Lo sciopero alla “Città dei Libri”
Cioè il più grande magazzino di libri italiano: decine di lavoratori chiedono più tutele, e molte nuove uscite arriveranno nelle librerie in ritardo
Da quasi una settimana è in corso uno sciopero al più grande magazzino di libri in Italia, la cosiddetta “Città dei Libri” di Stradella, in provincia di Pavia. Decine di lavoratori chiedono maggiori tutele a C&M Books Logistics, la società che dallo scorso primo marzo gestisce lo stabilimento e che è una joint venture tra l’azienda internazionale di logistica CEVA Logistics e Messaggerie Libri, il più grande distributore italiano di libri. Venerdì ci sono stati scontri tra la polizia e gli scioperanti, e le agitazioni hanno provocato rallentamenti e ritardi nella consegna di migliaia di libri, in particolare di molti di quelli che sarebbero dovuti arrivare nelle librerie in questi giorni.
Lo sciopero era stato indetto dal sindacato Si Cobas e riguarda alcune richieste avanzate da più di due anni: i lavoratori chiedono ad esempio un aumento del valore del buono mensa, da 5,29 a 8 euro, oltre a garanzie e tutele nei confronti di un gruppo di lavoratori che è stato trasferito senza preavviso in un altro magazzino ad alcuni chilometri di distanza, a Broni.
Venerdì alcuni manifestanti in presidio davanti al magazzino hanno bloccato l’accesso dei tir allo stabilimento, provocando la sospensione delle attività per tutta la giornata. Ci sono state tensioni con altri lavoratori che non sono riusciti ad entrare nel magazzino e con gli agenti di polizia, che hanno cercato di sgomberare i manifestanti.
Un lavoratore rimasto anonimo ha detto che gli agenti avrebbero trascinato con la forza i lavoratori che erano seduti per terra in maniera pacifica e successivamente lanciato gas lacrimogeni. In seguito agli scontri due donne, di cui una incinta, sono state ricoverate in ospedale, mentre un altro dipendente si è rotto un dito di una mano.
Il magazzino “Città dei Libri” ha una superficie di 80mila metri quadrati e può contenere più di 100 milioni di libri e giornali: vi si trova lo stock di molte case editrici che lavorano con Messaggerie Libri. Da Stradella non partono soltanto le spedizioni dei nuovi libri in uscita e dei rifornimenti di quelli in catalogo verso le librerie di tutta Italia, ma vengono gestiti anche i resi, ovvero le copie che i librai non hanno venduto e che restituiscono alle case editrici per farsi ridare dei soldi sotto forma di sconti sugli acquisti successivi.
Dal 2013 e fino a pochi mesi fa la logistica e il trasporto dei libri del magazzino erano gestiti direttamente da CEVA Logistics, che è una grossa multinazionale che ha mille sedi in 160 paesi. L’obiettivo di C&M Books, nata da un accordo tra CEVA ed Emmelibri (la società che coordina le attività distributive e commerciali di Messaggerie Libri), è quello di rendere la “Città del Libro” uno dei magazzini di libri più moderni d’Europa.
Mercoledì, in prefettura a Pavia, si è tenuto un incontro tra i rappresentanti di C&M Books e i sindacati. La Provincia Pavese ha scritto che l’azienda non ha espresso una posizione ufficiale, ma ha fatto sapere che c’è preoccupazione per i ritardi delle consegne degli ordini. Nel magazzino di Stradella ci sarebbero ancora da smistare gli ordini di dieci giorni fa, e diverse case editrici hanno già segnalato ritardi nella consegna dei libri.
Oggi sarebbe dovuto arrivare in tutte le librerie il nuovo, attesissimo, romanzo di Antonio Manzini, #VecchieConoscenze (https://t.co/Cmibv8sgnf).
Ma, purtroppo, ci saranno dei ritardi. pic.twitter.com/jkufBTZwJQ— Sellerio editore (@sellerioeditore) June 10, 2021
Il delegato di Si Cobas Massimiliano Donadelli ha spiegato alla Provincia Pavese che lo sciopero «è il culmine di uno stato di agitazione che abbiamo proclamato per il mancato accoglimento» delle richieste che erano state avanzate già più di due anni fa. Oltre all’aumento dei buoni mensa, i sindacati hanno chiesto a C&M Books di internalizzare tutti i dipendenti di CEVA, sia quelli che lavorano per le cooperative logistiche a cui è subappaltata parte del lavoro, sia quelli che sono stati trasferiti di recente al magazzino di Broni.
Donadelli ha spiegato che secondo i sindacati gli spostamenti tra il magazzino di Stradella e quello di Broni sarebbero illegittimi «perché i lavoratori devono avere la garanzia di una sede di lavoro stabile, in un periodo così difficile».
– Leggi anche: Si può finire in carcere per un disegno?
Delle condizioni dei lavoratori della “Città del Libro” si era parlato già nel marzo del 2019, quando era stato indetto un altro grosso sciopero per chiedere tra le altre cose il rispetto dei contratti di lavoro, il riconoscimento dei livelli di inquadramento (bloccati da tempo, come gli scatti di anzianità), la riconferma di circa 200 posti di lavoro e la trasformazione dei contratti da tempo determinato a indeterminato.
Nell’estate del 2018, invece, dodici persone coinvolte nelle cooperative che collaborano nella gestione logistica del magazzino erano state arrestate con l’accusa di sfruttamento della manodopera e di frode all’erario nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla procura di Pavia. Era stato scoperto che nel magazzino venivano violate le normative sugli orari di lavoro e i periodi di riposo e ferie; inoltre alcune delle cooperative che lavoravano per CEVA, quelle del consorzio Premium Net, facevano contratti brevissimi che venivano rinnovati per anni e imponevano in modo ricattatorio moltissime ore di straordinario ai propri dipendenti, con frequenti turni da 12 ore.