L’Unione Europea ha imposto sanzioni nei confronti di 78 persone e 8 società bielorusse in risposta al dirottamento del volo Ryanair del 23 maggio
Lunedì i ministri degli Esteri dei paesi membri dell’Unione Europea hanno deciso di imporre nuove sanzioni nei confronti di 78 persone e 8 società bielorusse a causa delle «continue gravi violazioni dei diritti umani e della violenta repressione della società civile e dei giornalisti e oppositori democratici». La decisione di imporre nuove sanzioni è stata presa in risposta al dirottamento del volo Ryanair Atene-Vilnius verso la capitale Minsk ordinato il 23 maggio scorso dal presidente bielorusso Alexander Lukashenko per far arrestare il giornalista di opposizione Roman Protasevich, che si trovava a bordo dell’aereo.
Tra le persone che verranno colpite dalle nuove sanzioni non ci sono soltanto funzionari dei servizi segreti e politici vicini a Lukashenko, che governa la Bielorussia in maniera autoritaria dal 1994, ma anche diversi imprenditori coinvolti in settori molto redditizi per la Bielorussia, come quello del petrolio, quello del tabacco e quello dei fertilizzanti a base di potassio. Le sanzioni prevedono tra le altre cose il divieto di viaggiare nell’Unione Europea, il divieto di fare affari con cittadini o società europee e il congelamento dei conti bancari.
La scorsa estate l’Unione Europea aveva sanzionato una quarantina di funzionari bielorussi considerati vicini a Lukashenko per la manipolazione del risultato delle elezioni presidenziali di agosto, considerate da molti osservatori “rubate”, e per la successiva repressione compiuta dal regime contro gli oppositori. A fine febbraio, l’UE aveva prolungato la durata delle sanzioni, estendendole in totale a 88 persone, inclusi lo stesso Lukashenko e il figlio Victor. In totale adesso le sanzioni dell’Unione Europea nei confronti della Bielorussia sono rivolte a 166 persone e a 15 società.
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