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  • Venerdì 9 luglio 2021

La storia tragica di Haiti

L'uccisione del suo presidente è solo l'ultima di una serie di disgrazie e violenze che hanno colpito il paese nella sua breve storia

Una manifestazione di protesta contro Moïse a Port-au-Prince, Haiti, febbraio del 2019 (AP Photo/Dieu Nalio Chery)
Una manifestazione di protesta contro Moïse a Port-au-Prince, Haiti, febbraio del 2019 (AP Photo/Dieu Nalio Chery)
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Dopo mesi di tensioni politiche e sociali, nella notte tra martedì e mercoledì è stato assassinato Jovenel Moïse, presidente di Haiti, un piccolo paese che si trova sull’isola di Hispaniola, non lontano da Cuba. Le dinamiche dell’omicidio di Moïse non sono ancora state chiarite, ma giovedì sera la polizia haitiana ha detto di avere arrestato diversi cittadini colombiani e due statunitensi, accusati di essere coinvolti nell’attacco. Per Haiti l’assassinio del presidente è l’ultimo di una serie di eventi tragici che hanno segnato la storia del paese, che ora potrebbe entrare in una nuova fase di incertezza e instabilità.

Haiti fu scoperta da Cristoforo Colombo nel 1492. Nei decenni successivi fu usata come base per i commerci dalla compagnia francese delle Indie Occidentali, e nel 1697 fu annessa all’Impero francese. La dominazione francese fu durissima: i fertili terreni dell’isola furono sfruttati in maniera intensiva per produrre zucchero e caffè da smerciare in Europa, tanto che oggi varie zone di Haiti sono praticamente desertificate. Per lavorare nei campi l’amministrazione imperiale importò fino a 40mila schiavi africani all’anno, che morivano nella lunga traversata in mare oppure dopo pochi anni di fatica.

Poco dopo la rivoluzione francese anche Haiti si ribellò all’amministrazione centrale, e nonostante i successivi tentativi di Napoleone di sedare le rivolte, nel 1804 il paese si dichiarò indipendente. Haiti diventò il primo stato al mondo a vietare formalmente la schiavitù.

I problemi di Haiti però erano appena iniziati. Nei decenni successivi e ancora fino alla metà del Novecento, il governo haitiano versò alla Francia enormi somme di denaro in cambio del suo riconoscimento diplomatico. Secondo la storica e divulgatrice britannica Alex Von Tunzelmann, quei soldi innescarono un circolo vizioso alla base di molte storture dell’isola.

«Per trovare i soldi da girare ai francesi, il governo si indebitò con banche americane, tedesche e francesi con interessi enormi. Ai primi del Novecento Haiti versava circa l’80 per cento del suo bilancio alla Francia, cosa che ribaltò l’economia locale. Nel momento in cui il governo finì di pagare la Francia e gli interessi alle banche, il paese era completamente svuotato e sommerso da altri debiti. Intere generazioni di leader rinunciarono a risolvere i problemi del paese e si dedicarono invece all’arricchimento personale.»

Nel corso del Novecento ad Haiti è capitato un po’ di tutto, fra cui un’invasione degli Stati Uniti, almeno due dittature sanguinose – quelle di Francois “Papa Doc” Duvalier e di suo figlio Jean-Claude, “Baby Doc” – vari colpi di stato appoggiati dall’esercito e un intervento dei caschi blu dell’ONU, che si rivelò inutile.

Le disgrazie di Haiti sono proseguite anche nel Ventunesimo secolo. Nel 2010 il paese fu colpito da un gravissimo terremoto che distrusse buona parte della capitale, Port-au-Prince, e uccise un numero mai quantificato di persone, comunque superiore alle 100mila. Nei mesi successivi, l’intervento dell’ONU portò ad Haiti un’epidemia di colera che causò altre migliaia di morti. Nel 2016 il paese fu colpito dall’uragano Michel, che uccise circa tremila persone e causò enormi distruzioni. In quegli anni ci furono inoltre frequenti e diffuse proteste di piazza contro la corruzione, il prezzo del carburante e più in generale il comportamento dei politici.

Oggi Haiti è il paese più povero delle Americhe e uno dei più poveri al mondo. Secondo una stima citata dall’Economist, il 60 per cento degli haitiani vive con meno di due dollari al giorno. Il tasso di mortalità infantile è paragonabile a quello dei paesi dell’Africa centrale. Circa un haitiano su tre non sa leggere né scrivere.

A dimostrazione del fatto che Haiti vive in un circolo vizioso da cui sembra difficile uscire, il paese con cui condivide l’isola di Hispaniola, la Repubblica Dominicana, è discretamente prospero ed è una delle principali mete turistiche della regione.


Negli ultimi anni è degenerata anche la situazione politica.

Jovenel Moïse era stato eletto per la prima volta presidente alle elezioni del 2015, che erano state annullate per brogli, e poi di nuovo un anno dopo. Aveva iniziato a governare il 7 febbraio del 2017: per questa ragione sosteneva che il suo mandato di 5 anni fosse iniziato solo in quel momento, contro il parere dell’opposizione. A metà gennaio Moïse aveva poi emanato un decreto che gli permetteva di continuare a governare fino al prossimo anno, e promosso una riforma costituzionale che gli avrebbe garantito maggiori poteri. I mandati di tutti i deputati e della maggior parte dei senatori erano invece scaduti senza che fossero eletti i successori, dato che non era stato trovato un accordo per una nuova legge elettorale.

A febbraio, quando il governo haitiano aveva annunciato di avere sventato un colpo di stato contro il presidente, la notizia era stata considerata credibile per via delle continue proteste di piazza contro Moïse e dei ripetuti tentativi dell’opposizione di sostituirlo.