Come sta andando la psicoterapia online
Una ricerca racconta cosa pensano i pazienti delle sedute da remoto
Durante i mesi di isolamento dovuti alla pandemia da coronavirus molte attività, anche legate al campo della medicina, hanno iniziato a essere svolte in remoto, come dimostra l’iniziativa del Santagostino, una rete di poliambulatori privati con numerose sedi in Lombardia, una a Bologna e una di recente apertura a Roma.
A febbraio 2020 infatti gli psicoterapeuti del centro contattarono i loro pazienti per proporgli di continuare le terapie a distanza, in videochiamata. Dopo l’iniziale scetticismo, con l’inizio del lockdown, i pazienti che avevano accettato di continuare la terapia a distanza erano diventati il 90 per cento. Secondo i dati del Santagostino, circa uno su tre ha poi deciso di continuare online anche nei mesi successivi.
A maggio del 2021 Santagostino ha realizzato uno studio per verificare, in concomitanza con le prime aperture, quante persone abbiano continuato a preferire la psicoterapia online rispetto alle sedute tradizionali. Un modo per fare il punto su questa pratica dopo quindici mesi di esperienza, analizzando più nel dettaglio i dati a propria disposizione e valutando anche i pareri di pazienti e terapeuti. Lo studio, presentato all’ultima European Conference on Digital Psychology, la conferenza europea sulla psicologia digitale, raccoglie anche il lavoro, effettuato contemporaneamente alle sedute da remoto, sull’efficacia della stessa psicoterapia online.
Lo studio rileva che nel marzo 2020, in corrispondenza dei primi giorni del lockdown più rigido in Italia, quando è stato proposto ai pazienti di passare in modalità on line, una buona parte ha preferito attendere per svolgere la terapia in presenza: nelle prime due settimane le prenotazioni sono calate fino al 45 per cento. Poi però, quando molti pazienti si sono resi conto che l’emergenza sanitaria non si sarebbe risolta in poco tempo, la quota è salita appunto sino al 90 per cento del totale (dato del periodo compreso tra il 12 marzo e il 4 maggio 2020).
A ottobre 2020, in corrispondenza dell’allentamento delle misure restrittive deciso dal governo, il 23 per cento dei pazienti preferiva ancora la modalità online. In novembre e dicembre invece il dato è tornato a salire, con il 45 per cento delle terapie svolte online. A maggio 2021 il dato si è stabilizzato sul 67 per cento. Stefano Porcelli, direttore dell’Area Mente e Cervello del Santagostino, ha spiegato che la psicoterapia online «ha permesso di mantenere una continuità nel lavoro terapeutico. L’accelerazione impressa dalla pandemia in questi mesi – ha detto Porcelli – ha fatto sì che si superassero diffidenze, difficoltà e resistenze verso questo tipo di sostegno».
Il Santagostino ha inviato a 158 pazienti seguiti in videoterapia un questionario sul loro percorso psicologico online. Di questi 86 hanno compilato il questionario fino in fondo e partecipato alla ricerca. Di tutti i partecipanti, la stragrande maggioranza non aveva mai provato la videoterapia prima del lockdown (91%) e quasi tutti (l’83 per cento) avevano abbastanza familiarità con le videochiamate. Uno su tre si dichiarava scettico verso la terapia online.
Dalle risposte sono emersi quattro consigli per migliorare la terapia: prevedere training per terapeuti sulla psicoterapia online; diffondere dati corretti sulla psicoterapia online, in modo da ridurre lo scetticismo e aumentare la consapevolezza dei vantaggi e dei limiti; prevedere training specifici per aiutare i terapeuti a sviluppare e mantenere la cosiddetta “alleanza di lavoro” con il paziente anche online; integrare le competenze tecnologiche necessarie dei terapeuti meno avvezzi all’uso delle tecnologie informatiche.
Per quanto riguarda l’esperienza diretta della terapia da remoto il 53 per cento ha dichiarato di essersi sentito a proprio agio con la modalità online ma di preferire comunque la terapia di persona. Il 13 per cento si sentiva infastidito dal vedere il terapeuta con modalità diverse da quelle in presenza.
A proposito degli aspetti tecnici quasi tutti (83 per cento) hanno detto di aver trovato facilmente uno spazio in cui fare terapia, l’8 per cento ha sperimentato difficoltà a causa della connessione internet e il 3 per cento ha avuto problemi a familiarizzare con il software scelto per la terapia online.
L’82 per cento dei partecipanti ha dichiarato comunque di sentirsi spesso o sempre in connessione emotiva con il terapeuta anche da remoto, a dimostrazione del fatto che la distanza fisica non impedisce il fluire dello scambio emotivo tra paziente e terapeuta. 6 persone su 10 ritenevano che la modalità online influenzasse la terapia in modo negativo solo di rado, oppure quasi mai. Il 94 per cento sentiva che il terapeuta riusciva a comprenderli e aiutarli come nelle sedute in presenza e la stessa percentuale sentiva che la terapia online era utile quanto quella tradizionale. Infine, 2 persone su 3 hanno dato un voto maggiore di 7 (su 10) alla psicoterapia online.
Grazie al sostegno online, il Santagostino è presente con il suo servizio di assistenza psicologica, promosso anche attraverso uno spot, su tutto il territorio nazionale e non solo dove ha una sede. Attraverso questa pagina, chi vuole può prenotare direttamente un primo colloquio online oppure decidere di entrare prima in contatto con uno psicologo attraverso una chat gratuita.