A Wimbledon può succedere qualsiasi cosa, nel torneo femminile
Se tra gli uomini il grande favorito è sempre quello, nel tabellone femminile potrebbe vincere più o meno chiunque
Dopo la finale maschile degli Internazionali di Roma, il tennista numero uno al mondo Novak Djokovic aveva scherzato — ma neanche tanto — dicendo che la tanto attesa nuova generazione del tennis maschile era rappresentata da lui, Rafael Nadal e Roger Federer. Cioè i tre atleti che negli ultimi vent’anni si sono spartiti il maggior numero di vittorie, e che continuano a farlo ancora a trent’anni passati.
Con Federer apparentemente non in grande forma, e senza Nadal, Djokovic è il favorito anche per la vittoria di Wimbledon, l’elegante torneo inglese del Grande Slam che ritorna quest’anno dopo l’annullamento per la pandemia deciso nella passata stagione. Se il torneo maschile sulla carta sembra poter essere scarno di sorprese, quello femminile è tutta un’altra storia. Con la rinuncia per infortunio di Simona Halep, campionessa in carica, e l’assenza di Naomi Osaka, il tabellone è ancora più aperto del solito, anche in un periodo in cui il movimento tennistico femminile produce una grande quantità di atlete altamente competitive.
L’australiana Ashleigh Barty si presenta da numero uno al mondo e per caratteristiche tecniche è probabilmente la favorita, ma non così tanto, dato che a Wimbledon non ha mai superato i sedicesimi di finale. Con lei c’è Serena Williams, che il torneo inglese lo ha vinto sette volte in carriera. Ma è tornata a giocare agli Internazionali di Roma dopo tre mesi di pausa, ha avuto parecchi problemi fisici e a settembre compirà quarant’anni. Williams è anche l’unica tennista il cui nome compare più di una volta nell’albo d’oro del torneo negli ultimi sei anni: dalla sua ultima vittoria nel 2016 c’è sempre stata una vincitrice diversa.
Garbine Muguruza, Angelique Kerber e Petra Kvitova sono le ultime vincitrici, ma tra problemi fisici e cali di forma sono lontane dall’essere considerate favorite. A rendere tutto più imprevedibile si aggiunge il fatto che fra le oltre cento partecipanti a questa edizione di Wimbledon, quattordici hanno vinto almeno un titolo nei quattro tornei del Grande Slam. L’ultima ad essersi aggiunta a questo gruppo è Barbora Krejcikova, che a inizio mese ha vinto il Roland Garros: per le agenzie di scommesse, una sua vittoria a Wimbledon paga almeno trentacinque volte la puntata.
Dopo Barty e Williams, la bielorussa Aryna Sabalenka si presenta in Inghilterra da quarta del ranking mondiale, ma in tutta la carriera non ha mai superato il quarto turno in uno Slam. C’è poi Iga Swiatek, che va forte sulla terra rossa (ha vinto a Roma e l’anno scorso al Roland Garros) ma la sua tenuta su erba è ancora tutta da testare.
La 134ª edizione di Wimbledon è iniziata ufficialmente oggi, lunedì 28 giugno, con le partite del primo turno. Le finali si giocheranno sabato 10 e domenica 11 luglio. Nel torneo femminile le italiane partecipanti sono tre: Camila Giorgi, Jasmine Paolini e Martina Trevisan, che però partono in sordina. Nel torneo maschile gli italiani sono invece undici e da alcuni, come Sinner, Seppi, Musetti, Sonego, Travaglia, Cecchinato, Berrettini e Fognini, ci si aspetta molto.