La legge ungherese contro i temi LGBT nelle scuole
Di fatto paragona l'omosessualità alla pedofilia e vuole impedire che si parli di persone gay e transgender con i minori
Martedì il Parlamento ungherese ha approvato una legge che paragona di fatto l’omosessualità alla pedofilia – una tesi smontata da decenni che circola ormai soltanto negli ambienti di estrema destra – e che impedirà di affrontare temi legati all’omosessualità in contesti pubblici frequentati dai minori.
Lunedì più di 5mila persone si erano riunite davanti al Parlamento a Budapest per chiedere al governo di non approvare la legge, sostenendo che avrebbe limitato ulteriormente i diritti della comunità LGBT+ in un paese già assai ostile alle persone omosessuali, ma è passata senza problemi con 152 voti favorevoli su 199.
La proposta di legge era stata presentata dal partito di estrema destra del primo ministro Viktor Orbán, Fidesz, che detiene la maggioranza assoluta. Ufficialmente ha lo scopo di tutelare i bambini dalla pedofilia, ma più concretamente vieterà alle associazioni legate alla comunità LGBT+ di promuovere i propri programmi educativi e di diffondere informazioni sull’omosessualità o sulla possibilità di richiedere un intervento chirurgico per la riassegnazione del sesso.
Tutti i partiti di opposizione tranne i neofascisti di Jobbik hanno boicottato la votazione, ritenendo che la proposta di Fidesz fosse «discriminatoria» e «diffondesse l’odio».
#Hungary parliament just passed the anti-LGBT law to the sounds of clapping. Associating pedophilia with LGBT people, banning comprehensive sexuality education & stifling free speech is despicable & unworthy of an EU member state. #LGBT pic.twitter.com/8OiqZbBf6f
— Lydia Gall (@LydsG) June 15, 2021
Le organizzazioni per i diritti civili che si sono opposte alla proposta di legge l’hanno paragonata alla legge russa del 2013 che vieta la “propaganda gay” tra i minori. Diverse associazioni, tra cui Amnesty International, hanno spiegato che danneggerà concretamente i diritti dei minori che sanno di essere omosessuali o hanno consapevolezza che il loro sesso biologico non corrisponde al loro genere.
Con la nuova legge sarà possibile vietare o censurare libri per ragazzi che parlano apertamente di omosessualità. Non sarà permessa nemmeno la diffusione di campagne pubblicitarie in favore dell’inclusione nei confronti della comunità LGBT+, come quella realizzata da Coca Cola nel 2019 proprio in Ungheria, che aveva per protagonista una coppia di ragazzi gay. Secondo il canale televisivo RTL Klub Hungary, inoltre, anche serie tv come Friends o film come Billy Elliot e Harry Potter, in cui si parla di omosessualità, potrebbero essere mostrati in seconda serata o vietati ai minori.
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Orbán, che governa l’Ungheria in maniera semi-autoritaria da più di dieci anni, ha sempre posizioni molto retrograde e discriminatorie nei confronti dell’omosessualità. Tra le altre cose, a dicembre il suo governo ha introdotto un emendamento alla Costituzione che limita il matrimonio all’unione tra un uomo e una donna e che di fatto ha vietato l’adozione alle coppie dello stesso sesso, sostenendo che la legge mirasse «a rafforzare la protezione delle famiglie ungheresi e la sicurezza dei nostri bambini».
Nel comunicato con cui aveva presentato la proposta di legge approvata oggi, Fidesz aveva accusato alcune associazioni di voler «influenzare lo sviluppo sessuale dei bambini» attraverso «cosiddetti programmi di sensibilizzazione e campagne anti-discriminazione che possono danneggiare gravemente il loro sviluppo fisico, mentale e morale».
Diverse organizzazioni di diritti civili avevano firmato una lettera aperta per invitare i parlamentari a non votare e organizzato una petizione online raccogliendo più di 80mila firme. Tra gli altri, anche la commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatovic, aveva definito le argomentazioni di Fidesz «fuorvianti e false» e aveva detto che la proposta di legge del governo ungherese «andava contro gli standard dei diritti umani europei e internazionali». Al momento la Commissione Europea non ha commentato la legge approvata oggi.