La Trump Organization è stata incriminata per aver aiutato alcuni suoi funzionari a evadere le tasse attraverso i “fringe benefit”
Giovedì la Trump Organization, la principale azienda dell’ex presidente statunitense Donald Trump, è stata incriminata per aver messo a punto uno schema che secondo l’accusa avrebbe permesso ai suoi più alti funzionari di evadere le tasse negli ultimi 15 anni. In particolare, la società avrebbe compensato diversi funzionari attraverso beni o servizi accessori che si aggiungono alle somme in denaro pagate come stipendio (“fringe benefit”), bonus che poi non sarebbero stati dichiarati alle autorità. L’azienda è stata accusata anche di non aver pagato le tasse previste sui “fringe benefit” in busta paga. Tra i quindici capi d’imputazione nei confronti della Trump Organization, ci sono truffa, frode fiscale e falsificazione di documenti aziendali.
Oltre alla Trump Organization è stato incriminato per furto aggravato e frode fiscale anche Allen Weisselberg, il responsabile finanziario dell’organizzazione, che giovedì si è presentato in tribunale a New York dichiarandosi non colpevole. Il procuratore distrettuale di Manhattan, Cyrus Vance, che sta conducendo un’indagine più ampia sulla Trump Organization assieme alla procuratrice generale dello stato di New York, Letitia James, ha accusato Weisselberg di aver evaso tasse su 1,7 milioni di dollari (1,45 milioni di euro) ottenuti in fringe benefit e che sarebbero dovuti essere considerati come reddito.
L’ex presidente degli Stati Uniti non è stato incriminato, anche se le accuse nei confronti della Trump Organization e di Weisselberg alimentano il sospetto che potesse essere coinvolto o quantomeno a conoscenza di eventuali pratiche illegali all’interno della società. In una breve intervista al New York Times, Trump ha detto che le recenti accuse sono «il proseguimento della caccia alle streghe» nei suoi confronti, che secondo lui era iniziata nel momento in cui aveva annunciato la sua campagna elettorale nel 2015. Trump ha aggiunto che sosterrà «fino in fondo» Weisselberg, che ha definito un «uomo d’onore».
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