È finito il più lungo processo internazionale per crimini di guerra
Era iniziato nel 2003 e si è concluso oggi con la condanna a 12 anni di due ex funzionari dei servizi di sicurezza serbi
Jovica Stanišić, ex capo dei servizi di sicurezza serbi tra il 1991 e il 1998, e il suo vice Franko “Frenki” Simatović sono stati condannati in primo grado a dodici anni di carcere da un tribunale delle Nazioni Unite per i crimini commessi contro la popolazione in Croazia e Bosnia Erzegovina negli anni Novanta, durante le guerre jugoslave.
Il loro è stato il più lungo processo internazionale per crimini di guerra di sempre: era iniziato infatti nel 2003 e dopo una prima assoluzione nel 2013 era stato ripetuto fino al verdetto di oggi.
È inoltre la prima volta che vengono condannati dei funzionari del governo di Slobodan Milošević, ex presidente della Serbia e di quel che rimaneva della Jugoslavia tra gli anni Novanta e Duemila. Il verdetto è stato emesso all’Aia, nei Paesi Bassi, dal Meccanismo residuale per i Tribunali Penali Internazionali (IRMCT), l’organo che ha preso il posto del Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia delle Nazioni Unite (ICTY), chiuso nel dicembre del 2017 dopo ventiquattro anni.
Il tribunale li ha condannati per aver reclutato unità paramilitari serbe per condurre operazioni di pulizia etnica nella città bosniaca di Šamac nel 1992. Non li ha però condannati per altri crimini commessi in altre città bosniache e croate per mancanza di prove.
Stanišić, che ha 70 anni, e Simatović, che ne ha 71, si sono dichiarati innocenti e possono ancora fare ricorso in appello contro la decisione del tribunale. Erano stati incriminati per la prima volta diciotto anni fa, e nel 2013 erano stati assolti dall’ICTY. Due anni più tardi fu però ordinato un nuovo processo in seguito a un ricorso presentato dalla procura dell’Aia. Il processo iniziò nel 2017 e si è concluso oggi con la sentenza di primo grado.
– Leggi anche: Radovan Karadžić, l’impostore