I dati sul coronavirus in Italia di venerdì 11 giugno
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati rilevati 1.901 casi positivi da coronavirus e 69 morti a causa della COVID-19. Attualmente i ricoverati sono 4.473 (306 in meno di ieri), di cui 597 nei reparti di terapia intensiva (29 in meno di ieri) e 3.876 negli altri reparti (277 in meno di ieri). Sono stati analizzati 97.557 tamponi molecolari e 102.838 test rapidi antigenici. La percentuale di tamponi molecolari positivi è stata del 1,8 per cento, mentre quella dei test antigenici dello 0,1 per cento. Nella giornata di giovedì i contagi registrati erano stati 2.079 e i morti 88.
Le regioni che hanno registrato più casi nelle ultime 24 ore sono Sicilia (273), Lombardia (270), Campania (199), Lazio (169) e Toscana (146).
Le principali notizie della giornata
• Il Comitato tecnico scientifico ha raccomandato che d’ora in poi il vaccino di AstraZeneca sia riservato alle persone di età a uguale o superiore ai 60 anni per le somministrazioni della prima dose, e che per le fasce d’età inferiori siano usati invece gli altri vaccini. Quello del CTS è un parere che andrà recepito dal ministero della Salute che dovrà renderlo ufficiale nelle prossime ore attraverso una circolare.
• Da lunedì 14 giugno passeranno in zona bianca Emilia-Romagna, Lombardia, Lazio, Piemonte, Puglia e la Provincia autonoma di Trento, dove per tre settimane consecutive è stata registrata un’incidenza settimanale dei contagi da coronavirus inferiore ai 50 casi per 100mila abitanti. Resteranno in zona gialla solamente Basilicata, Calabria, Campania, Marche, Sicilia, Toscana, Valle d’Aosta e la Provincia autonoma di Bolzano.
• Come abbiamo raccontato nel consueto articolo del venerdì sull’andamento dell’epidemia in Italia, nell’ultima settimana sono stati trovati meno di quindicimila nuovi casi di coronavirus e con le ultime vaccinazioni oltre il 50 per cento della popolazione vaccinabile – tutte le persone con più di 12 anni – ha ricevuto almeno la prima dose. A questi dati se ne aggiungono altri incoraggianti: la pressione sui reparti di terapia intensiva è sempre più bassa in tutte le regioni ed è calato anche il numero di morti, anche se questo dato non si discosta molto rispetto ai sette giorni precedenti.
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