Una canzone di Sarah Jane Morris
Che appartiene a una delle tre categorie prevalenti in questa newsletter
Le Canzoni è la newsletter serale che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. L’indomani – il martedì, mercoledì e venerdì – la pubblichiamo sul Post, ci si iscrive qui.
Vi chiedo scusa, ma in conseguenza del trasloco di ieri e dei suoi postumi, non ho altre cose da dire stasera: dovrei ricorrere al reggaeton. Ah, no, una ce l’ho: ascoltate le interessanti riflessioni di Matteo Bordone sul tema “la musica è peggiorata” nei suoi podcast di ieri e oggi. Non sono d’accordo su molte cose, ma è sempre pieno di informazioni e intuizioni.
Can’t get to sleep without you
Sarah Jane Morris
Can’t get to sleep without you su Spotify non c’è
Can’t get to sleep without you su Apple Music non c’è
Can’t get to sleep without you su YouTube
Prima che qualcuno di voi impietosamente lo faccia notare, constaterò personalmente alcuni tic delle mie scelte musicali che ho realizzato io stesso solo compilando questa newsletter e su cui ho fatto un coming out pubblico a Pesaro lo scorso weekend, parlando di musica con Matteo Bordone summenzionato. Insomma, se togliamo alle 375 canzoni proposte in questa newsletter finora
– quelle che sono un valzer
– quelle che sono il pezzo conclusivo di un disco
– quelle che iniziano coi fiati
credo ne restino la metà.
E insomma, stasera parliamo delle terze. Perché Sarah Jane Morris era simpatica, aveva una gran chioma rossa, una voce speciale, ma non è che abbia lasciato granché di memorabile nè al pop né al jazz, oscillando tra i due. La vidi in un concerto a Milano di quelli in un locale jazz che mentre ascolti la musica ti servono da mangiare: pratica molto comune negli Stati Uniti, qui meno (c’è una memorabile striscia dei Peanuts, a proposito, che per domani riuscirò a ritrovare).
Comunque, credo che stia bene e canti ancora spesso in giro, ha 62 anni, ma ne parlo al passato perché ebbe qualche notorietà con questo suo primo disco del 1989 ma poi sparì piuttosto sullo sfondo: prima aveva cantato con i Communards, la band di Jimmy Sommerville dopo i Bronski Beat. Nel disco c’era una sua bella versione di Me and Mrs. Jones, e poi c’era questo travolgente pezzo di non riuscire a dormire senza di te, e con dei gran fiati.
Can’t get to sleep without you su Spotify non c’è
Can’t get to sleep without you su Apple Music non c’è
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