A circa due settimane dall’inizio delle Olimpiadi, a Tokyo è stato reintrodotto lo stato di emergenza
Giovedì il governo giapponese ha detto che da lunedì 12 luglio fino almeno al 22 agosto a Tokyo sarà nuovamente in vigore lo stato di emergenza: una decisione che obbligherà gli organizzatori delle Olimpiadi di Tokyo a ridurre il numero di spettatori che potranno assistere agli eventi dei Giochi, che inizieranno tra poco più di due settimane. Il Japan Times ha scritto che entro oggi il governo dovrebbe decidere se vietare del tutto l’accesso degli spettatori agli eventi che si terranno nell’area metropolitana della città. Attualmente a Tokyo era in vigore uno stato di “quasi-emergenza”, che serviva per lo più a evitare assembramenti e a limitare il numero di persone che possono assistere alle gare.
Con lo stato di emergenza, i luoghi in cui si svolgeranno le gare di Tokyo 2020 potranno ospitare al massimo 5mila spettatori o il 50 per cento della loro capacità – sempre con un tetto massimo di 5mila spettatori – e non 10mila, come era stato precedentemente annunciato. I ristoranti di Tokyo non potranno servire alcol e dovranno chiudere alle 20, e anche le gare dovranno terminare entro le 21.
Il primo ministro giapponese, Yoshihide Suga, ha detto che nell’area metropolitana di Tokyo i casi stanno aumentando da giugno, e ha sottolineato la necessità di introdurre misure più rigide; ha però aggiunto che se la campagna di vaccinazione mostrerà risultati positivi le restrizioni potrebbero essere allentate prima della data prevista.
Allo stesso tempo, è stato esteso fino a metà agosto anche lo stato di emergenza già in vigore nella prefettura di Okinawa, sull’omonima isola nel sud del paese, e sono state estese fino allo stesso periodo anche le restrizioni in vigore nelle prefetture vicine a Tokyo – Kanagawa, Chiba e Saitama –, così come quelle in vigore a Osaka.