In Etiopia i separatisti hanno preso la capitale del Tigrè
E il primo ministro Abiy Ahmed ha dichiarato un cessate il fuoco unilaterale: sono gli ultimi sviluppi di una guerra mai davvero finita
Dopo mesi di combattimenti, lunedì sera in Etiopia i separatisti del Fronte di liberazione del Tigrè (TPLF) hanno occupato la capitale della regione del Tigrè, Macallé. La notizia è stata confermata dallo stesso TPLF a diverse agenzie internazionali. Dopo che i funzionari del governo centrale avevano lasciato la città, il primo ministro etiope Abiy Ahmed ha dichiarato un cessate il fuoco unilaterale nella regione. È uno sviluppo significativo: a novembre Abiy aveva detto che la guerra civile era finita e dichiarato sconfitto il TPLF, che in realtà non ha mai smesso di combattere.
Diversi testimoni hanno riferito al Guardian che il TPLF ha ottenuto il controllo dell’aeroporto e di diversi altri punti strategici della città, mentre alcune persone festeggiavano l’ingresso delle truppe del TPLF con fuochi d’artificio e spari in aria.
La guerra nel Tigrè era iniziata nella prima settimana di novembre 2020, dopo mesi di tensioni tra governo federale e governo regionale del Tigrè controllato dal TPLF, un partito che per moltissimo tempo aveva dominato la politica nazionale dell’Etiopia e che aveva iniziato a perdere importanza dopo l’insediamento del governo di Abiy, nel 2018.
Il TPLF sembrava sicuro di poter vincere la guerra, ma a fine novembre l’esercito del governo centrale aveva preso il controllo della capitale del Tigrè, Macallé. Benché fortemente indebolito, tuttavia, il TPLF non aveva mai davvero smesso di combattere, e la scorsa settimana aveva lanciato un grosso attacco militare in corrispondenza con le attesissime elezioni nel paese.
Secondo una dichiarazione del governo etiope, il cessate il fuoco durerà fino a settembre e «permetterà ai contadini di occuparsi delle loro terre, e ai gruppi umanitari di operare senza movimenti militari attorno».
Durante la guerra in Tigrè entrambe le parti sono state accusate in maniera credibile di crimini di guerra e di violazioni dei diritti umani. Attualmente, secondo l’ONU, nel Tigrè centinaia di migliaia di persone si trovano in una situazione umanitaria drammatica e rischiano di essere vittime di una carestia devastante.