Mosca richiude un po’
I contagi sono ai massimi da dicembre, la metà di tutti quelli russi, e sono state annunciate nuove restrizioni
Lunedì il sindaco di Mosca Sergei Sobyanin ha chiesto ai lavoratori non essenziali di restare a casa dal lavoro fino a sabato e ha rafforzato le restrizioni per cercare di contenere la diffusione dei contagi da coronavirus. Negli ultimi giorni infatti a Mosca sono stati individuati circa la metà dei casi accertati in tutta la Russia, e malgrado poche settimane fa il presidente russo Vladimir Putin avesse detto che il paese stava gradualmente tornando alla normalità adesso la situazione della capitale è tornata a essere preoccupante: secondo gli esperti c’entrano proprio misure restrittive troppo blande e soprattutto una campagna vaccinale lenta e inefficace.
Sobyanin ha invitato i lavoratori delle attività non essenziali a non andare al lavoro da martedì 15 a sabato 19 giugno e per quanto riguarda il periodo successivo ha incoraggiato le aziende e le attività varie di Mosca a far lavorare da casa almeno il 30 per cento dei dipendenti che non siano già stati vaccinati. I bar, club e ristoranti della città saranno chiusi dalle 23 alle 6 del mattino almeno fino al 20 giugno, e tra le altre cose saranno chiusi i centri commerciali, le strutture sportive e le aree gioco per bambini.
A causa dell’aumento dei contagi, che hanno ripreso a crescere in particolare dalla fine di maggio, la settimana scorsa le autorità di Mosca avevano deciso di riaprire gli ospedali che erano stati allestiti appositamente per trattare i pazienti affetti da COVID-19. Domenica in Russia sono stati rilevati 14.723 casi positivi da coronavirus, il numero più alto di contagi dallo scorso febbraio, e più della metà di questi sono stati riscontrati soltanto a Mosca. Per la capitale russa è la situazione peggiore da dicembre a questa parte: anche lunedì circa la metà dei contagi riscontrati nel paese riguardava casi individuati proprio a Mosca (6.590 su 13.721).
Sebbene Sobyanin abbia detto di non voler introdurre un lockdown per arrestare la diffusione dei contagi, il suo annuncio riflette un’evidente preoccupazione per l’andamento dell’epidemia, una cosa che sembra essere in contrasto con l’atteggiamento sicuro e determinato delle autorità russe durante tutta la pandemia.
Nel comunicato diffuso lunedì, Sobyanin ha detto che nell’ultima settimana la situazione dell’epidemia «si è deteriorata notevolmente» aggiungendo che è necessario accelerare le vaccinazioni in maniera significativa «per fermare la crescita dei contagi e salvare le vite delle persone». Soltanto poche settimane fa Putin aveva detto che mentre «metà del mondo sta a casa, la nostra situazione è migliore di molti altri paesi»: secondo Putin, insomma, la vita in Russia stava «gradualmente tornando alla normalità».
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Dall’inizio della pandemia in Russia sono stati riscontrati più di 5 milioni di contagi e oltre 126mila morti per cause legate alla COVID-19 su circa 145 milioni di abitanti. Secondo gli esperti citati dal Financial Times, la crescita dei contagi nelle ultime settimane è stata determinata in particolare da due fattori.
Prima di tutto, c’entra il fatto di aver allentato le restrizioni per limitare la diffusione dei contagi prima del tempo, come era già successo la scorsa estate, quando i contagi della cosiddetta seconda ondata dell’epidemia avevano a poco a poco ripreso ad aumentare fino a raggiungere il picco attorno al 25 dicembre. Inoltre, c’entra una campagna vaccinale molto lenta e inefficace, nonostante già ad agosto la Russia avesse annunciato di aver realizzato per prima un vaccino contro il coronavirus che lo stesso Putin aveva poi definito «efficace come un kalashnikov» – lo Sputnik V – e nonostante nei mesi successivi fossero stati autorizzati per l’uso di emergenza altri tre vaccini (due dei quali già utilizzati da alcuni mesi).
Le somministrazioni dello Sputnik V in Russia erano cominciate a inizio dicembre, con diverse settimane di anticipo rispetto a quelle dei primi vaccini autorizzati in Europa (Pfizer-BioNTech e Moderna), ma a oggi soltanto il 12 per cento della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino a causa di vari problemi di produzione e di distribuzione. Per fare un confronto, in base ai dati forniti dal ministero della Salute, gli italiani che hanno completato il ciclo vaccinale sono più del 24 per cento e più della metà della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino contro il coronavirus tra quelli autorizzati dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA).
Tra le altre cose, secondo alcuni sondaggi citati dal Financial Times la maggior parte dei russi sarebbe diffidenti nei confronti dei vaccini contro il coronavirus e avrebbe detto di non volersi vaccinare. Per provare a dare un’accelerata alla campagna vaccinale a Mosca, Sobyanin ha annunciato un’iniziativa simile a quelle che sono state avviate nelle ultime settimane negli Stati Uniti: i residenti di Mosca che avranno ricevuto la prima dose di vaccino tra il 14 giugno e l’11 luglio potranno vincere una delle 20 auto messe in palio in una lotteria organizzata appositamente per convincere la popolazione a vaccinarsi.