Il ponte africano curvo, su uno dei confini più strani al mondo
È stato finito poche settimane fa e unisce Zambia e Botswana: la forma serve a evitare di sconfinare in Zimbabwe e in Namibia
Lo scorso 10 maggio è stato inaugurato il ponte Kazungula tra il Botswana e lo Zambia, e alla cerimonia hanno partecipato i presidenti dei rispettivi paesi insieme a quelli di Repubblica Democratica del Congo, Mozambico e Zimbabwe. Il ponte, lungo quasi un chilometro, passa sopra al fiume Zambesi e ha una insolita forma curvilinea. La ragione non è strutturale: è stato progettato così per via dello stranissimo confine che attraversa, per l’appunto tra Botswana e Zambia, di fatto passando in un varco di poco più di cento metri che separa due diversi punti in cui si incontrano i confini di tre stati.
Con una leggera curva, il ponte Kazungula può partire dalla sponda dello Zambesi in Botswana, in corrispondenza del punto in cui si unisce all’affluente Chobe, e arrivare dall’altra parte in Zambia, senza sconfinare in Zimbabwe e in Namibia, collegando così direttamente i due paesi interessati senza altri attraversamenti doganali, che ne avrebbero compromesso l’utilità commerciale.
Il luogo in cui si trova è stato considerato a lungo l’unico al mondo in cui si incontrano quattro stati diversi: Namibia, Botswana, Zimbabwe e Zambia. In realtà l’interpretazione politica che si è affermata da alcuni decenni è che non sia una frontiera quadruplice, bensì due vicinissime frontiere triplici, separate dalla frontiera più breve al mondo, quella di 135 metri tra Zambia e Botswana.
Il ponte era in costruzione dal 2014 ed è costato complessivamente più di 250 milioni di dollari (circa 210 milioni di euro). È stato finanziato dall'agenzia giapponese JICA, che sostiene economicamente progetti nei paesi in via di sviluppo, e dalla Banca africana di sviluppo. I lavori invece sono stati eseguiti dalla società coreana Daewoo E&C.
Di costruire un ponte lì si parlava da tempo, principalmente per rimediare a un annoso problema di viabilità locale. Per andare verso il Sudafrica, infatti, il grosso del traffico merci si dirigeva verso quello che viene definita la “famigerata” frontiera di Beitbridge, in Zimbabwe, nota per essere perennemente congestionata (le file di camion possono durare persino giorni). Il ponte che attraversa lo Zambesi apre una nuova rotta e permetterà al traffico di aggirare Beitbridge, motivo per cui, peraltro, l'ex presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe decise di non partecipare al progetto, nel timore di veder diminuire il traffico sulla rotta che attraversa il suo paese.
Il confine tra Zambia e Botswana è così breve che per le mappe in scala molto ridotta risulta impossibile da rappresentare, e peraltro in passato tra gli stati africani coinvolti ci sono state accese dispute per decidere se la frontiera fosse quadruplice o meno. Negli anni Sessanta il Sudafrica – controllava la Namibia – e la Rhodesia (come era noto allora lo Zimbabwe) consideravano il confine quadruplice per poter avanzare pretese sui traffici commerciali tra Zambia e Botswana, e il battello che permetteva gli scambi tra i due paesi venne dichiarato illegale dal Sudafrica. Nel 1970, sempre per la controversia sui confini, ci furono addirittura alcuni scontri militari, e qualche anno dopo l'esercito della Rhodesia affondò il battello pretestuosamente.
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Negli anni successivi la disputa è poi rientrata e oggi il piccolo confine di 135 metri viene generalmente ritenuto valido. Il ponte da poco inaugurato passerà proprio attraverso questo confine e andrà a sostituire il battello in uso precedentemente, che aveva la capacità di trasportare solamente due camion alla volta. Come scrive il sito Big Think, questo significa che grazie al ponte ci sarà una nuova e più agevole rotta commerciale per far defluire le materie prime estratte nella zona meridionale del Congo, particolarmente ricca di miniere.