La Camera ha approvato il rifinanziamento della missione per addestrare la cosiddetta Guardia costiera libica
La Camera dei deputati ha approvato il rifinanziamento della missione delle forze dell’ordine italiane per addestrare la cosiddetta Guardia costiera libica, il corpo armato a cui da diversi anni il governo italiano e l’Unione Europea hanno affidato il compito di impedire ai migranti che partono dalle coste della Libia di arrivare a quelle italiane. Un compito che molto spesso la Guardia costiera libica svolge con la violenza e tramite una violazione sistematica dei diritti umani. A favore del rifinanziamento ha votato praticamente tutta la Camera (tutte le forze di maggioranza più Fratelli D’Italia), con soltanto tre contrari e due astenuti.
Poco prima, l’aula aveva bocciato una risoluzione presentata da 30 deputati di PD, M5S, LEU e +Europa che chiedeva la chiusura della missione, perché rifinanziarla avrebbe significato «continuare a sostenere direttamente e indirettamente la deportazione di uomini, donne e bambini nei centri di detenzione in Libia». Per la risoluzione hanno votato 40 deputati.
Sul rifinanziamento della missione c’erano state numerose discussioni negli ultimi giorni, soprattutto all’interno del Partito Democratico. Alla fine, il PD ha deciso di approvare il rifinanziamento, ma soltanto dopo l’approvazione di un emendamento che prevede “il superamento della suddetta missione” e il trasferimento della responsabilità di addestrare la Guardia costiera libica alla missione militare IRINI dell’Unione Europea.
Dal 2017 a oggi l’Italia ha stanziato 22,1 milioni di euro soltanto per le missioni di addestramento e appoggio della Guardia costiera libica da parte delle forze dell’ordine italiane. Nella relazione per il 2021 il governo prevede di spendere per lo stesso scopo 10,5 milioni di euro, la cifra più alta mai stanziata.
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