Perché i gruppi armati palestinesi usano palloncini incendiari contro Israele
A differenza dei razzi sono armi molto semplici da costruire, ma possono arrecare notevoli danni ai territori israeliani
Nell’ultima settimana l’esercito israeliano ha bombardato per due volte alcuni edifici della Striscia di Gaza, per la prima volta dopo la tregua stipulata un mese fa in seguito alla breve guerra avvenuta a maggio. Gli attacchi dell’esercito israeliano sono stati una risposta al lancio di palloncini incendiari verso i territori israeliani da parte dei gruppi armati della Striscia. I palloncini incendiari sono stati lanciati da miliziani di piccoli gruppi armati di Gaza, con l’intento di provocare incendi e danni ai campi agricoli e ai territori del sud di Israele.
I palloncini incendiari sono un’arma molto rudimentale e piuttosto semplice da costruire, ma che può arrecare notevoli danni. Non è la prima volta che miliziani palestinesi utilizzano questo tipo di arma per colpire Israele, e in passato avevano fatto ricorso a un’arma simile, degli aquiloni incendiari, che però avevano provocato reazioni meno violente da parte israeliana.
Il lancio dei palloncini di questa settimana è stato a sua volta una risposta a una manifestazione nazionalista organizzata dalla destra israeliana martedì a Gerusalemme, per commemorare la conquista della città nel 1967 dopo la guerra dei Sei giorni. La manifestazione sarebbe dovuta avvenire il mese scorso, ma era stata annullata perché si temeva potesse alimentare gli scontri.
Finora comunque in questa settimana né i palloncini incendiari dei gruppi armati palestinesi né i bombardamenti dell’esercito Israeliano hanno provocato morti, ma soltanto danni a edifici e campi agricoli.
Come sono fatti i palloncini incendiari
Si tratta di normali palloncini gonfiabili pieni di elio e annodati tra loro a gruppi, a cui viene legato un pezzo di stoffa impregnato di materiale infiammabile a cui viene dato fuoco. I palloncini sono fatti volare oltre il confine con Israele sfruttando i venti che dal mar Mediterraneo soffiano verso terra.
Una volta arrivati in territorio israeliano provocano vasti incendi, dato che la zona di confine con la Striscia è molto arida e costituita in gran parte da terreni agricoli e riserve naturali. Grazie al vento possono però raggiungere anche aree residenziali e causare danni a edifici e feriti. Secondo quanto scritto dai giornali israeliani, i palloncini lanciati martedì hanno provocato almeno 40 incendi nel sud di Israele, mentre quelli lanciati giovedì ne hanno provocati 8. In entrambi i casi non ci sono stati feriti.
Un portavoce dell’esercito israeliano ha detto che dal 2018 più di 4.200 ettari di terreno sono stati bruciati in Israele a causa di armi incendiarie come palloncini e aquiloni, senza contare i danni dell’ultima settimana.
Perché i palloncini e non i razzi?
Le armi principali usate dai miliziani palestinesi per attaccare Israele sono razzi a corto raggio, generalmente sparati da terra e diretti a terra, e non guidati, a differenza dei missili israeliani che sono guidati. Nel conflitto di maggio ne sono stati lanciati circa quattromila: il 90 per cento è stato intercettato dal sistema antimissilistico di difesa Iron Dome (“cupola di ferro”), che calcola la traiettoria di un razzo a corto raggio dal momento in cui viene lanciato da Gaza, prevedendo quasi istantaneamente se sia diretto verso un’area popolata.
Non si sa con precisione di quanti razzi siano in possesso i gruppi armati palestinesi negli ultimi anni, considerato l’embargo imposto da Israele sul territorio della Striscia, ma secondo l’intelligence israeliana avrebbero circa 30mila razzi e proiettili di mortaio. I razzi spesso sono costruiti direttamente all’interno della Striscia e, come si è visto a maggio, vengono quasi sempre intercettati da Israele. I palloncini, al contrario, sono economici e semplici da realizzare, e possono provocare facilmente danni ai territori israeliani. Non sono danni gravi come quelli che possono causare i razzi, ma servono comunque a mettere pressione su Israele.
Cosa ne pensa il nuovo primo ministro
I bombardamenti di Israele in risposta al lancio dei palloncini incendiari sono i primi decisi dal nuovo governo guidato da Naftali Bennett, entrato in carica domenica dopo dodici anni di mandato di Benjamin Netanyahu. Negli anni scorsi Bennett aveva criticato molto Netanyahu per la sua scarsa risposta al lancio dei palloncini da Gaza, dicendo che avrebbe dovuto prendere una posizione più dura contro Hamas, il principale gruppo armato palestinese, e che l’esercito israeliano avrebbe dovuto rispondere nello stesso modo in cui risponde al lancio di razzi.
Nel 2018, quando era ministro dell’Istruzione, Bennett aveva detto che l’esercito avrebbe dovuto «sparare per uccidere» chiunque lanciasse queste armi incendiarie oltre il confine della Striscia. «Se qualcuno invia palloncini incendiari da Gaza, dovremmo sparare per uccidere. Dobbiamo sparare strategicamente a chi invia palloncini incendiari da Gaza. Non abbiamo affrontato il problema quando era ancora piccolo, e ora ci stanno inviando migliaia di aquiloni. Alla fine, faremo quello che avremmo dovuto fare sei mesi fa, ma con gli interessi».