In Inghilterra le riaperture sono state rinviate di un mese
A causa della diffusione della variante Delta, che attualmente sta causando il 90% dei contagi in tutto il Regno Unito
In Inghilterra l’allentamento delle restrizioni per il coronavirus, inizialmente previsto per il 21 giugno, è stato ritardato di quattro settimane: ora è in programma per il 19 luglio. Il governo nei mesi scorsi aveva stilato una tabella di marcia che prevedeva la rimozione della quasi totalità delle restrizioni il prossimo lunedì, grazie ai buoni risultati ottenuti dalla campagna vaccinale, ma un nuovo incremento dei contagi, dovuto in particolare alla diffusione nel paese della variante Delta (B1.617.2) del coronavirus, gli ha fatto cambiare idea.
«Penso che sia ragionevole aspettare un pochino in più», ha detto il primo ministro britannico Boris Johnson ufficializzando la decisione, dopo essere rientrato a Londra da un vertice della NATO a Bruxelles. Nei giorni scorsi Johnson aveva detto che il governo avrebbe agito «con cautela» nel decidere sulle riaperture a causa della grande diffusione nel paese della variante Delta, nota anche come variante “indiana”.
In base ai programmi iniziali del governo, dal 21 giugno avrebbe dovuto essere tolto il limite di persone che si possono invitare a casa; pub, club, teatri e cinema avrebbero potuto operare senza limiti di capienza; non ci sarebbero stati più limiti al numero di persone che possono assistere a eventi sportivi negli stadi; avrebbero potuto riaprire le discoteche. L’unico allentamento delle restrizioni che è stato deciso di introdurre comunque da lunedì riguarda matrimoni e funerali: sarà rimosso l’attuale limite di 30 partecipanti, anche se bisognerà mantenere il distanziamento fisico. Le altre regioni del Regno Unito allenteranno le restrizioni autonomamente: la Scozia lo farà il 28 giugno, l’Irlanda del Nord il 21 giugno e il Galles il 25 giugno.
La decisione di rinviare le riaperture si deve al fatto che dall’inizio di giugno i casi nel Regno Unito sono aumentati costantemente, e nell’ultima settimana sono stati in media 6.000 al giorno su 68 milioni di abitanti, il triplo rispetto ai circa 2.000 casi al giorno fatti registrare a maggio. Domenica sono stati registrati 7.490 nuovi casi. I casi più gravi sono stati rilevati tra persone non vaccinate o tra persone che avevano ricevuto una sola dose di vaccino. I decessi continuano invece a essere molto bassi, nell’ordine di pochi al giorno, e stabili ormai da oltre un mese: il virus sta circolando infatti prevalentemente nelle fasce più giovani, dove la copertura vaccinale è inferiore, e che sono meno a rischio di sviluppare complicazioni gravi.
Dai dati del Public Health England, agenzia governativa del dipartimento della Salute britannico, è risultato che attualmente la variante Delta sta causando il 90% dei contagi nel Regno Unito, mentre fino all’inizio di maggio era solo il 25%. Due studi del Public Health England hanno rilevato inoltre che i vaccini di Pfizer-BioNTech e di AstraZeneca hanno un’efficacia del 33% contro la variante Delta dopo la prima dose, mentre hanno un’efficacia del 50% contro la variante Alpha (B.1.1.7), la cosiddetta variante inglese, sempre dopo la prima dose.
Nel Regno Unito attualmente il 61 per cento della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino, e il 44 per cento ha ricevuto anche la seconda (in Italia siamo quasi al 50% e quasi al 22%, rispettivamente). Nei piani del governo aspettando quattro settimane ad allentare tutte le restrizioni e mantenendo gli attuali ritmi delle vaccinazioni, si potrebbero somministrare circa 10 milioni di seconde dosi. Per il 19 luglio si prevede che due terzi della popolazione avranno ricevuto due dosi di vaccino e che tutti i maggiorenni ne avranno ricevuta almeno una.