Il governo ungherese vuole farsi pubblicità sui giornali europei
Ha comprato una pagina su diversi quotidiani per difendersi dalle critiche dell'Unione: solo due giornali belgi si sono rifiutati di pubblicarla
Negli ultimi giorni il governo ungherese ha comprato pagine pubblicitarie su diversi giornali europei di orientamento conservatore per criticare l’Unione Europea e illustrare quelle che ha definito «Le proposte dell’Ungheria» per il futuro dell’Unione. L’acquisto delle pagine pubblicitarie è stata una risposta alle critiche che l’Ungheria aveva ricevuto nelle ultime due settimane dopo la sua approvazione della contestata legge che vieta di affrontare temi legati all’omosessualità in contesti pubblici frequentati dai minori. Contro quella legge i rappresentanti di 14 paesi membri dell’Unione Europea, tra cui l’Italia, avevano firmato un documento congiunto di condanna.
Le pagine pubblicitarie, con in testa lo stemma del governo ungherese e in fondo la firma del primo ministro Viktor Orbán, elencano alcuni punti che secondo l’Ungheria andrebbero seguiti per migliorare l’Unione Europea: tra le varie cose si dice che «a Bruxelles vogliono costruire un superstato per il quale nessuno ha dato l’autorizzazione»; che l’integrazione «è un mezzo, non un fine» e che bisogna eliminare dai trattati dell’Unione Europea l’obiettivo di «un’Unione sempre più stretta fra i popoli d’Europa»; che le decisioni devono essere prese dai parlamentari eletti «e non dalle ong»; che la Serbia deve essere ammessa tra gli stati dell’Unione, e che le sfide principali del prossimo decennio saranno «la migrazione di massa e le pandemie».
La pagina è stata pubblicata sabato 26 giugno sul giornale spagnolo ABC e su quello danese Jyllands-Posten, e martedì 29 giugno sul francese Le Figaro.
Solo due giornali belgi, da quanto si sa, hanno deciso di non pubblicare la pubblicità del governo ungherese: De Standaard, in lingua olandese, e La Libre Belgique, in lingua francese.
Las propuestas de Hungría sobre el futuro de la Unión Europea en ABC bastan para echarlos YA. pic.twitter.com/NQ6cFDcRbm
— Edu Galán (@edugalan) June 26, 2021
La Libre Belgique ha spiegato di non poter accettare che un governo possa sostenere cose false semplicemente pagando ed eludendo così il filtro del giornalismo. De Standaard ha risposto al governo ungherese con un’intera pagina del giornale occupata da una bandiera arcobaleno, simbolo della comunità LGBT+, con al centro i colori della bandiera dell’Ungheria e questa scritta:
Caro Viktor Orbán, le leggi non dovrebbero mai fare distinzioni tra forme di amore
Liefde laat zich niet meer dicteren https://t.co/CfyAxtnEwf pic.twitter.com/yiXbWC95kq
— De Standaard (@destandaard) June 29, 2021
De Standaard ha pubblicato anche un editoriale firmato dal caporedattore Karel Verhoeven in cui si dice che «è troppo cinico vendere spazio su un giornale a un leader di governo che ha limitato la libertà di stampa nel suo paese. La legge approvata dal parlamento ungherese due settimane fa sottolinea questo cinismo. Vieta l’informazione ai giovani sull’omosessualità e limita anche l’espressione dell’omosessualità e della transessualità nello spazio pubblico».
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