciali afghane stavano combattendo per riconquistare l’area.
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Siddiqui era cittadino indiano e la notizia della sua morte è stata data dall’ambasciatore dell’Afghanistan in India, Farid Mamundzay, che si è detto profondamente turbato per «l’uccisione di un amico». Le circostanze in cui Danish Siddiqui è morto non sono ancora chiare: Reuters scrive che aveva riferito di essere stato ferito a un braccio in mattinata durante un scontro con i talebani, che si erano poi ritirati. Era stato curato, ma è poi morto in un secondo attacco.
Siddiqui lavorava per Reuters da oltre dieci anni: era stato in Afghanistan e in Iraq, aveva raccontato le proteste di Hong Kong e i terremoti in Nepal, tra le altre cose. Nel 2018 aveva vinto il Premio Pulitzer nella categoria Servizi fotografici insieme ad altri sei colleghi per aver mostrato le persecuzioni e la fuga delle persone rohingya in Myanmar. Più di recente, erano state molto condivise e riconosciute le sue foto dei funerali di massa in India, dopo la seconda ondata della pandemia. Il suo ultimo incarico era quello di raccontare gli scontri nella regione afghana di Kandahar.