Shirley Temple, attrice bambina
La storia di un'attrice che si ritirò poco dopo i vent'anni, quando era già famosissima e firmava autografi a Babbo Natale e Gary Cooper
Shirley Temple, alla quale è dedicato il doodle di Google di oggi, morì a 85 anni nel febbraio 2014, a quasi ottant’anni dal momento della sua massima fama da attrice, cantante e ballerina bambina. E molti decenni dopo al momento in cui, intorno ai 22 anni, dopo decine di film e dopo essere diventata l’attrice più pagata di Hollywood, aveva deciso di smettere di fare tutte quelle cose. Restando però nell’immaginario di molti – anche molti che i suoi film non li hanno mai visti – Shirley Temple, l’attrice bambina dai boccoli biondi.
Shirley Temple era nata il 23 aprile 1928 a Santa Monica, in California, terza figlia di una casalinga e un impiegato bancario. Già a tre anni la portarono a fare un corso di danza e poco dopo iniziò a recitare, a quanto pare su proposta di un direttore di casting che l’aveva vista a un piccolo spettacolo. Il direttore lavorava per la Educational Pictures, che in quel periodo si stava dedicando ai Baby Burlesks, brevi film comici con bambini protagonisti, che prendevano in giro o quantomeno presentavano allusioni a film o eventi di quel periodo.
Dopo diversi Baby Burlesks, nel 1932 Temple fece il suo debutto nel cortometraggio The Red-Haired Alibi. Seguirono ruoli in Il trionfo della vita, Piccola stella, Rivelazione, Il piccolo colonnello, Un angolo di paradiso, La piccola ribelle e Riccioli d’oro. Film non di grande valore e spesso fatti senza particolare cura, con trame o personaggi simili, quasi tutti per buona parte costruiti attorno alla fama di Temple e ai momenti in cui cantava e ballava.
Nei primi anni Trenta del Novecento, in particolare tra il 1932 e il 1935, Shirley Temple fu un fenomeno mediatico e culturale, qualcosa che andava ben oltre il cinema. Come ha scritto IMDb «gli spettatori la adoravano e spesero milioni di dollari in prodotti con la sua immagine, bambole, canzoni, tazze, cappelli, vestiti, qualsiasi cosa: se sopra c’era lei, loro la compravano». Qualcuno scrisse che, in quanto a prodotti e merchandising, arrivò al livello di Topolino.
Verso la seconda metà degli anni Trenta, mentre Temple si avvicinava ai dieci anni di età, i film e i relativi ruoli provarono ad adattarsi. All’inizio andò bene, e dal 1935 al 1938 i film con Temple furono sempre i più visti dell’anno, più di quelli con gente come Clark Gable, Bing Crosby o Joan Crawford. Temple faceva girare un mucchio di soldi, ed era considerata un’immagine positiva, pura e candida, di quelle che possono unire un paese. Il presidente statunitense Franklin Roosevelt disse di lei: «È splendido che per soli 50 centesimi un americano possa andare al cinema, vedere la faccia sorridente di una bambina e dimenticarsi i suoi problemi».
Lei raccontò di essere così famosa che quando a sei anni la madre la portò al centro commerciale per conoscere Babbo Natale, Babbo Natale le chiese un autografo. Le successe la stessa cosa con Gary Cooper. E pare che al lavoro “per lei”, cioè per scrivere storie con lei protagonista, ci fossero quasi venti persone, che facevano parte di una squadra nota come «Shirley Temple Story Development Team». Negli studi della Fox, Temple viveva in un bungalow con quattro stanze, un giardino e, in una stanza, una grande immagine che la ritraeva.
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Ma con il tempo, mentre lei si avvicinava all’adolescenza, gli spettatori persero interesse nel suo personaggio. Tra i 3 e i 10 anni, recitò in circa trenta film. Tra i 14 e i 21 anni i film con Temple furono poco più di dieci. A 22 anni, dopo la Seconda guerra mondiale, dopo alcuni suoi problemi e quando già da tempo i suoi film avevano smesso di piacere come un tempo, Temple si ritirò dal cinema.
Fece quindi televisione, conducendo programmi di vario tipo e andando ospite in programmi di altri. Negli anni Sessanta iniziò a fare politica attiva per il Partito Repubblicano della California e fece poi carriera nel mondo diplomatico, venendo scelta dal presidente Richard Nixon come ambasciatrice statunitense in Ghana.
Più avanti, tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta, fu poi ambasciatrice in Cecoslovacchia, tra le altre cose durante la Rivoluzione di Velluto. Morì a 85 anni nella sua casa californiana.
Tra le altre cose, Temple è stata ritratta in un quadro di Salvador Dalì, compare (per due volte, una come bambola su una maglietta) sulla copertina di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles e ha ispirato un noto cocktail analcolico. E fu prototipo dell’attrice bambina, brillante e angelicamente graziosa, e un nome molto noto, molto più di tutti i suoi film messi insieme.
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