Un’inchiesta del governo canadese ha concluso che l’abbattimento dell’aereo ucraino in Iran del gennaio del 2020 non fu premeditato
Il governo canadese ha diffuso i primi risultati dell’inchiesta condotta sul volo 752 dell’Ukraine International Airlines, abbattuto da due missili iraniani nelle prime ore dell’8 gennaio del 2020 pochi minuti dopo essere decollato dall’aeroporto di Teheran: tutte le 176 le persone a bordo, tra cui 55 cittadini canadesi, erano morte nell’impatto. L’inchiesta ha concluso che non ci sono prove che dimostrino che l’abbattimento fosse “premeditato”, ma ha anche sottolineato come le autorità civili e militari iraniane siano state “completamente responsabili” dell’abbattimento.
Nel rapporto si sostiene che probabilmente il lancio dei missili fu effettuato da un singolo operatore del sistema di difesa aerea iraniana, che avrebbe scambiato l’aereo per un missile statunitense; ha però aggiunto che questo non sarebbe successo se non fosse stato per «l’incompetenza, l’incoscienza e per il disprezzo per la vita umana» delle autorità iraniane.
L’Iran inizialmente aveva negato di aver abbattuto l’aereo, ma dopo alcuni giorni aveva ammesso che a colpire l’aereo erano stati due missili Tor-M1. Secondo la ricostruzione ufficiale iraniana, un operatore incaricato di gestire il sistema delle difese aeree avrebbe scambiato il volo 752 per un missile balistico statunitense e, non riuscendo a comunicare subito con i suoi superiori, avrebbe deciso di lanciare due missili per intercettarlo.
L’aereo era stato abbattuto poche ore dopo il lancio di missili balistici contro due basi irachene che ospitavano militari americani, deciso dall’Iran come ritorsione per l’uccisione del generale Qassem Suleimani in un bombardamento statunitense a Baghdad, in Iraq. L’uccisione di Suleimani aveva causato una delle più gravi crisi internazionali degli ultimi anni, e uno dei momenti più bassi dei rapporti tra Stati Uniti e Iran dalla rivoluzione del 1979 a oggi.