Ci sono 159 dispersi a Miami
In tutto finora sono morte 4 persone e ne sono state estratte vive dalle macerie solo 2
Ci sono almeno 159 persone che risultano ancora disperse tra quelle che abitavano nel palazzo di 12 piani crollato giovedì a Surfside, vicino a Miami Beach, negli Stati Uniti. Inizialmente si era parlato di 99 dispersi, ma il numero è stato aggiornato venerdì mattina da Daniella Levine Cava, sindaca della contea di Miami-Dade. La sindaca ha specificato che i numeri sono ancora incerti, e che potrebbero variare nelle prossime ore.
Le squadre di vigili del fuoco e polizia stanno andando avanti incessantemente nelle ricerche da quasi ventiquattro ore, ma al momento sono state estratte dalle macerie del palazzo solo 2 persone, mentre ci sono in tutto 4 morti accertati. Altre 35 persone che si trovavano nella parte intatta dell’edificio sono state messe in salvo.
Il crollo è avvenuto attorno alle 2 del mattino di giovedì (le 8 in Italia) a Surfside, un comune che si trova a nord di Miami Beach e che fa parte della contea di Miami-Dade (una delle tre che compongono l’area metropolitana di Miami).
Il palazzo fa parte del complesso residenziale che si chiama Champlain Towers: fu costruito nel 1981 e ospitava 136 appartamenti. La sindaca della contea di Miami-Dade ha detto che circa la metà dei 136 appartamenti sono stati coinvolti nel crollo. Il palazzo era abitato soprattutto da pensionati e famiglie benestanti.
Nel tardo pomeriggio di giovedì i soccorritori hanno detto di aver sentito «suoni e colpi» da sotto le macerie, ma nessuna voce. Poco prima avevano salvato un ragazzo le cui dita sporgevano dalle macerie e che gridava aiuto. I soccorsi sono proseguiti nelle ore successive, ma è stata estratta dalle macerie solo un’altra persona. I vigili del fuoco hanno detto di aver inizialmente provato a scavare tra le macerie partendo dall’alto, ma che a causa dell’instabilità hanno deciso di scavare dal garage sotterraneo che si trova sotto l’edificio e che è ancora raggiungibile.
Al momento le autorità locali non hanno diffuso notizie sulle possibili cause del crollo. Il sindaco di Surfside, Charles W. Burkett, ha detto che sul tetto del palazzo in questi giorni erano in corso dei lavori, ma non ha specificato se possano essere in qualche modo collegabili al crollo.
Kenneth S. Direktor, un avvocato che rappresenta un’associazione di residenti del palazzo, ha detto al New York Times che l’edificio stava per subire ampie riparazioni dato che nel corso di un controllo erano stati rilevati punti in cui l’acciaio era arrugginito e il calcestruzzo danneggiato, ma ha aggiunto che i problemi identificati sono riscontrabili in qualsiasi edificio che si trovi davanti al mare. Secondo Direktor, in edifici di 40 anni o più è normale rilevare un certo livello di corrosione e deterioramento a causa del sale dell’oceano che può penetrare nelle strutture e iniziare ad arrugginire i componenti in acciaio.
Shimon Wdowinski, un professore della Florida International University, ha detto alla CNN che un’analisi effettuata l’anno scorso aveva determinato che negli anni Novanta il palazzo aveva mostrato segni di subsidenza, cioè di abbassamento del terreno sottostante. Il terreno, secondo l’analisi, aveva avuto un tasso di cedimento di circa due millimetri all’anno dal 1993 al 1999. Wdowinski ha aggiunto che questo abbassamento da solo probabilmente non ha causato il crollo del condominio, ma che potrebbe aver contribuito.