La “Ronda di notte” di Rembrandt, ricomposta
Da secoli il celebre dipinto manca di alcune parti: un progetto del Rijksmuseum le ha riprodotte ed esposte vicino all'originale
Oggi potrebbe sembrarci strano, ma in passato succedeva di frequente che si tagliassero le tele di quadri anche molto importanti, per i motivi più vari. Successe persino alla Ronda di notte di Rembrandt, che già all’epoca in cui fu dipinta – nel 1642 – era ritenuta una delle sue opere più importanti e rappresentative. Eppure, nonostante questo, gli olandesi non si fecero problemi a tagliarne ampie parti – da tutti e quattro i lati del dipinto – per farlo entrare in una sala del Consiglio di guerra del municipio di Amsterdam. Era il 1715.
Da allora le parti tagliate andarono perdute e il grande quadro che oggi possiamo ammirare al Rijksmuseum di Amsterdam non è proprio come l’aveva pensato Rembrandt, o meglio non lo era fino a mercoledì scorso: adesso è stato completato un lungo lavoro di ricostruzione, fatto tra le altre cose anche con un’intelligenza artificiale, che permette ai visitatori di vederlo quasi come l’aveva dipinto Rembrandt prima che venisse tagliato.
I tecnici del Rijksmuseum hanno potuto ricostruire il dipinto partendo da una copia di un pittore minore, Gerrit Lundens, fatta 12 anni dopo l’originale di Rembrandt. La copia di Lundens, benché diversa nello stile, comprende anche le parti mancanti ed è considerata complessivamente fedele alla composizione originale. Il museo è poi riuscito a riprodurle usando lo stile di Rembrandt, grazie a una vasta opera di restauro che va avanti dal 2018 e che ha permesso di raccogliere informazioni molto dettagliate su come Rembrandt dipingeva. Queste informazioni sono poi state usate da un’intelligenza artificiale, istruita appositamente per riprodurre le immagini secondo lo stile di Rembrandt; si tratta di una tecnologia chiamata “rete neurale convoluzionale”, usata appunto per il riconoscimento e l’elaborazione di immagini.
Dopodiché le riproduzioni delle parti mancanti sono state stampate su tela, incollate su pannelli di metallo, verniciate – per dare l’impressione che siano dipinte – e appese vicino al dipinto originale. Il risultato, ha detto il direttore del museo Taco Dibbits, «ci dà un’idea di com’era la composizione creata da Rembrandt».
La Ronda di notte venne commissionata a Rembrandt da un gruppo di Kloveniers, cioè le guardie civiche cittadine armate di archibugio (per questo anche dette archibugieri). Al centro c’è il capitano della guardia, Frans Banninck Cocq, vestito di nero, e si dice che dietro di lui, semi-nascosto da altre due guardie, ci sia lo stesso Rembrandt. La composizione originale, prima che venisse tagliata, era asimmetrica: al centro c’era l’arco alle spalle degli archibugieri, e spostato sulla destra il capitano con le altre guardie in primo piano. Tutto ciò dava un senso di movimento alla composizione, secondo Dibbits: «Sembra davvero di percepire la sensazione fisica che Banninck Cocq e gli altri camminino verso di te».
Il lavoro di ricostruzione fatto dal museo rimarrà visibile ai visitatori solo fino a settembre, poi la Ronda di notte tornerà a essere esposta come lo è sempre stata, senza le parti che furono tagliate nel Settecento.
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