Cosa cambia coi vaccini dopo le parole di Draghi

Ci sarà più libertà di scelta e chi ha meno di 60 anni potrà ricevere anche la seconda dose di AstraZeneca, se vuole

(ANSA/GIUSEPPE LAMI)
(ANSA/GIUSEPPE LAMI)

Venerdì sera il presidente del Consiglio Mario Draghi ha annunciato alcune modifiche alla campagna vaccinale: le persone con meno di 60 anni avranno la possibilità di ricevere la seconda dose con il vaccino sviluppato da AstraZeneca, rifiutando la cosiddetta vaccinazione eterologa, e dalle parole del presidente sembra che anche le persone con più 60 anni potranno scegliere di ricevere una seconda dose con un vaccino diverso rispetto a quello somministrato con la prima dose, anche se su questa seconda possibilità non ci sono ancora molte certezze. Draghi ha spiegato che sono state introdotte queste modifiche «per chiarire quella che sembra essere una certa confusione sulla questione dei vaccini».

Venerdì 11 giugno il comitato tecnico scientifico (CTS) aveva raccomandato la somministrazione delle prime dosi con AstraZeneca esclusivamente alle persone con più di 60 anni, mentre per le fasce d’età inferiori era stata prevista la somministrazione di altri vaccini. Alle persone con meno di 60 che avevano ricevuto la prima dose di AstraZeneca era stata raccomandata la somministrazione di vaccini di Pfizer o Moderna, ricorrendo alla “vaccinazione eterologa”, cioè con due vaccini diversi.

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La decisione del CTS è arrivata dopo le notizie di alcuni rari casi di sospetti effetti collaterali gravi in persone giovani che avevano ricevuto la prima dose del vaccino di AstraZeneca, che avevano rinnovato il dibattito e l’attenzione mediatica sulla sicurezza del farmaco. Nei giorni successivi era arrivata la conferma di queste raccomandazioni con una nuova ordinanza del ministero della Salute e l’approvazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA).

Prima di spiegare le modifiche, Draghi ha implicitamente fatto riferimento al rallentamento che la campagna vaccinale ha subìto negli ultimi giorni: nei punti vaccinali di molte regioni si sono presentate meno persone rispetto alle prenotazioni e in molti hanno rifiutato la somministrazione del vaccino AstraZeneca. Ma l’incertezza ha coinvolto anche le persone con meno di 60 anni che avevano ricevuto AstraZeneca e avrebbero voluto ricevere la seconda dose con lo stesso vaccino, senza ricorrere alla vaccinazione eterologa. Draghi ha spiegato che «la cosa peggiore che si può fare è non vaccinarsi o vaccinarsi con una dose sola».


Draghi ha detto che lui stesso farà la vaccinazione eterologa, di cui ha voluto sottolineare l’efficacia. «L’eterologa funziona: io stesso martedì sono prenotato per fare l’eterologa», ha detto Draghi. «La prima dose di AstraZeneca che ho fatto ha dato una risposta di anticorpi bassa e quindi mi si consiglia di fare l’eterologa. Funziona per me e funziona anche per chi ha meno di 70 e 60 anni».

Finora questa possibilità di scelta per le persone con più di 60 anni non era prevista e non è ancora chiaro come sarà gestita, in particolare se si dovrà fare un test sierologico per dimostrare la bassa risposta anticorpale, come nel caso del presidente del Consiglio. Al momento questa modifica annunciata da Draghi contraddice le ultime indicazioni del ministero: nei prossimi giorni si attendono nuove disposizioni che definiranno con precisione la possibilità di scegliere il vaccino per le persone con più di 60 anni.

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La seconda modifica riguarda la possibilità di ricevere anche la seconda dose di AstraZeneca per le persone con meno di 60 anni. «Se una persona che ha meno di 60 anni ha fatto la prima dose di AstraZeneca, e gli viene proposto di fare l’eterologa, ma questa persona non vuole, è libera di fare la seconda dose con AstraZeneca purché abbia un parere del medico e il consenso informato, informato bene», ha spiegato Draghi. Questa possibilità era stata richiesta in particolare dal Lazio, che nei giorni scorsi aveva sollecitato un chiarimento al governo.

Al contrario della possibilità di scelta per le persone con più di 60 anni, questa seconda modifica è stata inserita in una nuova circolare del ministero della Salute. «Qualora un soggetto di età inferiore ai 60 anni, dopo aver ricevuto la prima dose di vaccino Vaxzevria (AstraZeneca, ndr), pur a fronte di documentata e accurata informazione fornita dal medico vaccinatore o dagli operatori del centro vaccinale sui rischi di Vitt (trombosi venosa, ndr), rifiuti senza possibilità di convincimento il crossing a vaccino a mRna, allo stesso, dopo acquisizione di adeguato consenso informato, può essere somministrata la seconda dose di Vaxzevria», si legge nella circolare firmata dal direttore generale Prevenzione del ministero, Giovanni Rezza. «Tale opzione risulta coerente e bilanciata dal beneficio derivante dall’annullamento del rischio connesso alla parziale protezione conferita dalla somministrazione di una singola dose di Vaxzevria».