Come è andata l’editoria nei primi cinque mesi dell’anno
I dati hanno rispettato le aspettative di fine 2020: le vendite dei libri sono aumentate e c'è stata una notevole crescita dei podcast
Nei primi cinque mesi del 2021 il fatturato della vendita dei libri di varia – i libri di narrativa e saggistica venduti nelle librerie fisiche, online e nella grande distribuzione, compresi i libri per bambini e ragazzi, ma non i libri scolastici – è cresciuto del 47 per cento rispetto allo stesso periodo del 2020: è passato da 403 a 591 milioni di euro. Questo dato è stato sottolineato da giornali e agenzie, ma è solo uno dei tanti dati presentati durante un evento organizzato lunedì dall’associazione BookCity Milano, dalla banca Intesa Sanpaolo e dall’associazione Italiana Editori (AIE) per capire come siano cambiate le abitudini delle persone durante e dopo i mesi delle chiusure causate dall’epidemia.
Rispetto ai bilanci del 2020, già pubblicati nei mesi scorsi, l’AIE ha aggiornato l’andamento del mercato editoriale con un’analisi delle vendite nei primi cinque mesi del 2021. L’indagine, intitolata “Effetti del Covid-19 sul mercato e i comportamenti d’acquisto in questa prima parte del 2021”, spiega quali sono stati i cambiamenti rispetto ai primi cinque mesi del 2020, un periodo particolarmente segnato dall’emergenza. È bene dire che molti dei confronti tra il 2021 e il 2020, non solo nel mondo editoriale, hanno grandi limiti di analisi del contesto, che è cambiato in modo significativo: un anno fa le misure restrittive portarono alla chiusura delle librerie, a un crollo delle vendite dei libri e al blocco della pubblicazione di nuovi libri. Anche nei primi cinque mesi del 2021 ci sono state chiusure, ma con un impatto inferiore rispetto al primo lockdown.
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Oltre alla rilevazione quantitativa delle vendite totali dei libri di varia, il già citato aumento del 47 per cento, l’AIE ha organizzato anche un sondaggio – con un campione di duemila persone rappresentativo della popolazione tra 15 e 75 anni – per capire perché le persone hanno comprato e letto di più. In generale, è aumentato il tempo dedicato alla lettura: il 31 per cento degli intervistati ha detto di aver letto di più rispetto a un anno fa, il 56 per cento ha dedicato lo stesso tempo dell’anno precedente e il 13 per cento ha letto di meno. Il sondaggio considera i libri stampati, gli ebook e gli audiolibri senza una distinzione.
Sono interessanti le risposte date alla domanda fatta per cercare di capire le motivazioni che hanno spinto le persone a leggere di più. Il 53 per cento degli intervistati ha detto di aver «voluto e potuto dedicare più tempo alla lettura», mentre il 31 per cento ha spiegato di «aver trovato a casa momenti più tranquilli» quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2020, a conferma del diverso contesto. Il 22 per cento dice che le serie televisive lo hanno annoiato e il 13 per cento ha letto di più perché ha un interesse specifico negli autori usciti in questo periodo.
Una delle domande del sondaggio aiuta a capire meglio l’aumento del 47 per cento di fatturato rispetto allo scorso anno. Tra le motivazioni che hanno portato a un maggiore acquisto di libri, oltre alla scontata «ho letto di più e quindi ho comprato anche più libri» dichiarata dal 42 per cento degli intervistati, il 23 per cento ha spiegato di aver sfruttato iniziative promozionali, mentre il 16 per cento ha detto che negli ultimi mesi le case editrici hanno pubblicato più libri di autori d’interesse.
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Altre motivazioni con percentuali non trascurabili mostrano ancora le differenze di contesto rispetto allo scorso anno: per il 16 per cento degli intervistati l’apertura delle librerie ha reso più facile conoscere le novità e comprarle, e il 13 per cento ha detto che la scoperta delle librerie online ha permesso di trovare nuovi autori e titoli. Va anche considerato l’incentivo economico del bonus cultura da 300 euro dato alle persone che compiono 18 anni: il 9 per cento degli intervistati ha spiegato di avere avuto la possibilità di sfruttare i fondi rimanenti nel bonus nei primi mesi del 2021.
Giovanni Peresson, responsabile dell’ufficio studi dell’associazione Italiana Editori, ha detto che altri motivi che spiegano l’aumento delle vendite sono stati la crescita del mercato dei fumetti e delle graphic novel, e l’assenza di manifestazioni, come le fiere e le presentazioni, che ha spostato gli acquisti sui canali monitorati dall’AIE.
Un’altra indagine, intitolata “I consumi culturali degli italiani ai tempi di Covid-19: cosa cambia?”, commissionata da Intesa Sanpaolo e realizzata da Ipsos su mille persone e 200 fruitori abituali di cultura, ha evidenziato la crescita dei podcast.
Il 44 per cento degli intervistati ha detto di ascoltarli, una percentuale che cresce al 70 per cento nella fascia d’età tra 18 e 34 anni. Gli intervistati hanno detto che continueranno ad ascoltarli anche con il rientro alla piena mobilità perché «brevi ma interessanti», accessibili in qualsiasi luogo (43 per cento), «posso ascoltarli mentre faccio altro» (47 per cento). L’85 per cento degli intervistati è portato ad approfondire i temi che ha ascoltato, il 75 tende a promuovere la condivisione con familiari, amici, colleghi, il 69 cerca e acquista libri che parlano dell’argomento ascoltato nel podcast.