Il governo vuole sospendere il “cashback”
Ha deciso di interrompere da luglio i rimborsi per gli acquisti con pagamenti elettronici decisi dal governo Conte, ma il M5S protesta
Lunedì sera, nel corso della riunione di governo che ha portato alla conferma della fine del blocco dei licenziamenti (con alcune eccezioni per i settori più in crisi), è stato deciso anche di sospendere il cosiddetto cashback a partire dal primo luglio. Il meccanismo era stato introdotto dal governo Conte per incoraggiare l’utilizzo di carte di debito (bancomat) e carte di credito e premiare con rimborsi – i cosiddetti “cashback” – chi fa un uso frequente dei pagamenti elettronici nei negozi fisici. I rimborsi previsti per i pagamenti fatti nei primi sei mesi del 2021 saranno comunque distribuiti regolarmente.
La decisione di sospendere il cashback, confermata da chi era alla riunione, deve comunque essere prima ufficializzata in un decreto legge, previsto per mercoledì. Il Movimento 5 Stelle però sta protestando, essendo stato il partito che aveva maggiormente sostenuto l’introduzione del cashback, durante il secondo governo Conte.
Il cashback faceva parte del piano “Italia Cashless”, che aveva l’obiettivo di modernizzare il Paese e incentivare l’uso dei pagamenti elettronici, soprattutto per combattere l’evasione fiscale. Il cashback vero e proprio era iniziato il 1º gennaio del 2021, e sarebbe dovuto terminare il 30 giugno 2022: in sostanza prevedeva il rimborso del 10 per cento sull’importo degli acquisti effettuati con carte o app di pagamento nei negozi fisici a fronte di un minimo di 50 operazioni in sei mesi, e fino a un massimo di 150 euro per semestre. Il piano prevedeva anche un “super cashback”, ovvero un super-rimborso da 1.500 euro a semestre, per le 100mila persone che avrebbero fatto più operazioni nei diversi semestri.
Il decreto con cui era stato istituito il cashback prevedeva lo stanziamento di 4,75 miliardi di euro per tutti i rimborsi tra il 2021 e il 2022: di questi 233 milioni sono già stati usati per il cashback speciale organizzato nel periodo di Natale e 1,36 miliardi di euro sono destinati al primo semestre del 2021. Sospendendo il cashback da luglio lo Stato risparmierebbe quindi circa 3 miliardi di euro.
Stefano Patuanelli, ministro delle Politiche agricole, del M5S, è stato il primo a parlare criticamente della decisione di sospendere il cashback. Su Twitter ha scritto che «la sospensione del cashback è un errore, l’ho detto e ripetuto ieri in cabina di regia. Mi auguro si possa tornare indietro su questa decisione».
Le dichiarazioni di Patuanelli sono state seguite da una nota dei portavoce del M5S alla Commissione Finanza della Camera, secondo cui «l’incentivo ha avuto un enorme riscontro, soprattutto tra i giovani ed è una misura che si ripaga da sola. I dati sui consumi avrebbero raggiunto i 14 miliardi entro fine 2022 con 2,5 miliardi di nuove entrate per lo Stato e senza introdurre nessuna nuova tassa». Vari altri esponenti del M5S nelle ore successive si sono detti contrari a una sospensione del cashback, e hanno chiesto al presidente del Consiglio Mario Draghi di ripensarci.
Si sono invece schierati apertamente a favore della fine del cashback i partiti di centrodestra, sia dentro che fuori dal governo, mentre il Partito Democratico non ha preso una posizione unitaria al riguardo. Il deputato Michele Bordo, responsabile del partito per la coesione e il Mezzogiorno, è stato finora l’unico parlamentare del PD a dirsi contrario alla sospensione. Secondo Bordo il cashback «ha consentito in questi mesi un maggiore utilizzo della moneta elettronica, un migliore tracciamento dei pagamenti, la riduzione del nero e dell’evasione fiscale. Per tutte queste ragioni, è un errore tornare indietro».